Atrocitus era forse il miglior personaggio tirato fuori durante la guerra tra i Corpi delle Lanterne, fatto salvo Larfleeze. Complesso. Animato da uno spirito autodistruttivo con un certo romanticismo di fondo. Un cattivo con possibilità di redenzione, insomma, ma non patetico.
Peter Milligan ci mette un paio di numeri di Lanterne Rosse: Sangue E Rabbia a rovinarlo e a rendere questa nuova serie Dc una specie di baraccone splatter senza capo né coda, che vanifica il lavoro fatto da Geoff Johns nel dare caratteristiche particolari ad ogni Corpo. Le Lanterne Rosse, infatti, animate dalla violenza della rabbia, erano un esercito di esseri incapaci di ragionare se non per istinto: Milligan, facendo precipitare Atrocitus in un mondo di paranoia e inquietudine che lo porta a risvegliare la coscienza e la razionalità di alcuni suoi soldati1, riduce il Corpo a un’accozzaglia di casinari e Atrocitus a una caricatura di se stesso, vittima degli stessi problemi di Sinestro con le Lanterne Gialle: entrambi eterni nemici, rinnegati dai loro stessi soldati. Il rapporto morboso tra il leader delle Lanterne Rosse e il cadavere di Krona, il Guardiano Pazzo, non aiuta a rivalutarne la figura, irrimediabilmente compromessa da questa run. Da valutare la new entry Jack Moore, la prima Lanterna Rossa terrestre dai tempi di Guy Gardner.
Si poteva lavorare meglio su questa idea di una serie a parte per il Corpo della rabbia. Soprattutto poteva lavorarci meglio Milligan, uno che quando ha avuto mano libera ha sempre prodotto situazioni interessanti, vedi X-Statix in casa Marvel, o la run di Animal Man di prossima pubblicazione proprio da RW Lion. Al confronto di fumetti veramente violenti ma con stile, e torniamo ad Animal Man, quello attualmente in edicola, questo sembra un giochino senza troppo senso. Nonostante ci si addentri nelle storie sul passato dei vari personaggi legati all’universo delle Lanterne, i background non si ispessiscono: rimangono figurini bidimensionali incapaci di comunicare coinvolgimento. Da numero a numero ci sono palesi pause narrative, irritanti, che confermano l’idea che sia una serie quasi ‘sforzatà.
Peccato, perché alle matite Ed Benes è in formissima e non sbaglia una tavola d’azione, perfettamente a suo agio con le azioni, certamente movimentate, del fumetto e in generale con il clima Lanterne, supportato in alcuni momenti da Diego Bernard: la qualità scende solo nel #6 americano, dove alle chine non c’è Rob Hunter, né il pool che lo affianca in qualche numero formato da Mark Irwin, Sal Regla e Dave Meikis, ma la sola Rebecca Buchmann, non all’altezza del livello dell’esperto collega. Benes è un Jim Lee più dolce, che scava morbidamente nelle figure, ma che mal si adatta comunque alle atmosfere che, forse, voleva creare Milligan: il tratto è perfetto, senza sbavature, per un fumetto fin troppo luminoso. Non è sbagliato il suo modo di disegnare, sempre ad alti livelli, ma è sbagliata la scelta di affidare a lui una serie con questo spirito. Ne esce un team-up autorale sbilanciato ed alterno.
Come al solito per i brossurati Lion il prezzo è totalmente fuori scala: 2,14€ a numero contro l’1,32€ a numero degli spillati da tre storie. E, questa volta, non basta la qualità del prodotto a giustificare questo rincaro. Completamente al di sotto delle aspettative.
Abbiamo parlato di:
Lanterne Rosse #1: Sangue e rabbia (Red Lanterns #1-7)
Peter Milligan, Ed Benes
Traduzione di Stefano Mozzi
RW Lion, novembre 2012
160 pagine, brossurato, colore – 14,95€
ISBN: 9788866912873
tra cui Bleez, protagonista di un’altra testata legata alle Lanterne, Green Lantern: New Guardians ↩