Che differenza c’è fra rischio relativo e rischio assoluto? Facciamo sempre parte della “popolazione di riferimento”? Qual è il potere predittivo di un test? Quanto può essere fondata un’accusa?
Che si parli di diritto, di prevenzione o sociologia, i dati statistici spesso hanno grande influenza su di noi, fino a poter indirizzare le nostre scelte.
Ispirandosi a fatti realmente accaduti, da approfondire seguendo i contenuti extra e i QR code in bibliografia, gli autori di Doctor G ci fanno riflettere sull’importanza dell’alfabetizzazione alla statistica.
Un racconto avvincente, che rivela le fallacie in cui potremmo cadere fidandoci di percentuali che non sempre sappiamo leggere correttamente.
Per saperne di più abbiamo intervistato Luana Caselli, Luca Iaboli, Grazia Lobaccaro e Marco Madoglio, ma prima ve li presentiamo brevemente, ripercorrendone le biografie.
Luana Caselli Ricercatrice in Neuroscienze fino al 2012, diversi viaggi in paesi a basso reddito l’hanno spronata a ottenere, nel 2010, un master in Cooperazione Internazionale all’Università di Modena e Reggio Emilia. Attualmente si occupa di grafica e divulgazione scientifica. Nel 2015 ha fondato L-INK, un progetto grafico-editoriale per la comunicazione della scienza.
Luca Iaboli Medico di emergenza-urgenza dal 2003, e diplomato in medicina Tropicale e Salute pubblica a Liverpool, è membro del gruppo di produzione e diffusione di informazione sui conflitti d’interesse, indipendenza e trasparenza in ambito sanitario Nograziepagoio.
Grazia Lobaccaro Disegnatrice. Vincitrice del 2° Concorso Nazionale ANAFI riservato a disegnatori esordienti (1997), debutta come professionista disegnando la trilogia Silent Dance (Esseffe edizioni, 1999). Pubblica negli Stati Uniti (Slave Labor Graphics, 2005) e si unisce allo studio Innocent Victim, disegnando per il progetto Quebrada. Ha pubblicato storie sugli antologici Mondo Naif e Mangazine 100 (Kappa edizioni) e ha adattato a fumetti l’opera di Claudio Monteverdi L’incoronazione di Poppea (I teatri, 2002). Ha collaborato con Lanciostory (Eura Editoriale) e ha disegnato la graphic novel Sotto un cielo cattivo (Magic Press), House of mistery n°12 (DC comics), l’inedito Clubbing in Tokio (collana Minx) e Carriera criminale di Clelia C. (Black Velvet Editrice, 2011). Ha collaborato come backgorund artist con Giuseppe Camuncoli su Daken (Marvel).
Marco Madoglio Soggettista e sceneggiatore. Collabora con Il Giornalino (Le avventure di De Pennutis&Falcon, Il Quaderno avventura), Super G (Sulla strada di Emmaus, premio Fede a Strisce 2015), le Edizioni Inkiostro (alcune storie brevi pubblicate su Denti), le SDF Edizioni (Banande e alcuni fumetti didattici) e ha lavorato per l’Editoriale Jacabook (La storia degli animali a fumetti) e la DeAgostini. Da diversi anni tiene un Blog: Scribacchiare.
Buon giorno ragazzi e grazie per la vostra disponibilità!
Vorrei ci parlaste di come è nato il progetto Doctor G: come vi siete incontrati? Perché avete scelto proprio il linguaggio del fumetto?
In principio c’erano Luca Iaboli (medico), Luana Caselli (ricercatrice) e la loro voglia di divulgare scienza in un modo diverso dal solito, con lo scopo di raggiungere il maggior numero di persone possibili, soprattutto i non addetti ai lavori. L’idea era quella di iniziare dal difficile, mettendosi subito alla prova: raccontare alcuni concetti di statistica base che nella nostra vita quotidiana sono importanti per prendere decisioni consapevoli per la salute ma non solo.
