Orfani #8 – War pigs: La guerra degli Orfani

Orfani #8 – War pigs: La guerra degli Orfani

L’ottavo numero della serie di Recchioni-Mammucari costituisce uno snodo cruciale per l’intera serie, dove finalmente i personaggi acquistano il necessario spessore. Fra dissidi interni e dipartite eccellenti, War pigs segna un punto di non ritorno per le vicende degli Orfani.

Orfani n. 08Con un ritmo forse meno serrato dei precedenti numeri, Roberto Recchioni prosegue le vicende degli Orfani dopo le rivelazioni fatte nel numero precedente. Se, come di consueto, nella prima parte si racconta dell’addestramento crudele e spietato dei ragazzi, di particolare interesse è la seconda parte, che vede gli orfani in conflitto fra di loro, e raggiunge vette di drammaticità narrativa mai toccate prima dalla serie.

Sin dalla copertina, il protagonista indiscusso dell’albo è Jonas/Boyscout, che qui ci viene mostrato per la prima volta con una connotazione negativa, essendo dipinto quasi come il più spietato (e ottuso) dei soldati.
La sinergia fra passato e presente è molto funzionale nel voler descrivere il suo processo di maturazione: nel passato Jonas non esita a sacrificare se stesso per il bene del gruppo, su ordine di un sempre più machiavellico Nakamura; nel presente ad esser sacrificato Angry Jonas(su decisione dello stesso Jonas) sarà un altro componente degli orfani, in una sequenza fra le più riuscite dell’intera serie. E da questo evento la vicenda prende una piega inaspettata: il gruppo si spacca in due, incapace di sopravvivere al contrasto messo in scena sin dal primo numero, quello fra uomini e soldati, costringendo i fattori in campo a fare le proprie drammatiche scelte.

Il twist narrativo del numero precedente era un passaggio pericoloso per Recchioni, in quanto si rischiava uno stallo peraltro subodorato nei precedenti 7 numeri. La scelta di voler schierare i protagonisti, di stabilire nettamente chi degli orfani è “cattivo” e chi è “meno cattivo” (perché di “buoni” non se ne sono mai visti) è ardita e funzionale, e costringe i personaggi a crescere di conseguenza, a recitare finalmente una loro personale parte piuttosto che quella di un elemento di un gruppo pur eterogeneo.

Jonas shoot

Sul fronte dei disegni il lavoro di Davide Gianfelice è assolutamente in linea con la qualità media (altissima) della serie. Un tratto che concede poco alle atmosfere, perfetto quindi per le numerose scene d’azione presenti nell’albo, e anche (e forse soprattutto) per descrivere gli stati emotivi dei personaggi: la caratterizzazione grafica dello stesso boyscout è Banksypressoché perfetta, dalla rabbia per dover prendere decisioni auto-lesioniste nel passato alla fredda risolutezza nel dover sacrificare un suo amico nel presente.
Sfoggiando un gusto marcato per lo splatter (in cui fa capolino anche una citazione di Banksy), Gianfelice mostra il suo talento plastico e dinamico, coadiuvato perfettamente dai colori di Stefano Simeone, che mai come questa volta enfatizzano perfettamente il lavoro del disegnatore.

In definitiva War pigs può tranquillamente esser considerato come il miglior episodio sin’ora uscito: meno fracassone rispetto ai precedenti, molto più incentrato sui personaggi e sulle loro contraddizioni. Le rivelazioni fatte nel numero scorso hanno liberato in qualche modo la serie di un fardello che la appesantiva sin dal primo numero: chiarita la (fin troppo prevedibile) vicenda degli alieni, Recchioni può finalmente condurre la trama su binari meno sicuri. Il “rompete le righe” inscenato in questo numero dà nuova linfa alla serie, probabilmente il decollo definitivo per un fumetto che cominciava ad implodere a causa della sua stessa irresolutezza narrativa. Orphans Abbiamo parlato di:
Orfani #8 – War Pigs
Roberto Recchioni, Davide Gianfelice, Stefano Simeone
Sergio Bonelli Editore, Maggio 2014
98 pagine, brossurato, bianco e nero – € 2,90

Orfani n. 08

1 Commento

1 Commento

  1. antonio

    19 Maggio 2014 a 20:14

    ottimi disegni, cre creano uno straniante effetto cartone animato, ma tutto troppo serio e calcolato. Interessante il titolo che ricorda un grande pezzo dei Black Sabbath ripreso anche dai Faith no more….

Rispondi

Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *