Il ritorno di Giunchiglia

Il ritorno di Giunchiglia

In occasione dell'uscita del volume "Il Tomo Sacro", seconda parte della saga erotico-fantasy di Giunchiglia, incontriamo l'autore Giuseppe Manunta. Da scaricare alcune tavole e la copertina del volume in anteprima.

Il Tomo SacroDolcissima ed ingenua, maliziosa ed innamorata, Giunchiglia è la protagonista principale di questo fumetto in cui si mescolano il fantasy e l’erotismo, l’avventura e la magia. Nata dalla fantasia di Giuseppe Manunta, autore cui l’etichetta di fummettista erotico sta decisamente stretta vista la poliedricità delle sue realizzazioni, la serie giunta ora al secondo volume racconta le peripezie di un gruppo di personaggi assai particolari, le cui vite, per un motivo od un altro, sono rocambolescamente animate proprio dalla presenza della bella Giunchiglia. Nata dalla relazione tra una donna umana, Margareth, ed il re del Popolo della Foresta, Cernunno, soffre per la sua diversità fisica (ha la coda ed un minuscolo paio di corna) che la fa apparire come una creatura demoniaca agli occhi di molti. Tra questi purtroppo il principe Link, di cui è innamoratissima. Nel primo volume l’abbiamo vista sfuggire alle grinfie di Erma, regina degli ermafroditi, ma i pericoli per Giunchiglia ed i suoi amici non sono ancora finiti. Giuseppe Manunta ci parla del secondo volume, “Il Tomo Sacro”.

Ci siamo, Giunchiglia è tornata! Dopo essere sfuggita in extremis alle sue inseguitrici alla fine del primo volume, quali concitate peripezie si appresta a vivere in questa seconda avventura?
Dopo quattro anni editoriali scarsi, Giunchiglia ritorna finalmente nella sua amata Irlanda dove si troverà ad affrontare il suo passato che, come un brusco risveglio, la metterà di fronte alla cruda realtà, finora nascostagli dai suoi tutori e da un velo di ingenuità. Insomma inizia a crescere, a diventare adulta e a confrontarsi con problemi attuali che noi mortali conosciamo bene e viviamo quotidianamente… Poi c’é la parte fiabesca, un nuovo viaggio verso un’isola misteriosa, mostri pentaformi, libri magici, pirati, tutto per amore del suo principe Link…

Esaurito da tempo “Il Fiore d’Irlanda”, “Il Tomo Sacro” esce in occasione di Lucca Comics 2007, dopo essere stata serializzata sul magazine erotico Blue. Quali sono le tue aspettative? Hai già avuto riscontri da parte di chi l’ha letta sulla rivista?
L’aspettativa è che i lettori di Blue si avvicinino a Giunchiglia come quelli già fedeli al primo racconto. Tra l’altro il secondo, “Il Tomo Sacro”, l’ho scritto in modo che chi non avesse letto il primo non si sentisse spiazzato dalla trama. I riscontri sono venuti dagli addetti ai lavori, quelli dei lettori me li aspetto a Lucca Comics. Di solito in questi eventi ho l’opportunità di rendermi conto se quello che faccio è piaciuto, e da quattro anni a questa parte non posso essere che soddisfatto!

Piccolo passo indietro. Per chi non la conoscesse, come e quando nasce il personaggio di Giunchiglia?
Giunchiglia nasce in varie fasi e in tempi diversi, influenzato da gioie, dolori e passioni. La storia di base l’ho scritta credo nel 1989, ispirato dal ricordo del film “Le Avventure del Barone Munchausen”, ma né la figura né il nome di Giunchiglia esistevano ancora. Negli anni a seguire l’idea del racconto è mutata, si è arricchita di nuove svolte e di personaggi che aiutavano la narrazione, non amo molto quei racconti concentrati su un unico personaggio. Poi leggendo “Le Torri di Bois-Maury” di Hermann venne fuori l’idea di darle il nome di un fiore e di ambientarla nel periodo più buio della storia, dove il pregiudizio e l’ignoranza abbondavano e mietevano vittime, volevo parlare del disagio che i “diversi” si trovano ad affrontare quotidianamente. Ora avevo bisogno di un corpo, ed arrivo’ la telefonata provvidenzialmente dello sceneggiatore e mio mentore Giorgio Pedrazzi. Gli era venuta in mente l’idea di fare una storia per Blue su una donna gatto…la coda!!! Era perfetta, con le corna poi gli ho voluto dare un tocco “divino” e siamo arrivati al 1996…alcuni mesi dopo fu pubblicata per la prima volta su Blue.

