
Nonostante le sceneggiature siano firmate stavolta da Luca Baino, coadiuvato dal creatore della serie Manfredi Toraldo, la saga prosegue senza cambi di registro o di rotta: resta la struttura a episodi di quattro pagine (talvolta autoconclusivi) e la ricerca – necessaria viste le poche tavole a disposizione – di una sintesi che consenta di interessare e stupire il lettore, con colpi di scena e finali a sorpresa.
Proprio in questi limiti autoimposti albergano le peculiarità del progetto, visto che l’esiguo numero di pagine condiziona la struttura degli episodi e rende necessaria una minuziosa calibrazione dello sviluppo del racconto e che la serie percorre un sentiero stretto, che cerca di coniugare humor e dramma.
Come detto, Baino prosegue sulla traccia di Toraldo e fa il suo il registro soft e mediamente comico che caratterizzava l’esordio della serie, inserendo allo stesso tempo nuovi elementi e personaggi (nel volume fanno capolino anche il Gatto e la Volpe), e cercando allo stesso tempo di arricchire il background di quelli già noti.

Un gioco di rivelazioni parziali e frammentarie che più che offrire risposte solleva nuovi interrogativi sulla missione e il ruolo di Pinocchio, e di fatto getta le basi per un possibile salto di qualità della serie, che finora è rimasta, dal punto di vista dello sviluppo di trame di lungo respiro, sostanzialmente ferma.
Così come accadeva nel primo volume, l’autore sembra prendere confidenza col personaggio nel corso degli episodi; così la seconda e terza parte del libro ospitano storie che si smarcano dal concept iniziale per dare spessore al mondo e ai personaggi della serie, optando per un registro mediamente più drammatico.
Un cambio di passo interessante questo, che evidenzia il principale punto debole del progetto, ovvero una certa indecisione sull’indirizzo da dare a una serie, il cui protagonista parla come un personaggio di Dashiell Hammett nonostante si trovi ad agire in un contesto che di noir ha ben poco.
Se vogliamo dirla altrimenti, sorge l’interrogativo su quale sia il pubblico per il quale questa serie è pensata, vista la compresenza di elementi apparentemente adatti a un pubblico di giovanissimi (alcuni riferimenti a personaggi tipici della letteratura per l’infanzia, ma sopratutto dei colpi di scena piuttosto prevedibili o certi siparietti comici), con argomenti decisamente meno leggeri (vedi i riferimenti alla pratica dell’infibulazione di pag. 56, o alla violenza sulle donne di pag. 46). Temi che, visto il ridottissimo numero di pagine a disposizione, vengono poco più che accennati, con una leggerezza che rischia di apparire, se non fuori luogo, perlomeno superficiale.

Alle chine troviamo Virginia Chiabotti, Valeria Rossotto e Andrea Broccardo. La colorazione digitale, opera di Giorgia Lanza con l’aiuto di Carlotta Greco, gioca sulle variazioni di tonalità dei colori dominanti scelti per i vari episodi; un lavoro accurato che sicuramente costituisce un importante valore aggiunto al progetto, ma che nella sua estetica patinata, contribuisce ad accentuare la distanza che a tratti si percepisce tra una messa in scena “consolatoria” e un contenuto tendenzialmente drammatico.
Questo irrisolutezza è in definitiva il nodo critico del progetto, che in questi due volumi ha mostrato due ripartenze e offerto delle storie godibili: sta adesso agli autori decidere se far crescere almeno un po’ il burattino nelle prossime storie.
Abbiamo parlato di:
Agenzia Investigativa Carlo Lorenzini – Stagione 2
Luca Baino, Manfredi Toraldo, Jacopo Tagliasacchi, Andrea Broccardo Virginia Chiabotti, Valeria Rossott, Giorgia Lanza, Carlotta Greco
Manfont, gennaio 2015
64 pagine, brossurato, colori – € 15,00
ISBN: 9788899587000

