Nell'abitazione londinese dove Mary Shelley morì, una guida turistica conduce un tour con un gruppo di turisti. Al termine della visita, per un fortuito incidente, la donna scopre il nascondiglio che custodisce il diario segreto della scrittrice. Inizia così Mary Shelley cacciatrice di mostri, pubblicato da Aftershock Comics e portato in Italia da SaldaPress, scritto da Adam Glass (autore televisivo e di fumetti per Marvel Comics, Dc comics, Oni Press) Olivia Quartero-Briggs (autrice televisiva e sceneggiatrice) e disegnato da Hayden Sherman (Image Comics, Dynamite Entertainment, Marvel Comics, Aftershock).
Il fumetto rivisita uno dei drammi più popolari della letteratura fantastica – la creazione e l'esistenza del mostro di Frankenstein – a partire dai fatti reali che portarono Mary Wollstonecraft Godwin a Ginevra. Nella città svizzera la scrittrice trascorse l'estate del 1816 insieme a un gruppo di personaggi sopra le righe: il futuro marito Percy Bysshe Shelley, poeta e filosofo di cui naturalmente assunse il cognome, Lord Byron, fra i maggiori poeti inglesi, la sorella Fanny e la sorellastra Claire.
La storia ideata da Glass e Quartero-Briggs conduce fino a un altro evento storico del 1818, la pubblicazione di Frankenstein, o il moderno Prometeo, libro scritto dalla Shelley a soli diciannove anni e opera seminale per i generi horror, gotico e fantascientifico. Lo dimostrano le centinaia di opere derivate, a cominciare dalle trasposizioni cinematografiche, con l'interpretazione di Boris Karloff, truccato da Jack Pierce, nel film del 1931 Frankenstein diretto da James Whale, che rimane iconica nell'immaginario collettivo. E poi i film parodia, fra i quali è impossibile non citare il mitico Frankenstein Junior di Mel Brooks del 1974. I musical e gli spettacoli teatrali, uno su tutti il cult The Rocky Horror Picture Show del 1975 diretto da Jim Sharman. Le serie tv con la creatura e Victor Frankenstein protagonisti, ad esempio, del recente Penny Dreadful.
Ma anche nei fumetti l'opera di Shelley ha avuto molti seguaci con diversi adattamenti, più o meno fedeli, ai quali si aggiunge ora il Mary Shelley cacciatrice di mostri di SaldaPress.
Gli sceneggiatori utilizzano il diario ritrovato di Shelley come canovaccio su cui costruire la storia alternativa della creazione del mostro di Frankenstein. È la guida turistica a leggerlo ma, nelle frequenti didascalie scritte in stile ottocentesco, è la voce di Mary a portare avanti la narrazione rivolgendosi direttamente al lettore. Il diario inizia a raccontare proprio gli eventi di Ginevra dove la scrittrice, il fidanzato, lo stravagante lord Byron, Fanny e Claire, dopo il misterioso incidente in carrozza di un amico, vengono cacciati dalla casa in affitto ma repentinamente invitati nel castello dell'erede di Frankenstein.
L'orrore e il clima gotico vero e proprio iniziano fra quelle mura splendide e macabre, con Mary che si interroga sul proprio scopo nella vita. È la sua psicologia a diventare così preponderante per tutto il libro, offrendo interpretazioni e punti di vista su temi sociali come il matrimonio (considerato un contratto dalle pratiche innaturalmente restrittive), i diritti della donna (di cui la madre di Shelley fu pioniera) e approfonditi attraverso uno sviluppo della trama a base di tradimenti, menzogne, litigi, squilibri mentali, pratiche chirurgiche ovviamente estreme, figli legittimi e illegittimi, mesmerismo, assassini, obitori e tombe saccheggiate.
Glass e Quartero-Briggs affrontano naturalmente, ma con gli occhi di una donna, anche il tema centrale del romanzo originale: quel desiderio di sostituirsi a Dio a causa del quale, dice proprio Mary nel suo diario “ci si deve aspettare non solo l'inaspettato, ma il peggio che si possa immaginare”. La narrazione procede lineare per tutto il fumetto: dopo il salto indietro iniziale, dalla Londra del presente alla Ginevra di inizio ‘800, gli eventi proseguono nel passato fino al colpo di scena finale. Il ritmo, pur accelerando in alcune sequenze d'azione, risulta così misurato, proprio come se qualcuno stesse leggendo un diario nella soffitta di una vecchia casa. Per disegnare Mary Shelley cacciatrice di mostri, Hayden Sherman sceglie una gabbia generalmente a tre o quattro strisce, movimentata da vignette spesso scontornate o sovrapposte. Sono molteplici le splash page e le illustrazioni a tutta pagina. Queste ultime sono utili anche per dividere i cinque capitoli del fumetto, ciascuno intervallato appunto da una identica immagine a doppia pagina, declinata in varie tonalità di colore.
Le inquadrature, soprattutto di figure viste dall'alto o dal basso, sono scelte per comunicare la superiorità o la debolezza dei personaggi. Le chine restituiscono un segno continuo e graffiante, concentrato sull'intensità, sull'espressività e sulla recitazione dei personaggi. I sentimenti – rabbia, dolore, paura, sollievo – sono sottolineati in ogni vignetta, sia nei primi piani in cui l'attenzione al dettaglio è maggiore, sia nei campi medi nei quali le figure diventano quasi astratte e i protagonisti hanno il volto solo abbozzato, a volte anche in modo eccessivo, sintomo forse di una certa fretta realizzativa.
I colori sono una componente fondamentale dell'opera, a partire dal cielo rosso sangue che campeggia sempre dietro il castello di Frankenstein. La particolarità è che Sherman non vincola il proprio lavoro a una palette determinata ma usa tutti i colori di cui ha bisogno. Così, come la creatura viene assemblata con diverse tonalità e tipi di pelle, peli, capelli, anche la colorazione diventa un collage in grado di restituire sia la moda e le atmosfere dell'epoca, sia ambientazioni tetre, cupe, gotiche. Vanno però citate, per l'equilibrio e la bellezza, due tavole iniziali in bianco e nero, con una scena del famoso film Frankenstein di James Whale.
In calce al libro, SaldaPress propone una interessante sezione di extra in cui compaiono un'intervista a Hayden Sherman, due pagine della sceneggiatura originale e alcune copertine variant.
Pur basato su un'opera ottocentesca, Mary Shelley cacciatrice di mostri risulta essere un fumetto horror contemporaneo, con una resa grafica su cui soffermarsi. Una sceneggiatura lineare, storicamente fedele dove necessario, può inoltre spingere i lettori a voler approfondire la figura di Mary Shelley, come scrittrice ma soprattutto come sostenitrice dei diritti delle donne in un tempo in cui per loro era necessario travestirsi da uomo anche solo per poter studiare.
Abbiamo parlato di:
Mary Shelley cacciatrice di mostri
Adam Glass, Olivia Cuartero-Briggs, Hayden Sherman
Traduzione di Sal Cipriano
Saldapress, 2020
120 pagine, cartonato, a colori – 19,90 €
ISBN: 9788869197970