In un’intervista rilasciata nel 2006 alla critica messicana, Tony Sandoval parlava dell’impatto che aveva avuto su di lui scoprire che in Meet the Feebles Peter Jackson parlava di prostituzione, violenza e dipendenza dalla droga attraverso un film a pupazzi animati. «Pensai quindi: “E se provassi a realizzare un fumetto con uno stile infantile, ma che tratta temi forti?”».
Impossibile riassumere meglio il fulcro stilistico assolutamente personale di Sandoval, fumettista, illustratore e sceneggiatore nativo del Nord del Messico (Esperanza, Stato di Sonora, 1973), da anni trapiantato in Europa tra soggiorni a Barcellona, Parigi, Berlino e Ginevra.
L’ultimo suo lavoro, Mille Tempeste – pubblicato originariamente dalla svizzera Paquet ed editato a tempo record in Italia dai tipi di Tunué – non elude questa traiettoria.
Come spesso nelle opere di Sandoval, la protagonista è una “diversa”, non completamente a suo agio nella propria comunità: fisico e comportamento altri, Lisa è orfana di madre e vive con la madrina e il fratellastro, mentre il padre pare essersi allontanato da lei. La ragazza ama stare in solitudine a giocare con l’immaginazione nei vasti paesaggi che circondano la città, mentre il suo corpo si sta trasformando in quello di una splendida adolescente, attirando le attenzioni dei coetanei.
Ma soprattutto Lisa colleziona oggetti speciali, piccole ossa e sassi strani: le sue eccentricità la rendono una strega agli occhi dei bambini e degli anziani del quartiere. E in effetti la giovane ha un rapporto particolare con la magia: oltrepassato un albero-portale e trasportata in un mondo parallelo, prende alcuni denti da un teschio risvegliando l’anima di Ojdre, un demone che viene a cercarla nel mondo reale. Lisa deve dunque scontrarsi con un’armata di spiriti maligni per proteggere le persone a lei care e contemporaneamente intraprendere la strada verso l’età adulta.
Ancora una volta, Sandoval costruisce la storia su un doppio livello: quello fantastico ed epico del combattimento dell’eroina contro oscure forze del Male, e quello intimo della crescita interiore della protagonista, alle prese con il difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza. È in fondo questo secondo aspetto quello che più interessa all’autore: quei temi forti che sono la sua vera essenza tematica vengono trattati con tocco delicato attraverso una resa sfaccettata dei sentimenti, dalla prima sessualità all’emarginazione, dalle paure legate alla perdita degli affetti all’esigenza di conoscere sé stessa, in una prova metaforica che già la Mila di Watersnakes aveva dovuto affrontare.
Del resto i punti di contatto con la precedente graphic novel dell’autore messicano non si limitano alla somiglianza tra i percorsi delle due eroine. Oltre all’assurgere dei denti a oggetto magico e sacrale – qui quelli del teschio di un demone, in Watersnakes i bellissimi denti di Agnès – il collegamento tra i due volumi diventa esplicito in una precisa sequenza. In un bosco fatato accompagnata da spiriti benevoli Lisa si imbatte proprio in Mila, anima persa tra i suoi sogni, in una scena che è l’esatto contraltare di quella comparsa nel volume precedente – dove Mila viveva lo stesso momento, incrociando Lisa con il suo elmo e gli spiriti.
Mille Tempeste e Watersnakes paiono dunque formare un dittico, una saga dal sapore epico, caratterizzata da una narrativa sospesa che si rifà espressamente al realismo magico di Gabriel García Márquez – diventando quasi un “realismo magico-oscuro”, ha affermato l’autore stesso – come alle radici latinoamericane risale il trittico tipicamente sandovaliano di sesso, amore e morte.
L’intera storia oscilla tra un’astratta modernità e un immaginario ottocentesco, mentre il paesaggio immaginato da Sandoval omaggia la sua terra d’origine insieme a panorami dal sapore nordico, con cieli dalle tonalità grigio e seppia. Un universo reso visivamente alternando preziosi acquerelli – usati per cadenzare drammaticamente il racconto, oltre che per enfatizzare momenti particolarmente onirico-emotivi come le scene nel mondo parallelo e il sogno della Lisa del futuro – a uno stile deliziosamente grafico. Lo splendido tratto, caratterizzato da un uso simbolista e allo stesso tempo armonico del colore, e la magistrale suddivisione narrativa della tavola danno prova della maturità acquisita da questo autore dalla formazione autodidatta. L’espressività e la forza metaforica delle tavole di Sandoval da sole valgono la lettura di questa graphic novel.
Se dal punto di vista estetico il libro è perfettamente riuscito, è invece sul piano testuale che sorgono dei dubbi, a partire da un impiego a tratti didascalico delle battute.
A una buona caratterizzazione di ambiente e personaggi a inizio volume si oppone una frettolosa conclusione del racconto, che lascia oscuri alcuni passaggi. Se questa può essere una precisa scelta per inserire l’opera – come si diceva prima – all’interno di un affresco narrativo più ampio, il finale non convince del tutto. Il rischio che Mille Tempeste venga accolta da alcuni lettori come una pregevole repetitio cum variatio, con punti di simbolismo troppo oscuri e fini a sé stessi, è reale.
Il fascino maggiore di questo autore resta dunque quel suo talento nel mescolare elementi epici e immaginari visivi provenienti da tradizioni differenti, risultato di una vita nomade tra Vecchio e Nuovo Continente: da paesaggi e narrazioni dell’America Latina a creature fantastiche del Nord Europa, da spunti alla Jeff Smith di Bone al surrealismo onirico di pittori connazionali quali Remedios Varo.
Le matite, le chine e i colori di Tony Sandoval vanno perfezionandosi sempre più, portando a una coerente rielaborazione di un personale lirismo grafico.
Abbiamo parlato di:
Mille Tempeste
Traduzione di Ilaria Gaudiello
Tunué, maggio 2015
144 pagine, cartonato, colori – 18,90€
ISBN: 9788867901364