
Sam Burke e Maximilian “Twitch” Williams sono due elementi che fanno parte dell’universo dello Spawn di Todd McFarlane fin dal primissimo numero, che segnò l’esordio del personaggio e della fondazione della Image Comics. Costante del lungo serial, i due poliziotti più terreni che mai sembrano richiamare versioni grottesche e hard boiled di Stanlio e Ollio e sono spesso stati presenti in diverse run, episodi e spin-off, compresa una run della serie Curse of Spawn. A queste comparse da comprimari segue un ruolo da titolari nella serie di 24 numeri a loro dedicata e scritta da Brian Michael Bendis nel 2003, prima che lo sceneggiatore (in stato di grazia) passasse alla Marvel Comics.
Con il varo dello Spawn Universe, McFarlane decide allora di dare vita a una nuova serie dove lui stesso, in collaborazione con lo sceneggiatore Jon Goff, decide di scriverne le storie: I Casi di Sam and Twitch.
Il primo ciclo della serie, composto da 8 episodi, viene presentato da Panini in un prestigioso volume cartonato intitolato “Nessuna buona azione resta impunita”.

Questa volta il carattere collerico del detective Burke gli costa non solo la sua sospensione ma anche quella per il collega Twitch, colpevole di coprirlo e proteggerlo come può. Ne nasce un litigio e una rottura per l’inseparabile duo. Contattato da un ex collega, Twitch, che ha anche problemi in famiglia proprio a causa del lavoro e di Sam, accetta di lasciare New York per dare una mano in uno spinoso caso nella piccola cittadina di campagna di Plainfield, Indiana.
In questo contesto la miniserie vede Twitch protagonista quasi in solitaria, immerso in un caso e in un racconto dalle meccaniche affascinanti che trascina il lettore. Le diverse linee narrative finiscono però per ingarbugliarsi nella fase finale della storia, depotenziandola e spingendo ad alcune risoluzioni semplicistiche e qualche forzatura.
L’approccio dichiarato dallo stesso McFarlane per queste nuove storie è quello di lasciare fuori o tenere a margine gli elementi soprannaturali, per concentrarsi su storie noir e hard boiled tra serial killer, crudezza e un’atmosfera sporca, ispirandosi palesemente al moderno solco della serie televisiva True Detective.
La scelta di Szymon Kudranski è un’ulteriore passo nella ricerca di quel senso di realismo e immersività. Il disegnatore polacco infatti usa il digitale per costruire atmosfere cupe e notturne costruite con un mix che rielabora anche dal fotografico. Un approccio, quello della colorazione digitale, che ha sempre rappresentato uno dei punti chiave e di successo di Image: dopo i colori vividi e intensi delle sue prime run, lo Spawn di McFarlane negli anni si è orientato sempre di più nello spostare l’atmosfera dai canoni supereroistici a toni più prettamente orrorifici e noir.
Kudranski si mantiene in questo solco e costruisce un’atmosfera inquietante in una storia spesso verbosa e ricca di dialoghi e, di conseguenza, piena di primi e primissimi piani. L’effetto sui volti è quello di un fotorealismo cromatico (da questo punto di vista il tratto del disegnatore cerca di ammorbidire un poco la sensazione fotorealistica sui tratti somatici, riuscendoci a fasi alterne) che sicuramente può trovare sia estimatori che detrattori.

A proposito di realismo e aspetto visivo, meritano una riflessione i due protagonisti della serie. McFarlane crea due figure grottesche e al limite del caricaturale, costruendo due personaggi dominati dai contrasti: uno grasso e uno segaligno; uno rude e burbero, a tratti impacciato, l’altro calmo, riflessivo e tiratore eccezionale; uno solitario, poco curato, l’altro, a discapito dell’aspetto da nerd sfigato da cliché anni ’80 – ’90 è sposato con una donna bellissima e ha numerosi figli. Sono una serie di elementi che farebbero facilmente pensare che i due rappresentino un elemento comico e macchiettistico. La potenza dei due personaggi, che ha permesso loro di ritagliarsi spazio e interesse nel pubblico, è invece sempre stata proprio in questo contrasto: a dispetto della caratterizzazione di facciata, Sam e Twitch rappresentano due figure estremamente solide e serie, due poliziotti integerrimi e dediti a una forma umana e fallibile di eroismo con cui fronteggiare criminali, corruzione, politica ed entità soprannaturali.
La gabbia è piuttosto regolare, prendendosi qualche libertà con soluzioni interessanti (la pagina e le vignette che si trasformano in pezzi di puzzle alla scoperta di una fossa comune di cadaveri del serial killer è un bell’escamotage: peccato rimanga un caso isolato), qualche splash page e alcune sequenze con tavole suddivise in strisce che orchestrano bene una scansione del ritmo ed evitano di trasformare le numerose sequenza di dialogo in rallentamenti o momenti di stanca.
Il volume può essere letto tranquillamente da neofiti che non conoscano nulla dei personaggi o dell’universo di Spawn senza che per questo possano perdersi dettagli importanti o avere l’impressione di trovarsi in mezzo a una storia già cominciata.
Il primo ciclo narrativo de I Casi di Sam and Twitch è un buon noir che, al netto di una parte conclusiva che perde leggermente di mordente e di solidità, prende il lettore e lo tiene comunque ancorato alle pagine fino alla fine. Un po’ più di mestiere probabilmente lo avrebbe reso una vera e propria chicca.
Abbiamo parlato di:
Spawn Universe presenta: I Casi di Sam and Twitch vol. 1 Nessuna buona azione resta impunita
Todd McFarlane, Jon Goff, Szymon Kudranski
Traduzione di Pier Paolo Ronchetti
Panini Comics, 2025
208 pagine, cartonato, colori – 26,00 €
ISBN: 9791221914290
