Old Man Hawkeye, Spider-Man, Venom 2099, Avengers: The Curse of Man-Thing, X-Men, Daredevil, Secret X-Men, prossimamente Secret Invasion, oltre a The Scumbag per Image Comics e copertine per BOOM! Studios: in pochi anni Francesco Mobili si è fatto strada nel fumetto USA grazie al suo talento e il suo stile versatile, unendosi alla grande “italian invasion” degli ultimi anni. Lo abbiamo intervistato per parlare con lui dei suoi inizi, delle sue ispirazioni e delle serie su cui sta attualmente lavorando.
© Marvel Comics
Ciao Francesco e grazie per il tuo tempo. La prima domanda, abbastanza banale ma utile a presentarti al nostro pubblico, riguarda i tuoi inizi: quando hai deciso di voler fare questo lavoro e quali sono state le esperienze formative che ti hanno portato dove sei ora?
Ciao a tutti! In generale la passione per il disegno c'è sempre stata, quella per il fumetto in particolare è arrivata dopo l'uscita del primo Spider-Man di Raimi. Ho sempre disegnato, fin da piccolissimo, ma da quel momento ho iniziato a leggere fumetti e a sognare un giorno di realizzarli.
Dopo le superiori, ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Jesi dove ho avuto la possibilità di confrontarmi e ricevere consigli da un sacco di professionisti, affrontare i primi portfolio review con gli editor e avere i miei primi contatti. Quegli anni mi hanno davvero insegnato tanto e mi hanno dato i mezzi per continuare ad imparare.
Posto che in ogni nuovo lavoro si cerca di aggiungere qualcosa per migliorare, metterei tra le esperienze più formative i primi volumi pubblicati una volta uscito dalla Scuola di Comics. Nel mio caso The professor e Caput mundi. Quello è il primo vero impatto col mondo del lavoro, fatto di deadline da rispettare, confronto diretto con l'editor e situazioni in cui comunque te la devi cavare da solo.
Quali sono state le tue principali ispirazioni? E quale la storia che ti ha fulminato, che ti porti sempre dietro come esempio?
Tra i disegnatori che mi hanno influenzato di più ci sono di sicuro Stuart Immonen, Steve McNiven, Olivier Coipel ma più recentemente ci metto anche Lewis Larosa, Jerome Opena, Marco Checchetto, Greg Tocchini, Matteo Scalera… e si potrebbe continuare.
Per quanto riguarda la storia che mi ha fulminato dico Blacksad di Juanjo Guarnido, in particolare il primo volume. Lavoro incredibile sotto tutti i punti di vista, rimane la mia bibbia in termini di storytelling e regia, legata com'è a un gusto quasi cinematografico dell'inquadratura e ad ambientazione ricchissime di dettagli che diventano componenti attive nel risultato finale.
Da ormai un po' di tempo sei molto attivo nel mercato statunitense: è sempre stato il tuo sogno lavorare in questa industria e su questi personaggi? Come sei entrato in contatto con questo ambiente?
Si, sono cresciuto leggendo Spider-Man, ne disegnavo anche le mie storie già a 10-12 anni. Poi durante gli anni della Scuola di Comics, quando si inizia a cercare una strada da percorrere con un pò più di coerenza, ho trovato grande affinità con il mondo dei comics americani che sono subito diventati il mio obbiettivo primario.
Fortunatamente il mio debutto nel mercato americano è arrivato direttamente con Marvel, non potevo sperare di meglio. Prima però ci sono stati anni di tentativi e scambi di e-mail. Il primo approccio arrivò ad una Mantova Comics di 8-9 anni fa durante un portfolio review di Nick Lowe. Seguirono delle prove che però non portarono a nulla di concreto. Stessa dinamica l'anno seguente, portfolio review, prove e… nulla.
Il contatto più significato è arrivato, paradossalmente, un paio di anni dopo via e-mail, scrivendo a C.B. Cebulski che aveva aperto un indirizzo dove mandare il proprio materiale. C.B. mi ha rimbalzato a Rickey Purdin con cui ho fatto altre prove e sono rimasto in costante contatto per un anno circa. A settembre 2018 finalmente mi contatta per chiedermi di realizzare gli ultimi due numeri di Old Man Hawkeye.
Hai lavorato con vari sceneggiatori: quale è quello che ti ha dato maggiori possibilità di spaziare o con cui hai sentito la maggiore affinità finora?
Devo dire che ho avuto la fortuna di lavorare con un sacco di sceneggiatori incredibili. Probabilmente in Marvel quelli che mi hanno impressionato di più sono Jonathan Hickman e Chip Zdarsky, due scrittori davvero di altissimo livello. Ogni volta che leggi una loro sceneggiatura capisci di dover affrontare qualcosa di davvero importante in cui nulla è lasciato al caso, con grandi dialoghi e dramma. Hickman è forse più epico, Chip più concreto nel raccontare personaggi che sembrano reali.
Devo dire che in Marvel viene generalmente concessa una certa libertà di manovra. Ovviamente si comunica e discute tutto ma si arriva sempre ad una decisione comune. Nel mio attuale lavoro su Secret Invasion sto trovando ancora più spazio, soprattutto nelle scene di azione, dove Ryan North tende a dare solo qualche indicazione per farmi sfogare liberamente. Molto gratificante!
Uscendo da Marvel, però, voglio citare anche Rick Remender con cui ho lavorato su The Scumbag per Image Comics. È uno dei miei sceneggiatori preferiti e mi sono divertito tantissimo durante quel periodo!
