Il testamento di Magnus: La valle del terrore e le sue diverse edizioni

Il testamento di Magnus: La valle del terrore e le sue diverse edizioni

Dopo tre lustri dalla sua prima pubblicazione, la conclusiva, immane e travagliata, opera di Magnus rivede la luce, nel 2011, in due edizioni piuttosto diverse.

Dopo tre lustri dalla sua prima pubblicazione, la conclusiva, immane e travagliata, opera di Magnus rivede la luce, nel 2011, in due edizioni piuttosto diverse.

Messa da parte la lussuosa edizione di Alessandro Distribuzioni (1998), che ripubblica La valle del Terrore in un volume che rispetta il formato originale delle tavole, e tolta l’inevitabile ristampa del gigante nella riedizione di tutti i numeri del Texone nella collana “Tex Stella d’Oro”, la prima riedizione dell’opera di Magnus compare solo nel 2011, grazie a RCS Libri nella collana Lizard-Varia, dopo aver dato alla luce, nei due anni precedenti, altre due raccolte di opere del maestro emiliano, nella medesima collana e con lo stesso formato: Erotico e Fantastico – Opere 1980 1995 (2009) e Racconti erotici e dell’orrore (2010).

 

Rieditare vuol dire tradire?

La valle del terrore, RCS Libri, Milano 2011. Copertina

C’è da dire, subito e con rammarico, che quasi sempre gli editori, quando realizzano una collana, mostrano scarso rigore filologico per le pagine degli autori che la medesima ospiterà. Nel senso che quelle collane diventano il dolorosissimo letto di Procuste entro cui le tavole malcapitate si dovranno necessariamente adattare. È questa una spiacevole costante che percorre la storia dell’editoria popolare, dai tempi delle ristampe italiane dei comics USA, negli anni Trenta, sino alle ultime ristampe dei classici dei fumetti di “Repubblica” e compagnia varia.
Se questo atteggiamento, per quanto disturbante, può essere passabile per edizioni tutto sommato economiche, risulta viceversa fastidioso nel caso di edizioni più ambiziose, come quella di cui stiamo parlando.
La riduzione, nella ristampa Lizard, dell’originale bonelliano è di circa mezzo centimetro, quindi ancora accettabile. Eppure sarebbe stato auspicabile il rispetto di un principio fondamentale, nel momento in cui si ripropone un’opera di alto livello grafico, e cioè quello della fedeltà delle dimensioni come sono state originariamente concepite.

Il fumetto, in quanto forma d’arte riproducibile all’infinito, può essere goduto con la medesima qualità con la quale fu immaginato dal suo creatore originariamente. Seppure è vero che le dimensioni della stampa non corrispondono, effettivamente, a quelle della realizzazione, dal momento che i disegnatori usano di solito per comodità un formato più grande (in genere cartoncino di 36 x26 cm) rispetto a quello del prodotto finale, ciò non toglie che il disegnatore abbia bene in mente il formato definitivo e che la sua opera sarà influenzata, segnata e condizionata dalle dimensioni dell’albo che finirà nella mani del lettore.
La consapevolezza di questo fatto, e la conseguente applicazione, ritengo sia massimamente doverosa, per chi, da appassionato, propone opere ad altri appassionati, e, in particolare, quando si ha a che fare con opere di alta valenza stilistica, come questa di cui stiamo trattando.

 

Una riedizione deluxe

A parte questo appunto, bisogna dire che la fattura della riedizione RCS è senz’altro buona. La carta è di grammatura alta e piacevolmente lucida (anche se la ruvida opacità della carta dell’originale bonelliano nulla toglieva ai disegni di Magnus, anzi…).
Generoso è il corpo delle illustrazioni che include numerosissime tavole di prova, e bozzetti vari di cui i più interessanti sono quelli che riguardano il “Sutter’s Rest” (l’ultimo rifugio dello scespiriano Sutter), con le più svariate assonometrie, volte a calcolare persino i riflessi del sole e le ombre sugli edifici e sui personaggi. Tutto a ulteriore riprova dell’ardore, addirittura maniacale, con cui Magnus si dedicò all’opera. Completano inoltre l’appendice grafica del volume le tavole che l’artista bolognese realizzò come prova per il “Texone”: la reinterpretazione grafica dell’apertura della storia Uno strano incontro, già disegnata da Giovanni Ticci (testi di Nizzi) . Oltre al ricchissimo apparato di illustrazioni la ristampa RCS raccoglie, come extra, vari contributi testuali. Una introduzione di Giovanni Romanini (coadiuvante il maestro nell’opera) intitolata «Vai piano, vai piano», di tre pagine e qualche paragrafo.  Un pezzo di Fabio Gadducci dal titolo Con Tex devo fare cinema… di due pagine. Una introduzione di Andrea Plazzi alla sua intervista a Magnus intitolata «Quest’olio è buonissimo» (Intervistare Magnus). Intervista a Magnus, raccolta da Andrea Plazzi e da Edoardo Rosati, di dodici pagine (con foto che ritraggono l’artista  scomparso) intitolata Al servizio dell’eroe (È tempo di affrettarsi)”.  

