Urani – la citta’ dei brutti sogni

Urani – la citta’ dei brutti sogni

David B. e Joann Sfar danno vita ad un duetto fumettistico, tra esoterismo e surrealismo.

UraniQuando nel 2000 acquistai Urani lo feci spinto dalla lettura fresca di Cronaca del grande male di David B., autore che mi aveva incuriosito e del quale sapevo si dicesse gran bene in Francia. Di Sfar invece non avevo molte notizie e di lui avevo solo letto il primo volume de La fortezza, opera condivisa con Trondheim. Devo dire che ad una prima lettura fui alquanto spiazzato.

Ebbi molta difficoltà a capire la meccanica del racconto, il senso che poteva avere gettare le basi di tanti personaggi per poi toglierli subito di mezzo, accennare a trame per poi capovolgerle e dimenticarle in breve. Quello che più mi colpì fu la disomogeneità ostentata del disegno, a volte netto nei neri e nelle figure, a volte deformato da tratteggi improbabili e desueti ai miei occhi.

Tutta questa sorpresa era figlia della poca conoscenza che qui in Italia si aveva dei due autori. Difatti, dopo aver letto Les incidents de la nuit di David B. e le varie opere di Sfar che furono tradotte in seguito, mi resi conto di avere acquisito degli strumenti nuovi per rileggere con una maggiore cognizione di causa Urani, la città dei brutti sogni.

Prima di tutto la trama, che vede Odin, abile inventore esoterico, trasformarsi alchimicamente più volte perché inseguito da un nugolo di personaggi strambi; il diavolo eremita, sorta di genio del male con la sua corte di killer bizzarri, che vuole l’inventore come suo alleato; Europa, prosperosa e naturista super-eroina, creata da Odin stesso, la prima di una serie di super esseri da contrapporre (a scopi di propaganda politica) ai supermen d’oltreoceano; infine un maschio di tigre (ex lottatore di catch, ex attore pornografico ed in seguito agente segreto al soldo del miglior offerente) che scappa dal circo di Odin, per catapultarsi nella mischia. Il tutto condito da paesaggi obliqui, prospettive architettoniche incerte, tunnel fognari e città sotterranee impossibili.

Quello che più meraviglia è il ritmo sincopato e sinusoidale che scaturisce dall’alternarsi dei due autori; una vera e propria staffetta tra due menti creative. Infatti, ad una lettura più attenta si può intuire come David B. e Sfar si siano divisi i diversi capitoli, composti da 3 o 4 pagine, sia per i disegni che per la trama. Quello che pero’ rimane come un interrogativo da sottoporre agli autori in una futuribile intervista, è sapere come hanno fatto a sviluppare questo racconto; hanno immaginato la storia dall’inizio alla fine oppure hanno proceduto a capitoli, rimpallandosi vicendevolmente la possibilità di far prendere strade diverse alla narrazione?

Quest’ultima ipotesi, più affascinante, è quella che preferisco ed è quella che giustifica l’incedere a strappi del racconto dove l’esoterismo di David B. passa il testimone al surrealismo strampalato di Sfar.

Un’opera, quindi, di non facilissima fruizione e il lettore deve predisporsi ad un modo diverso di intendere il fumetto, in confronto alla classica tradizione francofona. Particolare di vignettaSembra, tra l’altro, che Urani sia pensato come primo tomo di una possibile serie, del quale non si ha notizie del seguito. Ci sono troppe trame appena accennate e personaggi dalle enormi potenzialità che giustificano questo; per esempio il finale, nel quale Odin trova un alleato, il Gitano che riesce ad osservare i sogni delle persone e che lo aiuterà nella sua lotta contro il diavolo eremita.

Concludendo, se ad una prima lettura le perplessità erano molte, dando una seconda chance ad Urani ho scoperto un mondo fantastico, dei personaggi incredibili (ma funzionali nella loro efficacia narrativa) e soprattutto ho rafforzato l’ammirazione positiva che nutrivo già per questi due autori. Gente che osa raccontare con un linguaggio diverso, affascinante, non propriamente semplice, consapevolmente ancorato alla cultura europea, sia essa francese, yiddish o gitana.Per questo potremo considerare Europa, la supereroina, la metafora che Sfar e David B. utilizzano per affermare la necessità di trovare altri linguaggi e altre tematiche che non siano quelle classiche dell’avventura nordamericana, ma nemmeno quelle legate alla serialità franco-belga.

Una visione euro-centrica che non disdegna niente della cultura del resto del mondo, compreso i super-eroi, amplificata da una lucida volontà di fare propri diversi codici di linguaggio, ribaltandoli e mistificandoli, per far capire che ciò che si legge non è solo ciò che troviamo in superficie.
Per arrivare ai tetti, come in un gioco di scatole cinesi, si deve scendere nei sotterranei della città, spiega il gitano ad Odin; ciò caratterizza il modo di far fumetti di Sfar e David B. e il loro essere autori nel XXI secolo in Francia.

Urani
di David B. & Joann Sfar

Ed. Macchia nera 2000, 48 pag. col, brossura

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