I due, grazie ad un amico in comune, coinvolsero lo sceneggiatore Marco Madoglio e, successivamente, la disegnatrice Grazia Lobaccaro.
Il gruppetto così formatosi, tagionando insieme, pensò di tradurre i concetti che si volevano trattare in una storia a fumetti, autoconclusiva e di genere, che avesse un protagonista (il dottor Eric “G” Gard), un antagonista (il dottor Carl Wenz) e dei comprimari.
Se proprio si volesse identificare il genere narrativo utilizzato sarebbe un mix di Medical Drama, Detection e Love Affairs.
Terminata la creazione del soggetto, della sceneggiatura, delle tavole disegnate e della corposa bibliografia posta in fondo al volume, Luca e Luana decisero di creare la casa editrice L-INK, per pubblicare Doctor G ed i volumi di divulgazione scientifica che verranno. La scelta del fumetto, come linguaggio, è stata fatta fin dall’inizio. Essendo una via di mezzo tra il cinema e la letteratura pensiamo che abbia tutte le caratteristiche di immediatezza, semplicità e chiarezza che servono per provare a coinvolgere un pubblico a digiuno di statistica, medicina e matematica, ma allo stesso tempo fornire una nuova prospettiva sull’argomento anche ad un pubblico preparato.
Vi siete ispirati a qualcuno in particolare per il personaggio di Doctor G?
Per il dottor Gard, dal punto di vista grafico si era pensato a Clive Owen, qualche tempo prima che interpretasse il medico nella serie tv “The Knick”, infatti quando iniziò la prima stagione fu una sorpresa gradevole e una conferma: voleva dire che il volto abbinato a quella professione funzionava!
Dal punto di vista narrativo invece il personaggio con cui vuoi confrontarti per forza, se vuoi raccontare la vita di un medico problematico, è Gregory House. O almeno per noi il riferimento è stato lui.
Quasi tutti i comprimari hanno i volti di medici, scienziati e personaggi legati alla salute, realmente esistenti o esistiti. In questo modo abbiamo voluto rendere un piccolo omaggio al loro prezioso lavoro e, terminata la lettura della storia, leggendo la già citata bibliografia, si potranno identificare tutti e approfondire le loro vite e le loro opere.
Il sommario del vostro fumetto presenta argomenti molto specialistici quali, fra gli altri, “il potere predittivo positivo di un test”, “la popolazione di riferimento”, “frequenze relative e frequenze naturali”, “la fallacia dell’accusa”, “rischio relativo e rischio assoluto”.
Quali criticità avete affrontato nello sceneggiare la storia e nell’inserire dettagli e spiegazioni nel racconto?
Quando si è pensato di trasporre a fumetti questi concetti siamo partiti da storie brevi autoconclusive.
La prima storia pilota è ambientata a Londra e racconta dell’allarma pullola anticoncezionale del 1995, un episodio realmente accaduto e che abbiamo utilizzato per spiegare la differenza tra “rischio relativo e rischio assoluto”. Nel realizzarla ci siamo resi conto che scienza e fumetti andavano d’accordo e quindi abbiamo creato altre quattro storie. Le abbiamo poi fatte leggere ad amici che ci hanno dato riscontri positivi, e successivamente ne abbiamo testato la comprensione attraverso un questionario. Contenti del risultato, abbiamo pensato di inglobarle e collegarle tra loro in una storia unica che non fosse un manuale di statistica ma una graphic novel vera e propria.
In questo modo il volume si può leggere in due modi: o tutto d’un fiato oppure a piccole dosi, leggendo gli episodi dell’indice indipendentemente dalla storia in base al tema che più interessa.
Il gioco, per quanto riguarda la sceneggiatura, è stato quello di provare a mantenere una narrazione quanto più possibile viva, interessante, fluida e coerente, in modo che tutti i pezzi combaciassero.
Per far questo abbiamo cercato di creare delle situazioni che permettessero l’inserimento delle storie brevi e alleggerire quanto più possibile le parti più dense di contenuti scientifici che le precedono e che le seguono, puntando sull’indagine di tre famosi casi di omicidio (OJ Simpson, Marta Russo e Wuppertal) e sulla tormentata storia sentimentale del nostro protagonista.
