Mattia Surroz e il suo Riflesso perfetto

Mattia Surroz e il suo Riflesso perfetto

Intervista con l'autore di un volume anomalo in cui si parla di rimpianti e inattese ultime occasioni: Mattia Surroz, incontrato a Lucca Comics 2023.

Mattia Surroz, a un anno dalla conclusione della miniserie 10 ottobre in cui ha illustrato una sceneggiatura di Paola Barbato, ha presentato a Lucca Comics 2023 nelle vesti di autore unico Riflesso perfetto, un volume in cui si parla di occasioni perdute, di tempo che passa senza cancellare la forza di un sentimento e della poesia che esplode quando l’amore diventa avere cura della persona a cui si è legati. Abbiamo incontrato Surroz il 3 novembre 2023 presso lo stand Sergio Bonelli Editore, poco prima di essere raggiunto dai lettori in attesa di una dedica sul suo primo progetto solista per la casa editrice milanese.

20231103 122630Ciao Mattia, ben arrivato a Lucca e bentornato su Lo Spazio Bianco
Ben ritrovato a te.

Nel 2022 eri  qui nella veste di illustratore di 10 ottobre, la miniserie in quattro atti realizzata con Paola Barbato per SBE. A distanza di un anno presenti un volume interamente tuo, Riflesso perfetto.
Sì, si tratta del mio primo lavoro da autore unico. In realtà ho sempre scritto ma non mi era ancora capitato di pubblicare un’opera così corposa. Anche in questo caso in origine non avevo pensato a questo fumetto come un qualcosa che avrei visto pubblicato, né l’ho realizzato pensandolo come progetto che avesse quel destino. Ho iniziato Riflesso perfetto diversi anni fa, continuandolo e mettendolo da parte diverse volte. Nel 2020 l’ho terminato senza neppure sapere a chi lo avrei proposto, né avevo pensato che proprio in Bonelli trovasse una sua collocazione, anche perché, e per chi lo avesse letto è evidente, si tratta di un fumetto che si discosta parecchio da quella che possiamo considerare la tradizione bonelliana.
Ricordo che  l’ho fatto leggere a Michele Masiero in amicizia, sorprendendomi quando ho visto che ne era rimasto colpito, non solo da un punto di vista personale ma anche come editore, al punto di propormi di pubblicarlo  per la Bonelli.

Riflesso perfetto non parla di avventura, si tratta di un lavoro molto intimo non soltanto dal punto di vista personale ma anche perché i temi che tratta sono vicini a tutti. Il fumetto racconta di occasioni perse e del peso di alcune scelte, ma anche della capacità di riconoscere e cogliere una seconda occasione che la vita ti offre.
Una seconda occasione che arriva nel caso di Enea, il protagonista, forse troppo tardi, vero, ma la sua consapevolezza fa in modo che lui riesca ad accontentarsi di quel poco che arriva.  Quella che ho raccontato è una storia piccola, con confini stretti. Il presente di Enea e Giacomo è all’interno di un ospizio, un contesto che mi ha costretto a un’immobilità sia per l’ambiente sia nel trattare i corpi di persone così anziane, corpi che diventano limiti tangibili. Ho scelto un contesto in cui non succede nulla per raccontare, attraverso la lettura del secondo piano del racconto, ambientato nel passato, quanto la quotidianità immobile vissuta dall’Enea anziano sia invece accolta come un dono del destino.

La storia si sviluppa proprio su questo rapporto tra passato e presente dei due protagonisti, Enea e Giacomo, anche se da lettore quello che ci troviamo a osservare è il punto di vista, e soprattutto lo stato d’animo, di Enea.
Giacomo, tra l’altro, non dice una sola parola di tutto il libro. La voce che ascoltiamo è effettivamente solo quella di Enea, in veste di voce narrante ma anche per spiegare di cosa si stia parlando in entrambi i momenti del racconto. L’operazione che ho fatto è stata quella di affidare però al disegno e al suo potere evocativo tutto quello che potevo. Ho voluto che il disegno fosse narrante e quindi i silenzi di Giacomo sono riempiti dalle immagini che sono in parte i ricordi di Enea e in parte un presente in cui comprendiamo il suo stato, senza che ci sia il bisogno di raccontarlo a parole.

Il racconto gioca con due stagioni della vita, la giovinezza e la vecchiaia, ma anche con un diverso modo di vivere l’estate che passa dalla stagione delle occasioni perdute a quella dell’ultima opportunità di stare assieme.
In un primo momento non avevo previsto questo aspetto che poi ha invece preso il sopravvento, sia nel presente che nel passato, forse perché l’estate è anche il periodo che preferisco e quindi mi è venuto più facile raccontarla. L’estate è per i due protagonisti il momento in cui potrebbero svelarsi, sentirsi liberi, anche se diventa quasi una libertà effimera dal momento che parli di persone che l’estate non se la sono goduta, come spazio emotivo condiviso, né da giovani né da vecchi. Quando vediamo i due protagonisti al mare, in questa piccola vacanza, ci accorgiamo che per Enea è probabilmente il solo momento felice, la sua estate della vita arriva quando è disposto ad accogliere quello che il destino gli ha offerto, anche se fosse solo un’ultima estate con il suo grande amore.

