Di conigli disegnati il fumetto ed i cartoon sono pieni. Di Conigli editori, il fumetto italiano ne ha avuto solo uno, il più importante di tutti.
Francesco Coniglio, scomparso il 5 luglio 2023 all’età di 66 anni, è stata una figura quasi mitica del comicdom italiano, che – malgrado la stazza fisica falstaffiana assunta negli anni – ha attraversato con agilità, in tutte le sue forme. Come ricorda Andrea Mazzotta è stato:
“Editore e autore, mecenate e corsaro, amico e maestro involontario, scheggia impazzita e barra di navigazione in un mare editoriale da sempre in tumulto, senza mai scomporsi più di tanto.”
Peraltro, l’importanza dell’attività editoriale di Francesco Coniglio, non si ferma al solo mondo dei fumetti, basta pensare alla collaborazione con Alberto Castelvecchi in ambito letterario e saggistico ed alle tante operazioni, altrettanto importanti, nel campo della critica musicale.
Qui su “Lo Spazio Bianco” parliamo però di fumetti, perché amiamo i fumetti. Esattamente come li amava Francesco Coniglio che, a questo settore, ha dedicato gran parte delle sue energie imprenditoriali e creative. Nato a Genova e romano d’adozione, fin da giovane si appassiona al mondo delle nuvole disegnate. Rievocherà molti anni dopo in una intensa intervista con Giampiero Mughini:
“… La mia è stata la generazione dell’edicola, edicole che erano allora una miniera. Attorno a piazza Bologna, la piazza romana dove allora abitavamo, di edicole ce n’erano non ricordo più quante e di librerie ce n’erano una quindicina.”
Nel 1977 contribuisce insieme ad altri giovani studiosi di talento (Luca Raffaelli, Stefano Cristante, Luca Boschi…), all’affermazione della rivista/fanzine “L’urlo”, nouvelle vague intellettuale e coscienza critica del fumetto italiano. Di lì in poi, Coniglio ha attraversato tutte le stagioni del fumetto italiano ed ha contributo, in parte, a plasmarle.
Il Coniglio, il Lupo e tutti gli altri mostri
Nel 1989, crea con Silver l’etichetta ACME, costruendo attorno alla fattoria McKenzie, un prolifico assetto editoriale incentrato sulle testate “Lupo Alberto” e “Cattivik” (la rivista del Lupo arriverà in breve tempo a vendere 120.000 copie al mese). Tanto per capire la cifra del personaggio, mentre capitalizza il successo del genere comico, Coniglio – forte di una sensibilità unica nel cogliere lo spirito del tempo – si lancia in una impresa editoriale del tutto diversa: l’horror.
Sono gli anni del boom mediatico di Dylan Dog e del Dylan Dog Horror Fest: Coniglio capisce che una generazione di lettori/consumatori è pronta a ripartire da lì. Per quanto, testate come “Splatter” e “Mostri” verranno accusate, all’epoca, di scopiazzare in modo trasgressivo le atmosfere sclaviane e di traviare i giovani, rispondono ad una sensibilità ormai diffusa. Una sensibilità che Coniglio riesce a intercettare, dando spazio e voce a nuovi scrittori, disegnatori e redattori. Anche questa è una caratteristica saliente del personaggio e del professionista, come ci conferma il critico e autore Giuseppe Pollicelli, unito a Francesco Coniglio da una trentennale amicizia:
“Ha lanciato un numero incredibile di personalità del mondo dell’arte, non solo del fumetto. Per lui il merito era la cosa principale e amava riconoscerlo e valorizzarlo negli altri.”
Oltre a stringere duraturi sodalizi professionali con autori già attivi come Roberto Dal Prà e Laura Scarpa, Coniglio fa esordire in quegli anni tante nuove leve, tra cui citiamo per esempio: Gipi, Lillo e Greg, Francesco Artibani, Stefano Disegni, Bruno Brindisi, Paolo Di Orazio, Stefano Santarelli e Moreno Burattini che così ricorda la magica atmosfera dell’ACME:
“Ogni volta che vedevo Coniglio, tornavo a casa carico di cose su cui lavorare, avendo respirato l’aria effervescente di una redazione in cui si inventavano testate che erano proprio come quelle che io avrei voluto trovare in edicola: Torpedo, Cattivik, Lupo Alberto, Hard Comic Album, Animal Comic, Hey Rock, Ciacci, Zio Tibia …”
Successi in blue e mari in nero
La stessa energia creativa, e attenzione alla valorizzazione dei talenti, alimenta la stagione professionale editoriale successiva di Coniglio, peraltro, già avviata negli anni di ACME, quella di editore di fumetti erotici. Come per le iniziative precedenti, è quasi impossibile distinguere l’intuizione del Francesco editore, con il fiuto per il giusto business, dal gusto del Francesco lettore, curioso e raffinato. Lui stesso si raccontava così all’epoca:
“Io sono un appassionato diventato editore, e oggi pubblico i fumetti che un tempo mi sarebbe piaciuto leggere. Quindi esigo dagli autori un prodotto dignitoso, e cerco di metterli in condizioni di fornirmelo, offrendo loro giusti compensi e giusti diritti.”