Per approfondire ulteriormente l’argomento vi chiedo di spiegarci la differenza fra rischio relativo e assoluto: come possono influire sulle nostre scelte? che ruolo hanno nella storia?
In Gran Bretagna, nel ’95, il Comitato sulla Sicurezza dei Farmaci invia a medici e farmacisti un avviso sugli effetti collaterali dei contraccettivi orali di terza generazione. Il comunicato dice che questi farmaci da poco lanciati sul mercato aumentano del 100% il rischio di trombosi agli arti inferiori o ai polmoni rispetto ai vecchi contraccettivi orali.
Il panico dilaga fra le giovani donne, che smettono di prendere la pillola, e un anno dopo in tutto il Regno Unito si verifica un aumento di 13 mila aborti. Che cosa è successo? Tutti, inclusi ginecologi e pazienti, non hanno approfondito l’informazione. Se avessero conosciuto la differenza tra aumento relativo del rischio (quello utilizzato dal comunicato: +100%) e aumento assoluto del rischio (da 1 caso su 7000 a 2 casi su 7000), avrebbero capito che il contraccettivo orale di terza generazione non è poi così pericoloso. I medici non avrebbero consigliato alle pazienti di non utilizzare la pillola e le donne non avrebbero smesso di prenderla. Questa storia ci insegna che lo stesso dato presentato in due modi diversi assume due significati estremamente diversi. Di solito, le informazioni sulla salute ci vengono comunicati in termini di variazioni relative, forse perché i grandi numeri catturano meglio l’attenzione. Ma grandi numeri possono anche generare ansie non necessarie e speranze non realistiche.
Il vostro punto di vista sull’interpretazione della statistica, specialmente correlata alla prevenzione medica e alla strumentalizzazione da parte delle case farmaceutiche, appare molto critico. Nel fumetto auspicate anche a una presa di coscienza diversa da parte dell’uomo sulla statistica.
“La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai nessuno è sano” attacca ironico Doctor G nelle pagine della graphic novel. In questa frase si può sintetizzare il concetto di disease mongering: disturbi comuni vengono trasformati in malattie, generando pazienti e incoraggiando più esami, con il solo scopo di favorire il mercato. La storia del disease mongering inizia con quella del Listerine, un prodotto nato per pulire i pavimenti che, in trent’anni e senza cambiare composizione, diventa colluttorio per curare l’alitosi, una non-malattia.
“Il trucco sta nel confondere il fattore di rischio con la malattia: osteoporosi non significa frattura, colesterolo non significa infarto…”
Come dice il nostro protagonista, un secondo modo per incrementare il mercato dei farmaci è incrementare il numero di malati, abbassando le soglie per definire le malattie e i fattori di rischio. Nel 1999, vengono modificati i valori soglia di certe condizioni comuni. Da quel momento, circa tre quarti della popolazione diventa malata.
“I medici sono burattini nelle mani delle aziende farmaceutiche che, con la montagna di denaro di cui dispongono, dettano le regole del gioco.” La forte critica nelle parole di Doctor G è diretta a quel sistema medico troppo spesso succube delle politiche del business dei farmaci. All’interno del fumetto viene spiegato come le case farmaceutiche siano solo aziende, il cui mestiere è vendere, e che quindi investono più nel marketing che nella ricerca. I medici, che si credono immuni, sono in realtà influenzati da abili strategie commerciali che badano più al profitto che all’efficacia effettiva del medicinale.
La maggioranza dei pazienti-cittadini, tra il 70 e l’80% della popolazione, crede che la medicina sia una scienza esatta o quasi esatta. Se si fa la stessa domanda ai medici si vede che la percentuale si riduce al 7 – 20%. Il nocciolo della questione è che le aspettative dei pazienti sulla medicina sono irrealistiche e i pazienti sovrastimano sistematicamente i benefici e sottostimano i rischi.
