3 – Il meglio del fumetto: Anubi, Insecto, The Rust Kingdom

3 – Il meglio del fumetto: Anubi, Insecto, The Rust Kingdom

Il meglio del fumetto di ieri, oggi e domani: tre fumetti, tre parole. Anubi di Taddei e Angelini, Insecto di Maria Llovet, The Rust Kingdom di Spugna.

Il meglio del fumetto di ieri, oggi e domani: tre fumetti, tre parole. Nuovo appuntamento con la rubrica curata da Valentino Sergi, pubblicata sul numero 119 della rivista Leggere: tutti di marzo 2018.

DAL PASSATO

Anubi
Marco Taddei, Simone Angelini
GRRRZ Comic Art Books, marzo 2017
320 pagine, bianco e nero – 18,00€

Premiato come miglior fumetto italiano al Treviso Comic Books Festival 2016, questa nuova edizione del portentoso esordio di Taddei e Angelini aggiunge un epilogo amaro alle vicende del Dio dal muso di cane, smarrito nel mondo insieme ai suoi amici tossici e perseguitato da personaggi assurdi e inquietanti come una gang di suore fumatrici, la pallida ombra ansiosa di quello che un tempo era stato il Dio Horus e persino William S. Borroughs. Anubi è l’affresco corale impietoso di un mondo smarrito, recuperatelo.

In 3 parole: essenziale, tossico, oscuro

La recensione de Lo Spazio Bianco
Intervista a Marco Taddei e Simone Angelini

DAL PRESENTE

Insecto
Maria Llovet
Edizioni BD, settembre 2017
144 pagine, cartonato, bianco e nero – 13,00€

La passione irrefrenabile e disperata tra due fratelli è il fulcro di questa narrazione torbida e sensuale. I protagonisti, travolti dai conflitti familiari e dall’apatia quotidiana, maturano una relazione proibita travolgente disegnata con uno stile essenziale e conturbante che ricorda la Valentina di Crepax. Insecto è il primo volume dell’autrice spagnola Maria Llovet a essere pubblicato in Italia e rappresenta un piccolo traguardo della letteratura erotica a fumetti contemporanea.

In 3 parole: torbido, adolescente, incestuoso

DAL FUTURO

The Rust Kingdom
Spugna
Hollow Press, settembre 2017
180 pagine, brossurato, colori -19,00€

La poetica della violenza di Spugna, che già con “Una brutta storia” aveva trasfigurato il mito di Braccio di Ferro in un teatro carnografico, qui raggiunge il suo apice con la mostruosa odissea di uno spadaccino immortale impegnato in uno spettacolare massacro senza tregua o redenzione. Il caos fantastico e decadente evocato dal giovane autore, inscritto in una trama lineare quanto il deserto di sangue che rappresenta, si apre su un abisso di simbolismi e riferimenti assolutamente non banali rendendo questo libro un tassello prezioso dell’orrore disegnato.

In 3 parole: eccessivo, brutale, bizzarro

La recensione de Lo Spazio Bianco

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