Sta di fatto che con l’etichetta Blue Press, l’omonima rivista e le iniziative collaterali, Coniglio capitalizza un nuovo mercato. Le sue proposte danno dignità in edicola al genere erotico, fino ad allora confinato nel ghetto culturale del porno-pecoreccio cui solo pochi maestri (Crepax, Magnus e Manara) erano riusciti a sfuggire. Blue valorizza i fumetti e le illustrazioni erotiche di Massimo Rotundo, Filippo Scozzari, Carlos Trillo, Jordi Bernet, Massimo Mattioli, Roberto Baldazzini, Riccardo Mannelli, Franco Saudelli, Horacio Altuna, Wolinski, Mauro Uzzeo, Gianluca Costantini, Menotti, Paolo Bacilieri e Giovanna Casotto. Nella passione per il genere erotico, si riscontra anche la sua visione della vita che Giuseppe Pollicelli sintetizza con queste parole:
“Francesco rifuggiva da qualsiasi moralismo e preconcetto. Riteneva che qualsiasi cosa fosse piacevole per il corpo (cibo, Bacco, tabacco, Venere, etc.) , avesse legittimità. Come dicevano i latini: ‘omnia munda mundis’ (tutto è puro per i puri) e questo valeva, secondo lui, anche per le arti. Ha cercato di valorizzare questa visione anche nelle opere pubblicate.”
Nei momenti migliori, Coniglio arriva a tirature e vendite importanti con i fumetti erotici, così come fatto in precedenza con il comico e l’horror, legittimando il fumetto popolare all’interno di immaginari molto più ampi e d’attualità sociale.
Eppure dopo ogni grande successo, quasi sempre nel percorso dell’editore romano arriva un down altrettanto rilevante. Costretto a chiudere le vecchie etichette, per rinascere deve inventarsi incarnazioni editoriali sempre diverse: Mompracem, Macchia Nera, Mare Nero…
Coniglio fa scelte di pubblicazione sempre varie e di qualità. Si pensi al marchio Macchia Nera, con il quale porta in Italia, opere di grande valore come Strangers in Paradise di Terry Moore, Bone di Jeff Smith, Cages di David McKean. I risultati commerciali non sono altrettanto floridi, alcune volte addirittura disastrosi. Sempre con Giuseppe Pollicelli abbiamo ragionato di questo destino ciclico di trionfi e cadute:
“Francesco è stato ‘imprenditore’ nel senso più puro nel termine, quasi ostinato a volte nell’intraprendere imprese impossibili, laddove l’impossibilità però diventava un gusto che oltrepassava il fisiologico rischio d’impresa. A volte, inseguiva persino l’insuccesso pur di soddisfare il suo desiderio di pubblicare cose che riteneva giuste e meritevoli. C’era una irrefrenabile spinta ad andare oltre, che si rifletteva anche nella sua golosità sensoriale: il tanto fumo, il troppo cibo, etc. E questa ‘bulimia esistenziale’ si traduceva nella quantità sconsiderata di progetti in cui si immergeva, a volte fino a rimanerne travolto.”
Nel 2002, Francesco Coniglio ha creato la sua ultima etichetta, cui prosaicamente e, forse come piena rivendicazione di un percorso intellettuale oltre che professionale, ha dato il nome di Coniglio Editore. Un marchio con cui, ancora una volta, ha pubblicato di tutto, anche a scapito del mero calcolo economico. Si pensi, per restare al fumetto, a saggi di grandissimo valore per la storia e la comprensione del Fumetto come Prima pagare, poi ricordare di Filippo Scòzzari, Il pensiero disegnato di Daniele Barbieri e, ancora Fumettisti d’invenzione di Alfredo Castelli.
Ha continuato a lanciare testate seminali come “Animals” e contribuito all’affermazione di giovani autori poi diventati grandi personalità del nostro fumetto, come Makkox, Tuono Pettinato e tanti altri. Anche negli ultimi anni, nonostante i crescenti problemi di salute, non ha smesso di profondere passione e energie nei medium che amava, dalla musica al fumetto, cofirmando anche il coraggioso progetto di rilancio della versione italiana di “Heavy Metal” per Sprea Editore.
Il percorso professionale di Francesco Coniglio è unico nel panorama del nostro fumetto e la sua importanza nell’industria culturale del nostro Paese non è stata ancora indagata come meriterebbe.
Il ritratto che apre l’articolo è stato realizzato da Menotti. Si ringrazia Giuseppe Pollicelli per la disponibilità.
Gian Luigi Bona
9 Luglio 2023 a 12:06
Perdita enorme.
Marco D'Angelo
10 Luglio 2023 a 14:18
Assolutamente.