The Walking Dead 5 – La Miglior Difesa

The Walking Dead 5 – La Miglior Difesa

R. Kirkman, C. Adlard & C. Rathburn Saldapress, 2009 - 144 pag. b/n cart. - 12,00euro

copertina“Sono come noi … non c’é alcuna differenza. Vogliono ciò che vogliono, se lo prendono e, dopo che l’hanno ottenuto, il loro appagamento non dura che per un breve istante.”La metafora consumistica è, tutt’oggi, la migliore per analizzare il personaggio del morto vivente. A più di 30 anni da Zombi (film di George Romero in cui è più evidente questa metafora) sembra che nessun passo avanti sia stato fatto dalla narrativa nel modo di rapportarsi a questo strano personaggio.

Oggigiorno l’idea stessa di uno stile di vita intensamente consumistico viene messo in discussione da una delle crisi peggiori che il mondo economico abbia mai affrontato. Vista sotto quest’ottica, trovandosi di fronte ad uno degli aspetti deformi e mostruosi di questa società, gli zombi di Kirkman altro non sono che lo specchio deforme in cui non ci vorremmo mai rimirare. Le sue “storielle” di zombi e sopravvissuti sono quelle di personaggi fortemente vivi con vicende radicate in una realtà contemporanea fatta di voglie e non di necessità, società deviatamene consumistica.
La citazione riportata in apertura è propria di uno dei personaggi più negativi sinora apparsi nella saga di TWD (il Governatore, il nome vero c’é ma non serve), introdotto proprio in questo quinto volume. La sua stessa esistenza è un pugno nello stomaco, quasi che la sua creazione letteraria serva in primis ad imprimere nuova linfa e slancio a tutta la serie. Nei precedenti capitoli i protagonisti sembravano infatti aver trovato una sistemazione definitiva vivendo una vita orientata all’isolazionismo spinti dell’istinto di conservazione che li aveva costretti a rinchiudersi addirittura in un penitenziario. Questa “tranquillità” è evidente nel quarto volume in cui le vicende si erano “arenate” a situazioni da commedia e soap opera (intrighi, gelosie, malignità). Atteggiamenti propri di un’umanità in cui il pericolo per la propria esistenza non è più la preoccupazione principale della propria vita. Una nuova svolta era necessaria, da qui la scoperta di altri sopravvissuti (ovvia in termini di credibilità narrativa) e la necessità di avvicinarli (innata dal punto di vista umano). Prevedibile è anche lo scoprire che gli altri sopravvissuti si sono organizzati in uno stile riconducibile alle città-stato dell’età del bronzo, governata con piglio dittatoriale da un padre-padrone (il Governatore appunto) che funge da guida e protettore dei suoi concittadini. Persino l’inserimento del dispotismo all’interno della serie rientra in quel percorso pseudo-storico già analizzato altrove e che resta una delle cifre più importanti della serie (si veda a tal proposito quanto detto nella recensione del secondo volume).
Il GovernatoreSi può quindi dire che l’autore continua ad utilizzare gli stessi concetti e le stesse idee proposte nei volumi precedenti ed, estremizzandone i comportamenti, aumenta la parte gore-splatter, spingendo sul pedale dei colpi di scena ma non andando oltre. Le stesse idee alla base delle vicende sanno di già visto e sentito.
Il successo di TWD si potrebbe dunque attribuire soltanto alla capacità eccezionale di Robert Kirkman di riutilizzare concetti ed idee già sfruttate da altri, in un percorso da vero maestro del postmodernismo e della citazione. Bisogna guardare sotto la superficie per capire il senso di disturbo e di fascinazione che questo fumetto ci provoca. La svolta narrativa più importante riguarda la presa di coscienza della similarità, della familiarità, tra i morti viventi ed i viventi non morti: identificazione tra uomo-zombi e uomo-consumatore. Ciononostante per comprendere appieno la forza della narrazione di Kirkman bisogna puntare i riflettori sull’aspetto ludico legato agli zombi. Non è certamente la prima volta che i morti viventi vengono usati come schiavi finalizzati al divertimento collettivo, al pari di bestie utilizzate in moderni anfiteatri. L’autore ama sbalordire e non inserisce un particolare del genere senza uno scopo, tanto che il Governatore ci chiarisce che tale identificazione deve cambiare il nostro modo di rapportarsi a questi esseri. Siamo noi quella bambina non più bambina che smania per un boccone e rimpiange amaramente il tentativo di azzannare la mano che la nutre.
Il culmine lo si raggiunge nell’immagine del Governatore seduto in poltrona ad ammirare dei televisori vuoti, trasformati in acquari per teste mute ed imploranti. Sono il vero shock di questo volume: le due tipologie di consumatori a diretto confronto “mediatico”.

Ad esaltare la narrazione arriva Cliff Rathbun (autore delle ultime tavole del precedente volume) coadiuvando al disegno Charlie Adlard. Si può tranquillamente dire che il volume in questione è l’ennesima conferma dell’affiatamento tra sceneggiatore e disegnatori: la parte grafica asseconda, è questo il termine più esatto, completamente la storia.

Dal punto di vista editoriale Saldapress si conferma di una precisione certosina nel confezionare ottimi prodotti ad un buon prezzo, anche se una potenza distributiva e pubblicitaria maggiore potrebbero rendere questa serie un potenziale best seller, auspicando una rapida pubblicazione dei successivi volumi originali.

Riferimenti:
Il sito della Saldapess: saldapress.grupposaldatori.com
Il sito ufficiale di Robert Kirkman: www.kirkmania.com
Il sito ufficiale di The Walking Dead: www.hiddenrobot.com/WALKINGDEAD
The Walking Dead su Wikipedia:en.wikipedia.org/wiki/The_Walking_Dead

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