Massimo Giacon: tra telefilm, presepi, fumetto e design

Massimo Giacon: tra telefilm, presepi, fumetto e design

Massimo Giacon è un artista eclettico: si muove con facilità tra fumetto e design e spesso le due carriere si contaminano a vicenda. Lo abbiamo incontrato per parlare delle sue due più recenti opere: “Ed è subito serial” e il “Calendario dell’Avvento Alessi”, realizzato insieme a Massimo Jori.

Massimo Giacon (1961) è un illustratore, designer, musicista, disegnatore di fumetti. Tante carriere per un artista eclettico e sempre alla ricerca di nuovi modi di raccontare nelle varie attività che porta avanti contemporaneamente.
In campo fumettistico nel 2015 insieme all’autore Tiziano Scarpa è stato insignito del Premio XL al Comicon di Napoli per la graphic novel
Il mondo così com’è.
Nello stesso anno, per Il Sole 24 Ore Cultura
ha dato alle stampe Ettore – Mr. Sottsass Jr. e il mistero degli oggetti, omaggio alla vita del suo maestro nel campo del design, Ettore Sottsass Jr.
Al legame tra design e fumetto in un certo modo ritorna anche con la sua ultima opera,
Il Calendario dell’Avvento Alessi, realizzato insieme a un altro fumettista e designer, Massimo Jori, edito da Panini Comics. E sempre con la casa editrice di Modena ha pubblicato la sua ultima graphic novel, Ed è subito serial, un excursus tra il serio e il faceto nel mondo dei serial televisivi.
Noi abbiamo chiacchierato con Giacon proprio di queste sue due più recenti “creature”.

In Ed è subito serial illustri e commenti 100 serial (o telefilm o sceneggiati, come si diceva una volta), in maniera ironica ma allo stesso tempo attenta. Come nasce il progetto?
Il progetto è nato quasi per scherzo, nel senso che, pur senza nessuna velleità da influencer, era da un paio di anni che su Facebook scrivevo le mie recensioni su quello che vedevo in televisione, ma in modo assolutamente spontaneo, senza pensare di fare il maestrino. Se c’era qualcosa che mi piaceva ne parlavo bene, se invece era ridicolo e mi veniva un’idea, disegnavo una vignetta comica. Poi passavo la giornata ovviamente a chattare con chi era d’accordo e con chi odiava la mia opinione. Scuzzarella di 001 edizioni un giorno mi becca a Lucca Comics e mi dice: ma perché invece di cazzeggiare su FB non fai diventare queste recensioni un libro? Io ci ho pensato un po’, in effetti era una buona idea, ma dovevo trovare la chiave perché non diventasse solo un libro divertente di recensioni a fumetti, ma un vero graphic novel sulle serie TV. Ho messo in piedi un progetto e l’ho presentato a Diego Malara, Sara Mattioli e ovviamente a Marco M.Lupoi di Panini. Dopo le prime pagine non riuscivano più a farne a meno e così il libro è andato avanti.

In alcuni casi non sei riuscito a evitare qualche spoiler. Trattasi, come ben saprai, di peccato mortale. Cosa hai da dire in tua difesa?
Il libro si rivolge a spettatori esperti, ma anche ai totalmente ignoranti, ho spoilerato solo sulle serie concluse da anni, e spero di averlo fatto stuzzicandoi l’attenzione senza raccontare troppo. In nessuna delle pagine del libro compare in effetti una trama completa, anzi, a volte c’è giusto un indizio che dovrebbe spingere ad approfondire o a evitare .

Da qualche tempo, i serial basati sui fumetti proliferano e i due mondi sembrano contaminarsi a vicenda come non mai dal punto di vista narrativo. Da artista eclettico attivo in più ambiti come giudichi questa tendenza?
Preferisco le serie TV originali, non derivative. So che nel futuro questa tendenza sarà sempre più in voga, e che molti editori di fumetti la vedono come la scialuppa di salvataggio per il loro parco personaggi e storie, ma se devo fare un paragone tra le serie nate direttamente per la televisione e quelle tratte da fumetti, devo dire che la bilancia “qualità” pende decisamente dalla parte delle prime. Ci sono dei serial-fumetto buoni, ma ancora non ho visto capolavori paragonabili a Twin Peaks o Breaking Bad. La storia dei serial è relativamente giovane, un po’ più del cinema, ha trovato sulla sua strada David Lynch, Sorrentino, Soderbergh, chissà cosa avrebbe potuto fare oggi con questo linguaggio Kubrick o Fellini.

Invece, da dove nasce e come nasce la sinergia Panini/Alessi che ha portato alla pubblicazione del Calendario dell’Avvento, tua seconda recente creatura con la casa editrice di Modena?
È stato causato da una serie di fortunate coincidenze. Marcello Jori ed io (soprattutto Marcello) da tempo volevamo fare un Calendario dell’Avvento, ma Alessi ci aveva sempre detto di no. E questo non perché non la ritenesse una buona idea, ma perché non sapeva in che maniera affrontare problemi cartotecnici che non facevano parte dell’esperienza dell’azienda. Parlando della cosa (sempre durante una Lucca Comics, evidentemente crocevia di idee), con Sara Mattioli di Panini, mi è stato offerto questo strano connubio. Così, come Marcello ed io abbiamo cominciato a collaborare insieme, anche Panini e Alessi hanno unito le forze per questo oggetto-libro, che si troverà sia in libreria che nei corner Alessi.