Non viene riproposto invece l’importante apparato testuale pubblicato nell’edizione originaria, consistente nella introduzione di Sergio Bonelli (Le foglie di Castel Del Rio) e nel pezzo di Graziano Frediani sulla carriera di Magnus, intitolato La leggenda dell’uomo che non smise mai di cercare. Si perde anche la bella ricostruzione della vicenda storica e umana di John Sutter. L’edizione RCS sarebbe risultata senz’altro più preziosa se avesse dato spazio anche a questi testi che sarebbero risultati integrativi e complementari degli altri saggi pubblicati.

Onore al merito comunque a questa lussuosa edizione RCS che consente all’opera di Magnus di essere collocata in un posto d’onore negli scaffali, accanto a prestigiosi libri d’arte, come d’altronde merita.

 

Il colore di casa Bonelli

Copertina de La valle del terrore, collezione storica a colori

Nel 2011, Repubblica-L’Espresso, che cura con Sergio Bonelli Editore la ristampa degli albi speciali di Tex in una edizione a colori, arriva a ripubblicare La valle del terrore. In questo nuovo letto di Procuste le tavole di Magnus sono ridimensionate ancora di qualche altro millimetro; ma in questo caso il salto rispetto all’originale è più sostanziale, dal momento che sconvolge l’originale impianto in bianco e nero. Le ristampe a colori di Tex hanno sempre destato forti perplessità fra i critici e gli appassionati. Si è lamentata, da una parte una scarsa attenzione filologica, dall’altra una tecnica banale, volutamente miope e chiusa a una, sia pur prudente, sperimentazione. In ogni caso la colorazione è risultata insoddisfacente: i più generosi la hanno definita piatta, i più accaniti addirittura “oscena”  (www.lospaziobianco.it/35297-colore-sergio-bonelli-tex) .

Figuriamoci quali obbrobri si potevano  paventare da una colorazione posticcia applicata all’opera di un artista che si era fatto conoscere per i suoi neri profondissimi, contrastanti chiari abbacinanti!  Eppure in questa occasione si realizza un miracolo. 
Il colore, lungi dall’appiattire un’opera intensa e dettagliata, quale questo capolavoro dell’artista bolognese, riesce addirittura a regalare qualcosa in più che l’opera originaria non possedeva. Il colore esalta la deviazione liberty nello stile dell’artista maturo, ingentilendo le chine e offrendo un aggetto dei dettagli che il bianco e nero offriva con stento. 
Come esempio si osservino le pagine 112-114, dove gli sventurati Nukay e Li-Tao, condannati dalla setta dei “Vendicatori”, sono sottoposti a un terribile mortale supplizio.

La valle del terrore, collezione storica a colori, p. 114
(clicca per ingrandire)

I due vengono scaraventati in un pozzo dove saranno divorati vivi da una fiumana di ratti affamati. L’orrore che procedeva dai famelici roditori era appena percepito in quelle tavole in bianco e nero ove l’accurato dettaglio del tratto Magnus si oscurava nel nero delle pellicce delle immonde bestioline. Il nero nel nero suggeriva soltanto quelle immagini da incubo che invece appaiono, adesso, luminose per una attenta colorazione che dettaglia i corpi dei roditori uno per uno, ne illumina gli occhi di rosso, consegnando raccapriccio e pietà nei confronti degli sventurati, sensazioni che in parte restavano dissimulate dal filtro del primitivo bianco e nero. E d’altra parte anche nelle scene più luminose, la linea elegante di Magnus trova giovamento da colori puliti e chiari che ne esaltano il dettaglio.

Certo questa edizione smarrisce il significato caratterizzante di un’opera che era nata per essere in bianco e nero. Forse si perde l’intensità delle chine eleganti, i colori distraggono dal lungo tratteggio e dalle sue modulazioni. Così come i dettagli a volte sono esaltati dalla colorazione, qualche volta nascosti. Quest’opera è comunque un contributo notevole che non può sostituire l’opera originale, ma rappresenta senz’altro un qualcosa di più, uno strumento che consente di rileggere il capolavoro di Magnus da una diversa prospettiva che porta a una ulteriore esaltazione del valore del genio.

 


Abbiamo parlato di:
Tex, Albo speciale n. 9,La valle del terrore
Claudio Nizzi, Magnus
Sergio Bonelli Editore, 1996
244 pagine, brossurato, bianco e nero – 7.500L.

La valle del terrore,
Claudio Nizzi, Magnus
Alessandro Distribuzioni, 1998
volume gigante con riproduzione in misura reale delle tavole originali – prezzo n.d.


Tex, Tex Stella d’Oro n. 9 – La valle del terrore
Claudio Nizzi, Magnus,
Sergio Bonelli Editore, 2009
244 pagine , brossurato, bianco e nero – 5,80.€

Magnus, Tex, La valle del terrore
Claudio Nizzi, Magnus
Rizzoli-Lizard, 2011
306 pagine, cartonato, bianco e nero – 24,00€

Collezione storica a colori: Tex, La valle del terrore
Claudio Nizzi, Magnus
Repubblica-L’Espresso, 2011
204 pagine, brossurato, colori – 6,90€

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *