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Nel segno di Devil: intervista ad Alex Maleev

Il celebre disegnatore bulgaro, ospite del Trapani Comix 2025, si racconta tra sperimentazione artistica, ricordi dagli anni ’90 e nuovi progetti.
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In un’edizione del Trapani Comix ricca di sorprese, tra gli ospiti internazionali ha brillato la presenza di Alex Maleev. Autore visionario e protagonista di una lunga carriera nel fumetto americano, Maleev ha conquistato il pubblico con uno stile oscuro e raffinato, reso celebre da opere come Daredevil, Sam and Twitch e The dragon run. In questa intervista ci parla delle sue origini in Bulgaria, del legame con Brian Michael Bendis, delle tecniche che hanno plasmato il suo linguaggio visivo e dei nuovi orizzonti artistici che sta esplorando tra pittura, copertine e storytelling d’avanguardia.

Ciao Alex e grazie del tuo tempo. Quest’anno sei uno degli ospiti internazionali del Trapani Comics. Cosa ti ha convinto a partecipare al festival? Ne avevi già sentito parlare o è stato il tuo primo contatto con la scena fumettistica italiana al di fuori delle grandi città?
So che ci sono molte fiere del fumetto in Italia,  ma è la prima volta che sento parlare di Trapani. A convincermi a venire sono stati i miei amici di Catania che mi hanno contattato e mi hanno chiesto di andare a trovarli a Trapani. Quindi, ora, grazie a loro, sono qui.

Hai iniziato la tua carriera negli anni ’90 pubblicando serie come Godan e Carthel of Dead nel tuo paese d’origine, la Bulgaria, sulla rivista Riko. Cosa ricordi di quel periodo, di quel mondo del fumetto? E come sei entrato in contatto con il mondo del fumetto americano?
Ricordo alcuni amici che cercavano di farsi strada nel mondo dei fumetti. E poiché non avevamo accesso a molti fumetti in Bulgaria – parliamo di prima della caduta della cortina di ferro, all’epoca in cui il regime socialista governava – non avevamo fumetti occidentali, erano proibiti. Quindi, con in mano pochissime informazioni, andando alla cieca senza sapere quello che sarebbe successo, abbiamo iniziato a fare i primi passi per creare delle serie a fumetti. Abbiamo provato, provato, provato. E a poco a poco abbiamo iniziato a imparare da soli. E da lì ho iniziato a capire che avrei potuto fare una carriera da questo, ma non mi aspettavo che sarebbe effettivamente successo.

Il tuo stile dark e cinematografico è diventato una firma visiva, soprattutto nel tuo lavoro su Daredevil e con Brian Michael Bendis. Come hai sviluppato quel tono e come si è evoluto nel tempo?
Pur essendosi evoluto durante il lavoro su Daredevil, è iniziato quando con Brian abbiamo lavorato su Sam and Twitch. È stato allora che ho capito che potevo usare disegni a penna e inchiostro, importarli in Photoshop e aggiungere le texture ai pennelli e allo sfondo. E ho scansionato le texture di stampe, incisioni all’acquaforte e litografie, cosa che facevo quando frequentavo l’Accademia di Belle Arti. Quindi, proprio grazie alle texture che ho applicato ai pennelli e agli sfondi di Sam and Twitch, ho trasferito la stessa tecnica agli albi di Daredevil. E nel corso dei 60 numeri che abbiamo realizzato insieme, naturalmente, senza che io ne fossi parte attiva, lo stile si è evoluto fino a diventare l’aspetto attuale degli albi e della serie di Daredevil. Quindi, è in parte un caso e in parte una scoperta artistica intenzionale.

A proposito di Daredevil, cosa ricordi di quel periodo, del lavoro che stavi svolgendo, delle sfide e dei momenti che più hai amato di quella serie? E quando hai capito che stava diventando una run storica, entrando a far parte di un pantheon di storie al fianco di autori del calibro di Frank Miller?
Prima di tutto, è stata una sfida enorme. Non mi sarei mai aspettato che durasse così a lungo. Ma ai tempi la Marvel pubblicava storie lunghe. Oggi, invece, tutto è racconti brevi. Da sei a dodici numeri al massimo. Ma Marvel Knights, quando fu creato negli uffici Marvel da Joe Quesada, ci diede semplicemente una casa dove poter raccontare storie più lunghe. Ed è per questo che ora abbiamo questa incredibile serie di Daredevil. Sono stato fortunato ad ottenere quel lavoro? Assolutamente sì. Sono stato assolutamente fortunato, ma è stato anche grazie al lavoro che abbiamo fatto su Sam e Twitch e che ci ha portato negli uffici della Marvel. E Brian, essendo già uno scrittore affermato, mi ha portato con sé, così abbiamo iniziato a lavorare. E Joe Quesada ha contribuito a far sì che tutto questo accadesse con la Marvel. Quindi, pura fortuna.