Una tematica importante è l’approccio dei due protagonisti alla propria natura. C’è Enea che vive questa situazione con una perenne crisi tra quello che sente e quello che vive, mentre per il giovane Giacomo quello che è un atteggiamento più naturale verso la propria sessualità si concretizza in scelte decisamente inattese.
Entrambi, per un motivo o per un altro, non possono assecondarsi. Enea arriva al punto di negarsi tutto per tutta la vita, mentre Giacomo, in qualche maniera, si conforma rispetto a quello che il contesto richiede. Non so chi dei due sia stato più infelice, anche se immagino che sia Enea perché credo che tra non avere nulla e avere una qualche forma di amore, sia decisamente peggio la solitudine a cui Enea si è condannato da solo.

Giacomo scopriamo aver trovato in una figlia una forma di amore che a Enea è invece mancata.

Sì, Giacomo comunque una famiglia l’ha avuta. Giacomo non ha vissuto solo, come invece è successo a Enea. Giacomo comunque avrebbe avuto anche la forza, o il coraggio, di fare un primo passo che invece sono mancati a Enea. Tornando a quello che stavo dicendo proprio parlando di questa storia, e della natura dei personaggi, è importante comprendere che loro in realtà non avevano scelta ed è un aspetto di cui Enea è assolutamente consapevole e lo dice chiaramente quando confessa che loro due, i loro corpi, non avrebbero avuto un posto nel mondo. Tra loro purtroppo non poteva andare diversamente, perché la scelta l’aveva già fatta qualcun altro al posto loro.

Riflesso Perfetto 2Leggendo il libro, trattandosi di protagonisti anziani nel presente, ho pensato che il racconto che tu fai è un racconto di privazione affettiva che sembra appartenere al passato. Quanto la riflessione a cui conduci i lettori è attuale?
Sarebbe troppo bello risponderti che, sì, si tratta di un racconto ambientato nel passato, perché adesso è diverso. In effetti adesso è diverso, ma bisognerebbe capire dove lo sia davvero, perché geograficamente parlando, la storia di Giacomo ed Enea potrebbe essere drammaticamente attuale, e in effetti lo è. Ci sono zone del mondo in cui ancora oggi il loro destino di solitudine sarebbe lo stesso. Credo che il fatto che la loro storia sia ambientata in un contesto vagamente indefinito inviti a riflettere sul fatto che questo tipo di dinamica sia ancora attuale e che la sorte di Giacomo possa ripetersi anche oggi. E quindi no, purtroppo non è una storia che appartiene al passato, ma estremamente attuale.

Quanto di tuo c’è in questo racconto? È una domanda che viene spontanea quando si osserva quanto Giacomo somigli al tuo compagno.
È una domanda che continuano a farmi e sai che non lo so? Ovviamente si tratta di una proiezione. Dovendo fare una sintesi direi che ho dato a Enea una vita che per fortuna io ho deciso di non vivere. Non avendo io novant’anni e non vivendo in un ospizio ovviamente non si tratta di un racconto autobiografico, non in senso stretto, ma io sono anche convinto che quando si scrive inevitabilmente mettiamo nelle storie che raccontiamo, anche inconsapevolmente, un mucchio di cose nostre. Per me è stato naturale, ad esempio, mettere i due protagonisti nei luoghi da cui provengo senza che fosse una scelta pensata, ma perché avevo bisogno che si muovessero in contesti che conosco bene.

Facendo un passo indietro, vorrei mettere Riflesso perfetto e le sue suggestioni accanto a 10 ottobre. Entrambi i racconti parlano di convenzioni e del coraggio di affrontarle. In 10 ottobre la convenzione era una scadenza di vita che i protagonisti respingono. Anche Giacomo ed Enea si trovano a fare i conti con un altro tipo di convenzione e con il coraggio necessario a scardinarla pur di recuperare un tempo insieme.
Se avvicini le due opere è perché fondamentalmente entrambi i racconti spingono a interrogarsi sul senso della vita o sul valore che le dai. In 10 ottobre c’era un controllo di un fantomatico governo opposto alla necessità dei protagonisti di costruirsi una propria vita, darle un senso esattamente come succede a Enea con Giacomo. Non sappiamo, né ho voluto esplicitare, quanto Giacomo sia presente, molto si intuisce ma è un aspetto che ho lasciato alla sensibilità dei lettori. Il punto era l’aver voluto dare a Enea una vita che lui aveva solo immaginato forse troppo tardi, vero, ma allo stesso tempo ho voluto raccontare di un legame che supera il tempo e il destino delle persone stesse.

Grazie mille per la disponibilità, Mattia.

Intervista realizzata a Lucca Comics il 3 novembre 2023

MATTIA SURROZ

Valdostano, classe 1982. Inizia a pubblicare vignette per giornali locali all’età di diciassette anni e per anni collabora come illustratore con agenzie di grafica e pubblicità web.
Pubblica tre graphic novel, tra cui La storia sbagliata su testi di Bepi Vigna per 001 Edizioni e viene pubblicato come autore completo da Renbooks e Coniglio Editore.
Dal 2015 è autore Disney per Topolino e sempre nello stesso anno, all’interno del progetto Smart Comix di Fabio Celoni, pubblica Il suono della sirena, scritta da Mauro Uzzeo.
Suoi i disegni de L’ultimo tramonto, scritto da Marco Rincione per Shockdom.
Per Sergio Bonelli Editore, in coppia con Paola Barbato, ha pubblicato 10 Ottobre, miniserie in quattro volumi da poco approdata sul mercato francese. Riflesso perfetto è il suo primo lavoro come autore unico per la casa editrice milanese.

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