“Il cactus dove lo mettiamo, signora?”

Cinquemila chilometri al secondo è l’ultimo lavoro di Manuele Fior, giovane autore italiano che ha vissuto in Germania, in Norvegia e ora a Parigi, pubblicato da Coconino Press. Lo stesso editore ha pubblicato nel 2006 Rosso oltremare e nel 2009 La signorina Else, ambientato in un’Europa dei primi ‘900, il cui stile più si avvicina a Cinquemila chilometri al secondo, rimanendo però più composto, forse per enfatizzare la raffinatezza delle linee spesso vicine agli artisti della Secessione Viennese.

Apparentemente, con la facilità con cui sembrano spostarsi da una città all’altra, Lucia e Piero lasciano che il loro rapporto si sfibri in modo quasi naturale; ma quel legame è solo addormentato, forse in sospeso, ma ancora vivo: vivo e pesante da portare come bagaglio, ovunque si decida di andare.
Vediamo e sbirciamo la loro storia dalle serrande delle loro finestre e ne vediamo inevitabilmente solo dei pezzi, solo delle strisce di cui percepiamo la complessità, senza mai entrarci.
Il colore liquido accompagna in modo quasi ritmico le vite di Piero, Lucia e Nicola. Questo uso sapiente dell’acquerello è vivacizzato da contrasti di colore talvolta acidi, come quelli scelti per le pagine dedicate all’Italia, talvolta caldi e tendenti al monocromatico, come le pagine ambientate in Egitto.


Fior parla di una generazione, la sua, una generazione in viaggio: viaggio come spostamento, ma forse anche come forsennata ricerca di un’identità e una felicità spesso utopica.
Una generazione imperfetta come le precedenti e come quelle che verranno, dove sono soprattutto le piccole cose a rimanere sempre le stesse: un bacio dato mentre in televisione scherzano gli scoiattoli della Disney o le chiacchiere e le risa un po’ imbarazzate tra persone che si rivedono dopo molto tempo in un bar.

Solo grazie a un mezzo di comunicazione che riesce ad abbinare parola ad immagine, come il fumetto, si può riuscire tanto bene a far sentire al lettore l’emotività e i cambiamenti caratteriali dei personaggi, elementi totalmente astratti.
Un romanziere dovrebbe usare molte più parole; un illustratore può riuscirci con una semplice inquadratura o sequenza d’immagini.
Un esempio chiaro di questo aspetto è “Il gusto del Cloro” di Bastien Vives, un fumetto che non parla di nulla e quasi non racconta una storia, ma che attraverso tanti piccoli elementi (movimenti, tensioni, posture impacciate) lascia nel lettore una sensazione di pienezza, di conoscenza intima dei personaggi.
Questa è una dote di pochi autori.
Fior è uno di questi.
Abbiamo parlato di:
Cinquemila chilometri al secondo
Manuele Fior
Coconino Press, 2010
144 pagine, brossurato, colori – 17,00€
ISBN: 978-88-7618-171-9
Riferimenti:
Manuele Fior: www.manuelefior.com
Coconino Press: www.coconinopress.com


Bravissima Serena, avevo letto già di Fior, ma la tua recensione è stata precisissima!