Per una volta Emiliano Longobardi abbandona il cuore del quartiere “rugginoso” – dove si svolgono la maggior parte delle storie di Rusty Dogs- e ci accompagna nei suoi confini “presentabili”, in uno dei complessi residenziali nati nello scorso decennio ai margini di molte città statunitensi. Quei quartieri diventati poi enormi cimiteri edilizi al momento dello scoppio della cosiddetta “bolla edilizia”, uno dei primi sintomi di quella che è la crisi che ancora oggi l’Occidente sta attraversando.
La trama segue da vicino due agenti della polizia in procinto di eseguire un sopralluogo in una delle tante villette a schiera abbandonate, ormai proprietà di una banca, dove talvolta si rifugiano i senza tetto. Longobardi sceglie di far entrare nella sua storia l’amara realtà della crisi economica e una volta di più dimostra quanto i suoi personaggi non siano definiti dal fatto di appartenere alle forze dell’ordine o a una banda criminale, bensì quanto le loro personalità e idee siano costruite sulle loro esperienze di vita. La sfumatura tra bene e male, giusto e sbagliato viaggia in una zona grigia, non identificabile con la divisa o l’abito che i personaggi indossano.
Ai disegni troviamo Cristiano Spadoni, copertinista di Julia e abituato alle atmosfere crime e noir, che ci regala tavole dotate di un efficace storytelling, con una griglia fitta e regolare in cui l’autore gioca tra il contrasto tra il bianco e nero di luci e ombre, riflesso delle anime dei protagonisti di Bank Owned.
Abbiamo parlato di:
Rusty Dogs #42 – Bank owned
Emiliano Longobardi, Cristiano Spadoni
http://issuu.com/rustydogs/docs/spadoni