Venom: The Last Dance
La diffusione, nei giorni scorsi, del primo trailer ufficiale di Venom: The Last Dance, ha aperto per la Sony la campagna promozionale che ci accompagnerà all’uscita nelle sale della pellicola interpretata da Tom Hardy.
La pellicola segna una svolta per la major, che vede concludersi l’unico franchise di successo tra quelli basati sui personaggi facenti parte dell’universo di Spider-Man, e che ora dovrà cercare di ripetere l’exploit con Kraven il Cacciatore, la cui uscita è prevista per il prossimo dicembre.
Il trailer, comunque, conferma nuovamente l’impostazione che la Sony ha voluto dare al personaggio e all’intero franchise, che si barcamena tra horror e commedia con punte in questo caso decisamente surreali, anche grazie a una complicità sorniona (e poco impegnata) del suo protagonista.
Ma anche, soprattutto, conferma l’attuale strategia della major e della dirigenza guidata da Tom Rothman, che punta ormai a pellicole stand-alone dopo avere cercato di sfruttare, con poca convinzione e in un tempo relativamente breve, le possibili storyline sul multiverso e dimensioni alternative.
Questo elemento, d’altronde, era già stato evidenziato proprio in Madame Web, dove tutta la storyline sul personaggio di Emma Roberts con possibili collegamenti a Spider-Man è stata infine rivoltata come un calzino e completamente cancellata, proprio perché la major non ha più alcun interesse a portare avanti trame collegate tra loro o con rimandi che poco impatto avrebbero tra il pubblico generalista, soprattutto perché questi personaggi non hanno una notorietà dello stesso livello di quella dei Marvel Studios.
Tornando al trailer, l’unico aspetto interessante è anche il solo accenno di vera trama che permea il filmato, ovvero l’arrivo nel film di altri simbionti provenienti dal pianeta dell’alter ego di Eddie Brock, elemento questo proveniente dai comics e su cui è prevedibile che il capitolo diretto da Kelly Marcel vada in una direzione di uno scontro all’ultimo sangue tra Venom e i suoi simili, che probabilmente sarà accentuato di più nel prossimo trailer.
Avengers 5
Nei giorni scorsi, è stato rivelato che il regista di Deadpool & Wolverine, Shawn Levy, è una delle possibili scelte dei Marvel Studios per dirigere il nuovo film degli Avengers, la cui produzione dovrebbe iniziare il prossimo gennaio.
Nonostante sia stato specificato che Levy non ha ancora fornito una risposta in merito, la possibile scelta del regista indica che la dirigenza Marvel Studios sia rimasta molto soddisfatta dal lavoro effettuato sul film con Ryan Reynolds e Hugh Jackman, in uscita a luglio e probabilmente uno dei maggiori successi in un box office estivo al momento molto debole.
Per Levy potrebbe ripetersi, quindi, lo stesso meccanismo che ha visto i fratelli Russo passare dal franchise di Capitan America a quello degli Avengers, plasmandolo e rendendolo un grande successo di pubblico e critica.
Detto questo, bisogna comunque rimanere con i piedi per terra e valutare il fatto che il regista e sceneggiatore ha altri impegni nei prossimi mesi (Stranger Things ad esempio) che potrebbero tenerlo lontano dal film degli Avengers, possibilità a cui i Marvel Studios si sono preparati valutando nel frattempo altri per dirigere la pellicola, che appare come una priorità dopo avere subito fin troppi spostamenti dovuti anche a fattori esterni non previsti, come la vicenda giudiziaria riguardante Jonathan Majors.
Comunque, già la rivelazione che l’attuale bozza dello script realizzato da Michael Waldron veda la presenza di 60 personaggi, rende il progetto decisamente interessante e va nella direzione di ricreare quella atmosfera da “Avengers Uniti” vista nella parte finale di Endgame, ma probabilmente con più fattori narrativi al suo interno.
L’indiscrezione trapelata pare inoltre cementare l’idea che la bozza attuale della sceneggiatura possa essere quella definitiva, e che i Marvel Studios si stiano muovendo velocemente per arrivare il prima possibile alla scelta di un nome per il progetto, e quindi procedere spediti verso la configurazione del cast e, cosa ancora più importante, delle nemesi che il gruppo dovrà affrontare.