Questo è dovuto sia al fatto che il linguaggio scientifico sfrutta costruzioni verbali irragionevoli, sia all’uso improprio che generalmente si fa delle statistiche. Un esempio su tutti sono le statistiche applicate ai test di screening, ad esempio il test PSA per la diagnosi precoce del cancro alla prostata. Dire che un test di screening aumenta la sopravvivenza non sempre significa che quel test allunga la vita, la mortalità è sicuramente una statistica migliore… ma per capire meglio cosa intendiamo dovrete leggere Doctor G!
Se da un lato gli specialisti fossero più chiari e trasparenti nel comunicare i rischi, le probabilità e le incertezze della medicina e dall’altro i pazienti fossero coscienti del fatto che il medico non ha sempre ragione e non è infallibile, sicuramente le domande e le risposte legate a un test o a un trattamento sarebbero più precise e le scelte più informate.
“I numeri non devono far ammalare le persone, ma aiutarle a scegliere“.
In quale modo pensate si possa aprire un dibattito efficace sul tema?
Citando Doctor G: “Un giorno comprendere la statistica sarà fondamentale per l’uomo, esattamente come leggere e scrivere“. Ci rendiamo conto che l’argomento potrebbe sembrare ostico, ma se abbiamo deciso di parlarne è perché pensiamo che la comprensione della statistica sia la chiave per destreggiarsi meglio tra i numeri con cui dobbiamo confrontarci nella vita di ogni giorno. Dalla salute alla politica, passando per la giustizia… nel nostro fumetto riprendiamo casi giudiziari in cui l’interpretazione dei numeri è stata decisiva per il verdetto. Anche avvocati ed esperti forensi chiamati a testimoniare in tribunale spesso prendono degli abbagli che possono contribuire a condannare un innocente o a scagionare un colpevole. Questo per dire che l’analfabetismo statistico è trasversale e riguarda molti ambiti della nostra vita.
Aprire un dibattito efficace sul tema è difficile. Noi abbiamo scelto di lanciare un primo sasso utilizzando un fumetto. Può un piccolo evento, apparentemente insignificante, come un fumetto, modificare il futuro? Ovviamente ci auguriamo di sì, e a bbiamo inserito tra le pagine del nostro fumetto una farfalla svolazzante come simbolo di cambiamento, ispirandoci a un racconto di Ray Bradbury del 1952. In “A sound of Thunder“, nell’anno 2005, grazie ad una macchina del tempo, vengono organizzati dei safari temporali per turisti. Durante una spedizione in una remota epoca preistorica, un escursionista del futuro calpesta inavvertitamente una farfalla, e questo fatto provoca una catena di importanti conseguenze per la storia umana. Per la mosrte di una piccola farfalla preistorica, eventi a effetto domino cambiano per sempre il futuro. La nostra farfalla naturalmente non muore e speriamo continui a volare tra le pagine del prossimo fumetto.
Per finire: avete in programma presentazioni?
Doctor G, intervenuto di recente al convegno “Medici che nuotano fuori dalla corrente” a Udine, sarà in tour nelle prossime settimane con tappa a Reggio Emilia, presso la Biblioteca dell’ospedale
Santa Maria Nuova, a Napoli, al Congresso della Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza, e a Bolzano, nel corso di un evento dedicato al farmaco. Non mancheranno ovviamente presentazioni dal taglio più divulgativo: Doctor G è stato invitato a chiacchierare di scienza a fumetti a Manerbio, in un incontro organizzato dal Comune, e a Brescia, presso la casa editrice indipendente MalEdizioni. Tutte le informazioni sugli eventi in programma sulla nostra pagina facebook.
Intervista effettuata via mail nell’ottobre 2016.
Abbiamo parlato di:
Doctor G
Luana Caselli, Luca Iaboli, Grazia Lobaccaro e Marco Madoglio
L-INK, marzo 2016
180 pagine, brossurato, bianco e nero – 20 €
ISBN: 9788894115604