Il tema centrale della serie è quello della diversità. Curioso che in un mondo popolato di folletti e uomini scimmia, ermafroditi e fatine volanti, Giunchiglia soffra per le sue deliziose cornine e per la coda. In una delle più belle scene di questo secondo volume la vediamo implorare un viandante cieco di tagliargliela. Qual è stata la scintilla che ti ha condotto ad una scelta tematica di questo tipo?
Forse il fatto di essere un introverso e la dislessia poi scoperta tardi, ahimé, hanno contribuito a rendermi “diverso” agli occhi dei miei compagni. Il carattere orgoglioso e la città difficile in cui sono cresciuto mi hanno aiutato a farmi reagire a quella situazione. Giunchiglia rappresenta tutte quelle persone che scoprono la “diversità” in maniera violenta attraverso la stupidità e l’ignoranza del prossimo, raffigurata nel personaggio narciso e presuntuoso del principe Link.

Come nasce la scelta di uno scenario fantasy, in cui si alternano avventura, magia ed eros, per raccontare questa saga?
La parola stessa Fantasy, fantasia, termine di origini greche, esprime un concetto di illimitata libertà di pensiero. Trovo che raccontare il genere fantastico trasformi la matita in una sorta di bacchetta magica che ti dona il potere di fare qualsiasi cosa, che nel realistico non trovo, vincolato da molte costrizioni. Poi l’eros, beh cos’altro c’é di meglio? Forse il cibo…

A mio avviso quella di Giunchiglia è una splendida serie corale in cui, oltre alla protagonista, ci sono molti personaggi interessanti dei quali pian piano cominciamo ad approfondire la conoscenza. In questa seconda avventura ci sveli importanti dettagli riguardo al legame tra Erma e Queer, sulla sorte di Leida, matrigna di Link, ed anche sulla difficile storia d’amore tra Margareth e Cernunno, i genitori di Giunchiglia. Hai intenzione di raccontarci ulteriori retroscena sugli altri protagonisti?
Se mai ci dovesse essere un ulteriore seguito, mi concentrero’ sulla figura di Meg, la fattucchiera, e sul lato oscuro della dolce Giunchiglia.

Altra straordinaria protagonista è la natura rigogliosa delle fatate terre irlandesi, così come il mare, spesso fonte di pericoli e avventure emozionanti. Ce ne parli?
Sono nato e cresciuto tra la Sardegna e Napoli, il mare è stato parte fondamentale della mia vita, i miei cugini pescatori mi hanno dato la possibilità di viverlo intensamente. Ricordo la sensazione di pace che provavo durante le immersioni, fotografavo i fondali mentre loro sgobbavano… ricordo i colori irreali della suggestiva Irlanda, dipingerli o fotografarli mi dà sempre molta gioia e quando posso li rappresento nei miei racconti.

GiunchigliaRispetto alle storie brevi pubblicate su Selen o ai fumetti realizzati per il mercato spagnolo, l’erotismo in Giunchiglia è piuttosto soft, o comunque mai troppo esplicito. Come mai questa scelta?
L’erotismo come lo intendo io è uno stato mentale… lasciare che lo sguardo percepisca solo il necessario e che l’immaginazione faccia il resto è più stimolante, è come essere accompagnato fino ad un certo, punto poi bisogna fare da soli…non a caso ho usato la figura di un cieco, un uomo che vive di immaginazione e per questo mentalmente libero. Anche qui, vedi, ritorna il tema della Fantasia. Poi ho sempre cercato nelle mie storie, anche quando lavoravo per la rivista Selen, di non cadere mai nella pornografia, o comunque di motivare attraverso il racconto alcune scene esplicite.

