“Nico e Cice”: due ragazzi e un fantasma tra misteri, ricordi e leggende

“Nico e Cice”: due ragazzi e un fantasma tra misteri, ricordi e leggende

Enigmi, avventure e legami familiari in un fumetto che accompagna i giovani lettori in un viaggio tra i segreti del passato e le meraviglie d'Italia.

Nico Cice CoverNico e Alice, detta Cice, fratello e sorella, si trovano un giorno alle prese con un’eredità inaspettata e affascinante: una raccolta di diari di viaggio appartenuti al nonno e colmi di annotazioni, racconti storici e itinerari misteriosi. Insieme a questi i due ricevono una lettera che li invita a seguire le tracce lasciate tra le pagine, nelle quali sembra si celi un enigma che affonda le radici nella storia e che aspetta solo di essere svelato. Spinti dal desiderio di scoprire il passato del loro amato nonno, e di onorare il suo ultimo invito, i due decidono di partire per un viaggio attraverso l’Italia, alla scoperta di borghi ricchi di storia e leggende. Ma non sono soli: il nonno li accompagna sotto forma di un silenzioso e affettuoso fantasma che li osserva senza interferire, lasciando che siano i suoi testi a guidarli. I diari però si rivelano molto più di semplici resoconti: le loro pagine sono vere e proprie finestre sul passato, portali in grado di catapultare i tre protagonisti in altre epoche, dove divengono testimoni di brevi episodi che presentano momenti cruciali della storia di ogni città, e forse sono legati al mistero che i due ragazzi stanno cercando di risolvere.

È una trama (apparentemente) semplice, e accattivante, quella delle avventure di Nico & Cice, fumetto per giovani lettori il cui primo volume è l’inizio di una saga brillante e divertente che nelle intenzioni dei suoi autori sembra destinata a svilupparsi attraverso diverse località. Ogni puntata promette di svelare nuovi arcani legati alla figura enigmatica del nonno, offrendo al lettore un viaggio tra avventura, dramma, leggende, umorismo e tradizioni, dando così vita a un progetto molto simpatico e ben riuscito, a partire dai protagonisti.

Nico Cice Tavola3Nico, giovane aspirante detective pieno di brio e positività, è infatti un tipo buffo, pronto a gettarsi a capofitto verso l’avventura; ed è è piacevole anche Cice, che dovrebbe essere la persona razionale e “adulta”, quella col compito di trattenere l’irruenza del giovane fratello ma che finisce in breve per esserne a sua volta contagiata e travolta. I dialoghi tra i due sono ben scritti e divertenti, e la coppia appare “quella giusta” per il tipo di racconto. Anche il nonno, sebbene muto e deciso a rimanere nelle retrovie, è un personaggio che arricchisce molto la storia; anzi è forse il migliore tra tutti, dato che senza pronunciare una singola parola riesce a trasmettere allegria e divertimento ma anche tenerezza, malinconia, amore e nostalgia, elementi non scontati e promettenti.

Buona anche la trama, che si snoda attraverso brevi capitoli ambientati in epoche diverse, e la struttura simil-videogame del racconto, con nuove parti di diario che vengono “sbloccate” una volta che Nico e Cice hanno superato le tappe necessarie; e azzeccati anche gli inserti in prosa, che spiegano in stile documentario gli eventi che i nostri eroi vivono come fossero dentro un film, invisibili, mentre figure storiche si muovono davanti a loro rivivendo momenti salienti delle loro vite. Il ritmo della narrazione è sempre scorrevole, e tono e stile sono (quasi sempre) coerenti col tipo di racconto e di target che si vuole raggiungere. Antonio De Rosa, editore, soggettista e sceneggiatore, è a suo agio con la materia narrata, e promette bene sia sul versante più lieve che su quello più drammatico del suo racconto… se si esclude però qualche piccolo inciampo.

Ci sono, in effetti, alcuni (pochi!) appunti da fare a proposito della storia, soprattutto per quanto riguarda la coerenza interna. Molte cose vengono lasciate infatti prive di spiegazione, o introduzione. Per citarne alcune: il pur piacevolissimo fantasma del nonno che semplicemente è lì, come se nulla fosse, un dato di fatto, senza che si sappiano il come e perché della sua straordinaria presenza (ma probabilmente lo si scoprirà in un volume successivo). Inoltre, il mistero che porta con sé è talmente vago che risulta difficile capire se esista veramente, se sia una metafora, un pretesto per far rivivere ai nipoti la propria vita o altro, dato che gli indizi che ci vengono offerti sono rari e poco consistenti. È strano anche il fatto che i due nipoti assistano a eventi passati… che però poi sono contraddetti dagli appunti del nonno. Cice afferma che quello che stanno vivendo dovrebbe essere basato sulla memoria che l’anziano ha di quelle storie, che dunque potrebbero essere diverse dalla storiografia ufficiale; eppure quando poi legge il diario i fatti vengono narrati coerentemente.
Dunque dove sta la verità? Il fantasma sta via via perdendo la memoria? Ma come mai riesce a evocare quel mondo passato? Fa tutto parte di un progetto misterioso che ci verrà svelato negli episodi successivi? Può essere, ma è una scelta che non sempre si rivela azzeccata nei fumetti a puntate: il lettore di oggi, esigente e distratto, ha “bisogno” di avere al più presto quanti più elementi possibili, così da capire  se vale la pena continuare a seguire la storia; e lasciare sempre nascoste le proprie carte promettendo incredibili rivelazioni non giova, soprattutto se il percorso per raggiungerle è complicato. È anche strano, a questo proposito, il fatto che i due giovani debbano lottare per capire cosa il nonno abbia voluto significare in questo o quel momento della storia… quando in realtà egli è lì accanto a loro, e pur nel suo mutismo potrebbe benissimo concedere qualche indizio ai poveri nipoti… che anche considerando le  necessità di trama potrebbero interagire di più con lui e strappargli qualche segreto!

