La morte è la tappa finale del cammino che ogni individuo compie durante la sua esistenza; la conclusione di un’esperienza personale che può avere lasciato effetti più o meno duraturi a chi ci ricorderà.
La storia scritta da Alessandro Ferri, coadiuvato dalle matite di Salvatore Amedei, ci offre una surreale interpretazione del rito del trapasso.
Corrado Carloni, il protagonista della vicenda, è il classico medio borghese dell’attuale classe sociale italiana: impiegato, sposato con due figli. La sua vita trascorre monotona, alternandosi tra lavoro e casa. La famiglia è solo una cornice sullo sfondo: poco calore, sancito da dialoghi minimali con la propria partner ed assoluto silenzio coi propri figli. Il tutto però è destinato a subire uno scossone: l’avviso di morte notificato dal Comune, produrrà una serie di cambiamenti radicali.
Dall’iniziale indifferenza della famiglia, che accoglierà la cosa in maniera assolutamente naturale (per loro era già morto da tempo), Corrado si troverà a districarsi tra una serie di assurde pratiche burocratiche e personaggi grotteschi nel tentativo di espletare nel migliore dei modi le proprie onoranze funebri. Un cammino graduale che porterà il protagonista a maturare e cambiare per potersi approcciare alla “morte” con uno spirito rinnovato.
Una buona prova questo “48 – morto che parla” edita dalla Proglo, che sebbene parta con una certa lentezza, verso metà racconto ingrana le marce per bene fino al suo compimento. Il tratto di Amedei, sebbene non mi abbia particolarmente esaltato, è gradevole, e il bianco e nero pare molto adatto al suo stile lineare e pulito. “48 morto che parla”, senza ambire a essere un capolavoro, rimane un buon racconto che divertirà e darà spazio a riflessioni personali.
Abbiamo parlato di:
48 – morto che parla
Alessandro Ferri, Salvatore Amedei
ProGlo Edizioni, 2010
64 pagine, brossurato, bianco e nero – 8,00€
ISBN: 8890393483