© Marvel Comics
Da quando sei in Marvel hai lavorato su molti progetti, ma sei soprattutto stato una parte sempre più importante del progetto X-Men, fino alla pubblicazione, a febbraio, di Secret X-Men. Come sei entrato a far parte del progetto X e cosa puoi dirci di quest'ultimo titolo?
Ho iniziato a lavorare sugli X-Men dopo Avengers: The Curse of Man-Thing. Semplicemente Jordan White mi contattò per chiedermi se fossi interessato a disegnare l'issue #20 della serie. Sarebbe stato un numero abbastanza importante perché riprendeva una storyline su Mystica iniziata molto prima e avrebbe dato un po' il via a un grande evento successivo. Ovviamente non potevo rifiutare, troppi bei personaggi! Finito questo numero è arrivato Secret X-Men.
Secret X-Men, scritto da Tini Howard, è una storia un po' “alla Guardiani della Galassia di James Gunn”, una space opera in salsa comedy. Sono stati presi tutti quei mutanti che in un modo o nell'altro sono rimasti fuori dai team principali degli X-Men e gli è stata data una dignità come squadra. Ne è uscito un gruppo particolare ma efficacissimo il cui fulcro è l'interazione fra i nove componenti. In questo la scrittura di Tini è brillantissima.
Dal punto di vista grafico è stata una bella sfida perché gestire nove personaggi, molto spesso in scena insieme, non è semplice. Tolte le differenze fisiche, ho dovuto fare un gran lavoro di caratterizzazione su espressioni e recitazione del corpo per ogni membro della squadra, per identificarne bene carattere e ruolo nella storia. Per esempio, a un Sunspot più solare ed espansivo, sempre abbastanza dinamico nella comunicazione, rispondono un Banshee più serioso e chiuso nel linguaggio del corpo, una Marrow sempre in tensione, presa dalla voglia di combattere, uno Strong Guy gigantesco e abbastanza goffo, soprattutto negli spazi ristretti dell'astronave e così via.
In più ho potuto ideare una nuova uniforme per la squadra! È in assoluto la parte di cui sono più orgoglioso. Ho cercato un compromesso tra classico e moderno utilizzando i colori iconici degli X-Men contrapposti alla grande X nel petto che riprende la grafica ideata da Tom Muller.
Dato che sul nostro sito abbiamo una rubrica dedicata alle First Issue, quale è quella a cui sei più affezionato? C'è un ricordo particolare che ti lega a essa?
Quello a cui sono più affezionato è sicuramente il primo numero di Secret Invasion perché è la prima volta che mi viene assegnata una serie. Finora ho sempre lavorato a one-shot o issue in cui più che altro avevo il compito di sostituire/far rifiatare il disegnatore principale.
Ci piacerebbe che ci descrivessi la nascita di questa prima issue e magari una tavola specifica che ha richiesto delle decisioni particolari, o che hai preferito realizzare rispetto ad altre.
Per Secret Invasion sono stato contattato ancora prima di chiudere il lavoro su Secret X-Men. Praticamente, finito uno, mi sono subito gettato sulle matite dell'altro. Senza rivelare troppo, il primo numero ha delle sequenze in cui si gioca molto con la tensione e l'ambiguità della situazione con una modalità quasi horror. A proposito di questo c'è una doppia splash tra le pagine di apertura, ambientata in una camera da letto, di cui sono particolarmente fiero perché ho potuto aggiungere un paio di idee che accentuano questo senso di inquietudine generale, appoggiate da Ryan North, lo scrittore, e Annalise Bissa, l'editor. Purtroppo non posso ancora mostrare la pagina, ma vedrete!
Per adesso hai lavorato principalmente per Marvel Comics. Se dovessi scegliere (o creare) un pitch ideale, sia su personaggi esistenti che creator-owned, cosa vorresti fare?
Mi piacerebbe molto lavorare su una serie sci-fi/cyberpunk, che permetta tanto lavoro creativo e offra un sacco di spunti narrativi interessanti. Sono comunque davvero affezionato al genere supereroistico, un po' per il divertimento legato al lavoro sulle pagine e sul character design un po' perché è sempre capace di rimanere attuale e coinvolgente per tutti.
In autunno è prevista una nuova Secret Invasion: cosa puoi anticiparci di questa nuova serie?
Ryan North sta scrivendo un gran bella storia, con un sacco di colpi di scena e una Maria Hill tostissima e padrona della situazione. Come accennato prima, si toccano diversi generi: c'è un po' la tensione dell'horror, soprattutto all'inizio, ci sono del thriller e una buona dose di action. È un po' meno incentrata sulle botte tra Avengers e Skrull camuffati da Avengers e più focalizzata sul descrivere un sistema che ha preso delle contromisure alla prima invasione, ma che comunque viene messo a dura prova. Poi sì, le scazzottate tra Avengers ci sono anche qui. Non vedo l'ora che possiate leggerla!
Intervista realizzata via mail nel maggio 2022
Francesco Mobili
Nato nel 1991, dopo gli studi alla Scuola Internazionale di Comics di Jesi ed essersi fatto le ossa con qualche casa editrice italiana, approda nel mercato americano dove, tuttora, si sta sviluppando gran parte della sua carriera.
Per Marvel Comics lavora su Old Man Hawkeye, Spider-Man, Venom 2099, Avengers: The Curse of Man-Thing, X-Men, Daredevil e Secret X-Men.
Collabora, inoltre, con Image comics alla serie The Scumbag di Rick Remender e con Boom! Studios come cover artist.
Attualmente è al lavoro sulla nuova serie Marvel Secret Invasion, in uscita a maggio 2022 negli Stati Uniti.