Hai legato gran parte della tua carriera americana a Brian Michael Bendis, con cui hai creato numerose storie, Daredevil ma non solo. Come è nata la vostra collaborazione e qual è, secondo te, l’elemento che la rende così vincente?
Brian scrive sceneggiature fantastiche. E per qualche motivo il suo stile è molto cinematografico e rispecchia anche il modo in cui mi piace raccontare storie. Credo che anche questa sia stata una pura fortuna, perché ci siamo incontrati e ci siamo sentiti a nostro agio con la nostra arte. Quindi, la collaborazione ha funzionato per entrambi, e a quanto pare ha funzionato per gli appassionati di fumetti. Abbiamo creato un sacco di materiale artistico e un’enorme quantità di testi. È una collaborazione che funziona, perché interromperla? Ci piace lavorare insieme, siamo amici.

Una delle storie che avete scritto, Infamous Iron Man, ha come protagonista Victor Von Doom, ovvero il Dottor Destino, che diventa una sorta di antieroe indossando un’armatura come quella di Iron Man. Pochi mesi fa, è stato annunciato che Robert Downey Jr., l’Iron Man dell’MCU, tornerà come Dottor Destino. Insomma, ci sono delle tangenze abbastanza evidenti. Cosa prova un artista nel vedere alcune delle sue idee reinterpretate in un altro medium?
Mi rende orgoglioso aver contribuito a questo progetto in qualche modo. Solo visivamente, ovviamente. Riconosco alcuni dei riferimenti visivi che usano, soprattutto all’inizio di Daredevil, la serie Netflix. E per me è semplicemente un grande complimento.

Ci sono progetti futuri nel campo dei fumetti che ti entusiasmano particolarmente o magari qualcosa di completamente nuovo?
Io e Brian stiamo lavorando a qualcosa. Si chiama Masterpiece, pubblicato da Dark Horse. Abbiamo appena terminato il primo arco narrativo e speriamo di continuare a lavorare molto presto al secondo. A parte questo, quello su cui mi piace molto lavorare in questo momento sono le copertine. E ne realizzo molte perché posso sperimentare con diversi stili di pittura. Realizzo acquerelli, acrilici e persino dipinti a olio. Al momento mi concentro sul colore, sulla pittura e sulle immagini monocromatiche.

Intervista condotta ad Alex Maleev il 25 maggio 2025 al Trapani Comix and Games

Alex Maleev

Artista leggendario, ha lavorato su personaggi iconici come Daredevil  – con storie che hanno ispirato la serie TV ora in streaming su Disney+ – nonché Iron Man, Moon Knight, Spider-Woman, Batman e tanti altri. Il suo stile cupo e realistico ha segnato la storia del fumetto. Ha anche illustrato per Magic – The Gathering e ha lavorato su franchise come Star Wars, Alien vs. Predator, Helboy, Spawn, Halo e l’adattamento a fumetti di La Torre Nera di Stephen King. Nel 2003 ha vinto l’ambito Eisner Award per il suo lavoro su Daredevil.

Maria Concetta Amato

Maria Concetta Amato

Nata nel 2000 a Palermo, ha sempre coltivato una grande passione per la letteratura e la scrittura. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere Classiche nel 2022, ha deciso di spingermi oltre i confini della tradizione, trasferendosi a Genova per immergersi nel mondo dell’editoria moderna. È lì che ho completato il suo percorso magistrale in Informazione ed Editoria, presentando una tesi intitolata Il Mercato del Fumetto Italiano: Analisi e Prospettive, una riflessione su un settore in continua evoluzione che non smette mai di affascinarla. Ama leggere, scrivere e perdersi nelle storie delle serie TV, ma ciò che più la appassiona è condividere queste riflessioni online. Il suo sogno è lavorare in una casa editrice, idealmente specializzata in fumetti, dove poter contribuire alla nascita e alla diffusione di nuove storie capaci di emozionare e sorprendere. Il suo obiettivo è trasformare la passione in un mestiere e contribuire a rendere il mondo dell’editoria un po’ più magico.

Emilio Cirri

Emilio Cirri

Nato a Firenze una mattina di Gennaio del 1990, cresce dividendosi tra due mondi: quello della scienza e quello dell'arte. Si laurea in Chimica e sogna di fare il ricercatore. E nel frattempo si nutre di fumetti e spera di poterne sceneggiare uno, un giorno. Il primo amore della sua vita è Batman, amico fedele dei lunghi pomeriggi passati a giocare in camera sua. Dai supereroi ha piano piano esteso il suo campo di interesse fumetto, sia esso italiano, americano, francese, spagnolo o giapponese. Nel tempo che non dedica ai fumetti, guarda film e serie tv, scrive recensioni e piccole storielle, e forse un giorno le pubblicherà su un blog o in qualche altro modo.

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