La struttura narrativa della serie è sostanzialmente quella dei volumi alla francese. Una scelta editoriale o stilistica?
All’inizio, quando preparai la prima sceneggiatura, non avevo in mente la Francia, anche se inconsciamente l’impostazione era quasi simile, le mie letture erano quelle in fin dei conti. Quando poi proponevo il menabo’ agli editori man mano cambiava in quella direzione, l’avro’ riscritto tre, quattro volte, Francesco Coniglio l’ha pubblicata perché non ne poteva più di leggere sempre nuove versioni! Cercavo di trovare un equilibrio tra l’Italia e la Francia senza perdere l’armonia della narrazione. In Francia, a differenza dell’Italia, si usano molte più vignette e non si ama che i disegni strabordino dalle stesse. Quando disegno una sceneggiatura distribuisco le vignette tenendo sempre presente il cambio pagina, lì dove di solito metto il colpo di scena. La suddivisione delle vignette per me è come comporre uno spartito musicale cercando di ottenere un armonia tra immagini e narrazione, del resto Frank Miller insegna.

A proposito di Francia, mentre da noi Coniglio Editore pubblica il secondo volume, oltralpe è da poco arrivato in libreria il primo, Le Fleur d’Irlande, che sarà seguito da Le Tome Sacre a gennaio. Si tratta di edizioni identiche a quelle italiane o hai apportato delle modifiche grafiche e/o narrative?
La prima volta che proposi Giunchiglia agli editori francesi non ando’ molto bene trovavano sconveniente il personaggio, era sempre nuda e non sapevano dove collocarla, se tra i racconti per adulti o no, il loro giudizio era quasi sempre superficiale… Poi l’amico e sceneggiatore Frédéric Brémaud ha fatto un gran lavoro di traduzione ed è uscita fuori l’essenza di Giunchiglia, un fantasy-erotico con una vena umoristica che rendeva tutto più leggero e divertente, ammorbidendo quelle scene che in un altro contesto avrebbero potuto turbare un certo pubblico. Per questo motivo poi ho dovuto cambiare la copertina, li uscirà in una veste nuova, poi mi chiesero di modificare anche il nome, di renderlo più “francese”. Lì pero’ mi impuntai e feci valere il mio nazionalismo, del resto loro ne fanno un vanto… Spiegai loro che il nome era un logo presente già da quattro anni sul mercato, e che ad esso era legato un concorso d’illustrazione nazionale… accettarono!

Giunchiglia a parte hai pubblicato diversi lavori in Francia. Qual è il tuo rapporto con quel mercato e, in relazione alla tua esperienza, pensi che sia più ricettivo di quello italiano?
No, non credo. Sono due mercati differenti, due modi di vedere le cose in ogni aspetto, sia tecnico che pratico, la differenza sostanziale è che li c’é una grande partecipazione di tutti. I fumetti sono venduti ed esposti nei supermercati, nei negozi di lingerie, sono alla pari dei più “nobili” libri e il lettore è più presente. Naturalmente i problemi li hanno anche loro e non va considerato certo il paradiso dei fumettisti! Forse l’Italia dovrebbe dare più credito e spazio al fumetto, una volta avevamo “Super Gulp”!!! La televisione, oggi più che mai mezzo mediatico per eccellenza, ha un appuntamento fisso con il Festival della Canzone, poi con quello del Cinema, perché non dà uguale importanza ad uno dei più antichi festival del fumetto, Lucca Comics? Forse i fumetti si venderebbero di più, chissà…

Sei già al lavoro su nuove storie con Giunchiglia e i suoi amici?
La sceneggiatura c’é già e sarebbe l’ultimo capitolo, ma dipende solo dal coraggioso editore Francesco Coniglio e da Pierre Leoni di Claire de Lune Editions. Vediamo quello che succede a Lucca.

Altre cose in cantiere, tanto per allettare i tuoi fan?
Sto lavorando ad un progetto erotico per la Francia scritto da Frédéric Brémaud, poi è di prossima uscita il racconto “Le Seigneur de Arkham” sempre per la Claire de Lune, un progetto con quei bravi ragazzi dello GG-Studio, “Gore” controcampo sul mondo delle fiabe, un gotico pulp. Un progetto con la Star Comics, e un altro con la Disney. Penso che basti! Comunque per saperne di più date un occhio al sito www.giunchiglia.it e con tutti ci si vede a Lucca. Grazie Andrea.

Riferimenti:
L’autore: Giuseppe Manunta
La casa editrice: Coniglio Editore

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