Top Ten 2010 – Elettra Stamboulis

Top Ten 2010 – Elettra Stamboulis

I migliori fumetti del 2010 secondo Elettra Stamboulis

ELETTRA STAMBOULIS
Associazione Culturale Mirada

 

1) Gaza 1956 di Joe Sacco (Mondadori)
Questo testo costituisce una nuova forma di letteratura disegnata, un saggio a fumetti di tipo giornalistico. Credo che sarà un punto fermo per chi si interessa del fumetto che si confronta con il reale. Edward Said l’avrebbe molto amato.

2) Disastri e resistenze di Seth Tobocman (Hazard)
Tobocman è un punto di riferimento per il disegno di protesta, militante, di denuncia nel mondo. Insieme ad Eric Drooker, altro grande assente dalla bibliografia nostrana se non per episodici incidenti, costituisce un’assenza ingiustificata dalle mensole delle librerie italiane. Finalmente è arrivato questo libro a darci almeno un assaggio di cosa significhi lavorare sul giornalismo e sul testo di denuncia usando il disegno come elemento interpretativo.

3) Logicomix di Apostolos Doxiadis, Christos H. Papadimitriou, A. Papadatos e A. Di Donna (Guanda)
È stato best-seller di Amazon, libro pluripremiato in tantissimi Paesi europei e non solo, fresco, di facile lettura e allo stesso tempo non semplificatorio, ha infranto un altro tabù del fumetto, ovvero ha affrontato i fondamenti della logica filosofica e matematica, rendendoli concepibili a noi miseri umani in una forma altamente godibile. Dieci e lode narrativo.

4) Mi ricordo Beirut di Zeina Abirached (Becco Giallo)
Zeina è spesso ingiustamente disprezzata dagli amanti dei fumetti perché “copia la Satrapi”, mentre quasi nessuno si è scandalizzato del fatto che Satrapi copiasse David B. Manca qualcosa in questi assunti, cioè che entrambe attingono all’iconografia naif, popolare del Medio Oriente, a cui anche lo stesso David B spesso si è rifatto. Ristabilito questo, si può apprezzare questo piccolo libro pieno di struggente nostalgia e poesia. In fondo ciascuno di noi potrebbe alla fine ricostruire il proprio “Mi ricordo” utilizzando il ritmo di Zeina.

5) Quaderni ucraini di Igort (Mondadori)
Si vede che qualcosa è cambiato nel granitico Igort. Una passione che si è resa incandescente nel disegno, più libero e puro, meno riutilizzato in forme che ricercano la perfezione e che finalmente lasciano maggiore spazio alla libertà. Egli è riuscito allo stesso tempo a farsi piccolo e lasciare spazio ai suoi testimoni. Un passo indietro, un gesto di dolorosa umiltà di fronte ad un dolore che non era diversamente recepibile.

6) Carlos Gardel di José Munoz e Carlos Sampayo (Nuages)
Carlos Gardel poteva essere disegnato e raccontato solo dal duo José Muñoz e Carlos Sampayo. Dopo essere divenuto uno stato della coscienza, nel meraviglioso film Tangos l’Exil de Gardel di Saura, ha mantenuto anche in questa interpretazione fumettistica un livello di referenza superiore, non è semplicemente il racconto di un musicista a fumetti, come tanti si sono visti, ma una trasposizione della musica in inchiostro.

7) Storie di Aleksandar Zograf (Coconino Press)
Zograf è uno degli autori più importanti a livello mondiale per quanto riguarda il fumetto autobiografico e giornalistico, eppure la sua origine balcanica lo ha sempre relegato in Italia ad edizioni appassionate, ma povere nella stampa. Finalmente gli è stata data dignità editoriale e ce lo possiamo gustare come si merita. Le Storie inoltre in parte erano inedite in Italia e comunque è come leggerle per la prima volta. Si scopre sempre qualcosa di stupefacente nei dettagli dell’autore di Pancevo.

8) Garibaldi di Tuono Pettinato (Rizzoli Lizard)
L’Italia si è desta e Pettinato pure. Il suo Garibaldi è insuperabile per grazia e ironia. Era difficile armeggiare con l’uomo più marmoreggiato d’Italia, trombettato e sbandierato. Tuono è riuscito a darci un’occasione non stupida di ironica rilettura.

9) Dentro la setta di Pierre Henri e Louis Alloing (Coniglio editore)
Cosa succede dentro Scientology? Ci si stupisce nella lettura di questa Graphic novel che affronta un tema tanto scabroso. Ottima sceneggiatura per un plot da adulti.

10) Diario di un addio di Piero Scarnera (Comma 22)
Pietro di fronte allo stato vegetativo del padre riusciva solo a disegnare, anche se nasce più scrittore. La costruzione della narrazione risente in modo molto positivo di questa prevalenza narrativa di Scarnera, non scadendo mai nella melassa o nelle tesi su cui ci si divide in televisione. Affronta il rapporto con il padre, un tema antico quanto la letteratura, rendendo l’esperienza limite che ha vissuto una cronaca delicata e rispettosa dell’altro.

 

MENZIONE STORICA

 

1) La storia dei tre Adolf (cofanetto) di Osamu Tezuka (Hazard)
Il capolavoro assoluto di Tezuka merita una presentazione che ne segni anche esteriormente l’importanza letteraria e da raccolta. Oltre all’importanza della ristampa di un lavoro così importante, anche la forma è eccellente.

2) Il grande male di David B. (Coconino Press)
Questo testo dovrebbe essere parte di ogni libreria di fumetto che si considera tale. Ristamparlo e dargli nuova veste editoriale è un atto dovuto di presenza in catalogo di titoli magistrali.

3) The Invisibles #3 di Grant Morrison e Phil Jimenez (Planeta De Agostini)
Grant Morrison è lo sceneggiatore più prolifico e difficilmente classificabile con categorie precostituite della Nouvelle Vague del Regno Unito. Fonde dadaismo, superoismo, cospirazione governativa e immaginario punk in tutti i suoi lavori più importanti. Gli invisibili sono sicuramente il capolavoro di questo sincretismo narrativo, uniscono situazionismo, fisica quantistica, cultura alternativa con un occhio profetico, come tutta la migliore della science fiction. Forse c’è qualcosa di questi giorni…Leggere Gli invisibili è drogante.

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