L’attivista francese José Bové divenne famoso al mondo nel 1999 grazie al movimento di protesta contro la catena di fast food McDonald’s arrivando a bloccare l’apertura di un suo punto vendita a Millau. L’essenza delle proteste del mondo agricolo (allora ma anche oggi nell’anno dell’Expo milanese) è quella di mantenere uno stile di produzione che sia sostenibile e rispettoso dell’ambiente, senza limitazioni dovute, ad esempio, alle quote latte (ormai cancellate) o al sovraffollamento, soprattutto quando l’idea non è sottrarre terreno per chi ha bisogno di una casa, ma per creare l’ennesimo quartiere extra-lusso.
È contro un progetto di questo genere che Nonna Papera si schiera come rappresentante del movimento delle Pannocchie, che richiama i tristemente noti Forconi italiani. La differenza, però, è netta: le Pannocchie sono pacifiche, non bruciano libri e si rifanno ai valori della tradizione, qui rappresentata da Cornelius Coot.
Marco Bosco e Silvia Ziche, dopo le due saghe precedenti, Papere alla deriva del 2007 e Dove osano le papere del 2012, ripropongono il quartetto Nonna Papera, Paperina, Brigitta e Miss Paperett in Papere alla riscossa, la più attuale e socialmente impegnata delle tre. Se da un lato ciò limita gli aspetti umoristici dello stile della disegnatrice, che si dimostra però abile ad esempio nella caratterizzazione di J. J. Airfried, volto mediatico degli avversari delle Pannocchie, dall’altro Bosco si concentra con efficacia sul racconto di quei valori di cui Nonna Papera è portatrice da sempre e che José Bové ha ben rappresentato nella vita reale.
Abbiamo parlato di:
Papere alla riscossa: primo episodio
di Marco Bosco, Silvia Ziche
su Topolino #3115, 5 agosto 2015 – Panini Comics
164 pagine, brossurato, colori, € 2,50