Disegni oggetti di Natale per Alessi dal 2005 e le varie statuine da te progettate sono tutte confluite in questo Calendario. Tuttavia, la tua collaborazione con la fabbrica di Crusinallo si avvia a toccare quota venti anni, se non mi sbaglio. Qual è il segreto per una così lunga collaborazione in un mondo come quello del design nel quale non sempre i rapporti tra progettisti e aziende sono, per così dire, semplici?
Devo dire che nell’arco di vent’anni non si può andare sempre d’accordo, e la storia di tutti i progettisti è fatta di sintonie, ma anche di tanti , tanti progetti mancati, e in genere per colpa di nessuno in particolare. Nel Calendario non ci sono solo le mie statuine, ma anche i personaggi creati da Marcello Jori. Intenzionalmente volevamo farli dialogare insieme, per dare un segnale, fare vedere che invece di combattere a colpi di royalties e rivalità all’interno della stessa fascia di prodotto, si può anche collaborare per la curiosità di vedere cosa succede, nella tradizione migliore della creatività.

Con tutte le statuine che hai creato per Alessi, ma anche con altri prodotti di design, hai dato vita a una sorta di “universo Giacon” (è una tua definizione presa dalla nostra ultima intervista). Adesso che questi tuoi oggetti di design diventano personaggi del Calendario, vedi in loro anche il potenziale per renderli protagonisti di un tuo fumetto?
Sarebbe bello, ma dei personaggi del Presepe cosa possono raccontare di diverso da una storia legata alla natività? Non me lo vedo come un gruppo di personaggi tipo villaggio dei Puffi o villaggio di Asterix. Mi piacerebbe creare delle storie trasgressive ambientate nel periodo e nella ambientazione natalizia della natività. Ad esempio, cosa succede dopo la nascita di Gesù alle persone che vivono lì ? Magari sono pure scocciate, e si chiedono come mai i Re Magi non hanno donato anche a loro qualcosa, scoppiano gelosie e invidie… Ma ovviamente non accadrà nulla di tutto ciò perché i miei personaggi stanno ben così, congelati in un non-tempo.

Nel Calendario si “incontrano” le tue creazioni natalizie e quelle di Marcello Jori per Alessi: com’è nata questa sinergia tra voi, come avete progettato insieme il “libro-calendario” nel quale sono ben distinte le tue pagine e quelle di Jori?
Il calendario si è costruito pezzo per pezzo, io ho disegnato la “plancia” e Marcello l’ha colorata con i suoi magnifici acrilici acquerellati. Io aggiungevo una pagina e lui scriveva un testo, lui mi mandava un disegno e io lo impaginavo. Devo dire la verità , abbiamo improvvisato su un canovaccio come due attori della commedia dell’Arte.

Con Jori vi siete trovati talmente bene che avete deciso di creare per Alessi anche un nuovo presepe. È un preludio a collaborazioni future anche in ambito fumettistico?
In ambito fumettistico, non so. Marcello è molto geloso delle sue storie, e poi da tempo preferisce fare fumetti per le Gallerie d’arte e non per gli editori di settore, come la sua strepitosa mostra su Pinocchio  ora visitabile presso la Galleria Mazzoli di Modena. Abbiamo iniziato questa collaborazione da poco, chissà dove ci porterà?

Ma, in conclusione, dicci la verità: fossi costretto a scegliere tra fumetto e design, a quale delle due carriere rinunceresti? Ovvero, più seriamente parlando, quali sono dal tuo punto di vista i pregi e i difetti delle due professioni e dei due ambiti?
Il fumetto consente più controllo su tutti gli aspetti del prodotto finale, in genere difficilmente un editor demolisce il tuo lavoro, di solito ti supporta e anche se non è detto che ti assecondi totalmente in genere nel mondo del fumetto, soprattutto se sei un professionista,  non ci sono molte ingerenze  (magari a volte sarebbe meglio se ci fossero). Nel mondo del design ti devi confrontare con molte problematiche e dialogare con persone di questioni non solo formali o “filosofiche”, devi affrontare problemi relativi a materiali, ingegnerizzazione, produzione, costi. Mi piacciono tutti e due i mondi, quello un po’ autistico del fumetto e quello più sociale del design, poi è un’altra questione se io piaccio  loro, il che è tutto da vedere. Se dovessi scegliere tra i due mondi però, per rispondere alla tua domanda, io sceglierei il fumetto, che a distanza di anni ho sempre pensato come a un complicato  progetto di design, ingegneristico e architettonico.

Proprio il mondo del fumetto ti ha regalato un premio che tu hai sempre detto avere un valore aggiunto perché assegnato dai lettori: nel 2015, insieme a Tiziano Scarpa, avete ricevuto il Premio XL al Comicon per Il mondo così com’è.
Il Mondo Così Com’è è un libro che ho fatto con Tiziano Scarpa, che è qualcosa di più che un semplice sceneggiatore, e sottolinea una linea di demarcazione tra il mio lavoro nel fumetto prima e dopo. È secondo me l’opera che ha cambiato anche il modo con cui io sono stato poi percepito da pubblico e critica: non solo Giacon, il curioso personaggio eclettico, ma anche un autore in grado di raccontare ed emozionare.

Un grazie infinito a Massimo Giacon per il suo tempo e la sua disponibilità.

Intervista realizzata via mail nel mese di novembre 2018

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