Ad un anno dalla pubblicazione per Sergio Bonelli Editore di Riflesso perfetto, la sua prima graphic novel come autore completo, in questa intensa videointervista realizzata a Romics, Mattia Surroz fa un bilancio editoriale ed espressivo dell’opera che ha raccolto consensi sia da parte della critica sia del pubblico, ottenendo numerosi riconoscimenti nel mondo del fumetto.
“Il fatto che questo libro esista è già un’eccezione.”
Ci spiega Mattia come non fosse partito senza grandi aspettative, realizzando l’opera in modo autonomo ancora prima di avere un chiaro approdo editoriale, e quindi non si aspettava i tanti apprezzamenti ricevuti dai lettori. La storia ha saputo toccare corde profonde in un vasto pubblico, oltre che conquistarsi premi e menzioni in molti festival, Romics prima di tutto e, poi, Etna Comics, Lucca…
“Il libro è ambientato in un ospizio e i protagonisti sono due persone molto anziane, cosa che nei fumetti non accade spesso.”
Riassume Mattia, rivendicando la scelta, non così usuale nel fumetto, di porre al centro della rappresentazione la vecchiaia e la fragilità attraverso personaggi anziani, evitando i soliti stereotipi legati all’immagine eroica o iper-femminile dei protagonisti classici delle narrazioni mainstream.
“Oggi invecchiare è comunque una colpa sociale.”
Sottolinea l’autore, ricordando quanto la nostra percezione del corpo e del processo di invecchiamento siano spesso il frutto di stereotipi tossici. Da qui, l’idea di dare voce nel racconto a personaggi e corpi che solitamente sono relegati a ruoli marginali.
Nella video-intervista, Surroz ha spiegato come l’ispirazione iniziale sia nata nel 2010, in parte influenzata dalla lettura della celebre graphic novel Rughe di Paco Roca, che ha aperto una via per narrare storie intime e apparentemente “piccole” ma che celano profondi significati. Paco Roca e… Gianni Gipi: Mattia riconosce un debito di riconoscenza anche con il grande fumettista ed amico che, per primo, l’ha spronato a portare avanti Riflesso perfetto, avendone riconosciuto da subito il valore.
“Dopo aver visto solo le tavole iniziali, Gianni mi ha detto: se non vai avanti, sei un cretino… ”
Riflesso perfetto, un elogio dei deboli
Surroz definisce la sua opera come un “elogio ai deboli”, un monito contro la procrastinazione e il mito della “seconda opportunità”.
“In Riflesso perfetto, il personaggio principale, Enea, non accetta sé stesso e vive un’esistenza segnata dal rimpianto, da quello che poteva essere e non è stato.”
Ne scaturisce un racconto a fumetti, sincero e non consolatorio, costruito sull’intrecciarsi di due piani temporali differenti, il passato e il presente.
“È stata la principale sfida tecnica. Ho utilizzato un ritmo regolare: eventi che occupano lo stesso numero di tavole, circa cinque per ogni sequenza. Così ho creato un equilibrio tra passato e presente, cercando di mantenere la tensione narrativa attraverso dettagli e micro-narrazioni. Per me era fondamentale che la storia fosse una sorta di monito: ‘Non fate come Enea’. Nella vita reale, bisogna cogliere le opportunità quando si presentano, perché non sempre c’è una seconda possibilità.”
L’intensa video intervista a Mattia si è svolta nel corso della 33° edizione di Romics, Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cosplay, Cinema e Games della Fiera di Roma di cui siamo stati media partner.