Nico Cice Page2Altro piccolo appunto, che però si può considerare un complimento: lo sceneggiatore si trova molto a suo agio anche nel registro narrativo drammatico. I brevi racconti ambientati nel passato sono narrati in modo approfondito e spesso carichi di pathos. Ma forse  troppo, considerando che in questo fumetto per ragazzi – oltre a dottissimi riferimenti al medioevo e un ricchissimo apparato di note – troviamo patti col diavolo, tentati suicidi, avvelenamento di suore con occultamento di cadavere, morti violente, omicidi su commissione, pestaggi, tradimenti e ricatti.
Qualcuno potrebbe avere da ridire sull’opportunità di citare episodi così truci all’interno di una cornice altrimenti leggerissima e divertente, e altri potrebbero trovare troppo faticoso il gran numero di annotazioni. Difficile capire quale sia la scelta corretta in questo caso; ma a favore dell’autore va sicuramente detto che se ci si prende il tempo necessario per esaminare con cura ogni episodio senza farsi distrarre dalle “violenze”, ci sono moltissimi spunti su cui riflettere, dai quali imparare e farsi ispirare. Forse molti più di quanto oggi si considera “lecito” offrire ai lettori giovani, fin troppo coccolati e tenuti al riparo da ogni rischio.

Anche dal punto di vista grafico viene raggiunto senza difficoltà un buon risultato. Lo stile di Riccardo Pieruccini si dimostra adatto al pubblico di riferimento e al racconto, e offre tavole lineari e corrette sia nelle anatomie che negli sfondi, sempre presenti e dettagliati senza essere eccessivamente pesanti o ingombranti. La linea chiara è coerente con il progetto e mantiene una sua omogeneità per tutto l’albo; i personaggi sono molto espressivi senza esagerazioni inutili o sguaiataggini; nella sua penna c’è un po’ di manga, un po’ di scuola Disney, un po’ di animazione e un po’ di personalità; e anche le varie epoche sono ben rappresentate. Rimane, a dire il vero, qualche semplificazione di troppo, qualche rigidità nei momenti d’azione e nelle anatomie, ma il segno è fresco e piacevole.

Interessante l’inchiostrazione, a pennello, china o digitale che sia, capace di arricchire le pagine soprattutto nei momenti in cui si fa più “sporca”, dinamica, abbozzata, aggiungendo tridimensionalità e personalità soprattutto alle figure umane. Sostengono il tutto dei bei colori d’impronta sempre chiara, piatti nella base ma resi tridimensionali da un accurato uso delle ombreggiature. E molto ben curati anche l’apparato redazionale, le note, lo sketchbook le biografie, a dimostrazione di un progetto grafico molto ricco e bello da vedere.

In definitiva, Nico & Cice si può considerare un esperimento riuscito, messo in piedi da Rider Comics, un editore piccolo ma dal catalogo già interessante. Nico & Cice è generoso nell’offrire spunti, temi ed elementi storici, riesce a essere d’intrattenimento ma nello stesso tempo a trattare temi complessi. A intrappolare la mente nelle sue spire e a far riflettere, valorizzare luoghi, tradizioni e fatti storici (il primo episodio si svolge a Lucca, città natale dei due autori) e a far emergere riflessioni interessanti, valori come l’importanza della famiglia, il piacere della scoperta, il piacere dell’intraprendenza. Soffre forse un po’ nel suo passare dall’allegria al dramma e chiede al fruitore molto, forse troppo, a livello di attenzione a causa di una trama stratificata e ricchissima di riferimenti; ma in un’epoca nella quale il disimpegno a volte sembra un dovere, anzi un dogma, è più necessario che mai un fumetto che racconti senza preconcetti e senza far sconti a chi legge.

Anche, e forse soprattutto, quando quel lettore è un adolescente.

Abbiamo parlato di:
Nico & Cice diari di viaggio: Lucca
Antonio De Rosa, Riccardo Pieruccini
Rider Comics, 2023
100 pagine, brossurato, colori – 13,00 €
ISBN: 9788894767711

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