Rispetto al divertentissimo primo numero questo, dedicato all’esplorazione della bizzarra isola di Tanimbaru, appare più spento, meno vivace e soprattutto meno comico. Sono principalmente i tempi delle battute e degli sketch che convincono meno, anche per il disegno brillante, ma ancora chiaramente acerbo di Cella. Rimangono alcune trovate gustosissime (come gli uccelli Uela Uela) e una generale sensazione di goliardia che non dispiace affatto, ma a questo punto attendo ansiosamente la terza uscita, perché su questa serie sono pronto a scommettere.

Abbiamo parlato di:
Tanimbaru #2
Max Serin, Stefania Cella
Editore Publimax, 2005
52 pagine, spillato, colori – 2,50€

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