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“Spider-Man: la Leggenda dello Spider-Clan”, il tessiragnatele in chiave manga

30 Ottobre 2025
Spider-Man in versione Mangaverse, per mano di Kaare Andrews e di Skottie Young, che stava affinando il suo stile.
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Panini ripropone in un agile volumetto dal formato di un “quasi manga” l’intero ciclo di Spider-Man: la Leggenda dello Spider-Clan, una serie nata all’interno del progetto Marvel Mangaverse, un esperimento dei primissimi anni 2000 con cui la casa editrice americana aveva tentato di creare una versione dei propri personaggi affine ai fumetti e agli anime nipponici.

Il risultato fu in generale piuttosto deludente: i vari prodotti – che vedevano coinvolte riletture degli Avengers, degli X-Men e dei Fantastici 4 – avevano creato l’amalgama tra il comic book e gli stilemi orientali in modo molto superficiale. Colori digitali, occhioni, Hulk trasformato in kaiju e robot assemblabili erano alcuni degli elementi di un progetto per lo più fiacco e ingenuo. Tra i personaggi coinvolti nel tentativo in maniera un poco più interessante c’è proprio Spider-Man, con Kaare Andrews che ne aveva costruito una versione che strizzava l’occhio ai racconti di kung -fu e ninja e si è rivelato uno dei pochi prodotti a ottenere un arco narrativo oltre i capitoli del lancio iniziale, ovvero una miniserie e uno speciale, che sono raccolti in questo volume.

Nonostante elementi di fascinazione, il risultato non manca comunque di ingenuità e di qualche forzatura – uno dei personaggi meno riusciti è probabilmente quello di Daredevil, che in un contesto simile prometteva tutt’altro potenziale – con un equilibrio tra dramma, leggerezza e azione non sempre a registro.

La storia migliore resta sicuramente il primo episodio, soprattutto per il lavoro grafico di Kaare Andrews, che mette su carta uno stile cartoon ma dalla forte personalità e identità. Andrews cerca la fusione tra manga e comic book creando personaggi dalle forme esasperate, pur senza arrivare all’ipertrofia o alla caricatura. Mani, piedi e testa enormi per Spider-Man, senza che l’effetto finale finisca per essere una distorsione o che faccia pensare ad anomalie anatomiche – e nemmeno al classico effetto “superdeformed” – e corpi massicci e quasi giganteschi per i villain, soprattutto il ronin Venom e le intriganti rielaborazioni in chiave “ninja” dei classici villain dell’arrampicamuri.
Andrews tiene in perfetto equilibrio tutte queste esagerazioni e deformazioni costruendo disegni appaganti e tavole estremamente ricche e dinamiche, mentre dal punto di vista narrativo costruisce una storia veloce, solida nei limiti dello spazio a disposizione e che funziona molto bene come episodio pilota.

La miniserie che segue, La Leggenda dello Spider-Clan, di cinque capitoli e scritta ancora da Kaare Andrews, cerca di allargare gli orizzonti. È in questi cinque capitoli che le cose funzionano un po’ meno bene. La storia sembra infilarsi in meccanismi che, più che alle produzioni giapponesi, sembra ispirarsi ai teen serial televisivi a cavallo del 2000, come Buffy l’Ammazavampiri, e ingarbuglia alcuni elementi – il personaggio di Venom ad esempio. Non mancano idee interessanti ma il risultato è discontinuo.

Qui abbiamo ai disegni uno Skottie Young agli albori della sua carriera che cerca di mantenere lo stile cartoon e caricaturale avviato da Andrews ma che ancora non ha raggiunto quella rotondità e personalità che lo ha reso oggi il copertinista variant imprescindibile per qualsiasi evento o nuova serie Marvel. In queste tavole il suo segno ricorda lo stile del messicano Humberto Ramos, disegnatore il cui tratto sembra una crasi tra comic book, ispirazioni orientali e plasticità tipica di un disegnatore come Carlos Meglia.
Bisogna arrivare all’ultimo capitolo raccolto nel volume, di alcuni anni successivi, scritto questa volta da C.B. Cebulski, per trovare uno Skottie Young nel pieno della maturazione grafica.
Quest’ultimo ha il sapore di un vero e proprio epilogo per questa versione alternativa di Spider-Man manga.

Spider-Man: la Leggenda dello Spider-Clan è uno di quegli esperimenti con un potenziale non pienamente espresso, un divertissement che avrebbe potuto regalare forse qualcosa di più, e anche un’occasione per osservare l’evoluzione artistica di un autore come Skottie Young, con uno stile che si trasforma mostrando prima diverse influenze fino alla piena realizzazione della propria peculiare identità.

Abbiamo parlato di:
Spider-Man: la Leggenda dello Spider-Clan
Kaare Andrews, C.B. Cebulski, Skottie Young
Traduzione di Pier Paolo Ronchetti
Panini Comics, 2025
192 pagine, brossurato, colori – 9,90 €
ISBN: 9791221921199

Paolo Ferrara

Paolo Ferrara

Nato a Bologna, classe 1977, svolge diversi mestieri e frequenta corsi di fumetto, teatro, doppiaggio e un Master in Tecniche della Narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Insegna storytelling per varie realtà e associazioni e ha una cattedra di Storytelling per i Media presso IAAD Torino e Bologna.

Come freelance sceneggia (per cortometraggi, Mediaset, videogame per Tiny Bull Studios e qualche fumetto web), ha pubblicato opere di narrativa e narrativa per bambini ( Saga Edizioni, Epika Edizioni, La Strada di Babilonia, Delos Books, Milena Edizioni e Kalimat Group – editore degli Emirati Arabi Uniti- ).

Da più di 15 anni è conduttore e autore radio/podcast ( RadioOhm / SonoCoseSerie) e collabora come recensore e articolista per diverse riviste digitali e non (tra cui Lo Spazio Bianco).

È sceneggiatore della serie Chimere sull'app Jundo Comics e ha diversi progetti in arrivo in vari media: qualunque cosa pur di raccontare storie.

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