Da regista ad autore di fumetti: esplorando il Guaglione-verse

Da regista ad autore di fumetti: esplorando il Guaglione-verse

Fabio Guaglione si presenta a Lucca con tre progetti editoriali e l’annuncio di una cine-collaborazione con Roberto Recchioni.

È difficile non venire coinvolti dal sincero entusiasmo di Fabio Guaglione. Il regista, che con Fabio Resinaro ha realizzato i film rivelazione Mine e Ride, arriva a Lucca nei panni di autore per presentare tre progetti editoriali diversi ma che manifestano la sua voglia di esplorare universi narrativi.

Buongiorno Fabio e ben trovato su Lo Spazio Bianco. Arrivi a una Lucca finalmente partecipata con tre nuovi progetti: che effetto fa tutto questo?
Fa molto effetto per vari motivi. Il primo è che si ha quasi l’impressione che due anni siano stati cancellati. Ci troviamo in una Lucca pienissima di persone super entusiaste, vissuta senza particolari misure restrittive dettate dal Covid: se uno non sapesse cosa sia successo negli ultimi due anni, cioè se uno si fosse addormentato a febbraio 2020 e si fosse svegliato adesso, non noterebbe nessun cambiamento. La mia presenza qui mi fa effetto soprattutto perché, essendo da sempre un lettore appassionato di fumetti, a Lucca sono stato diverse volte, mai però come autore. Sto facendo una fiera per me inedita, nella quale ho firmacopie e tre progetti miei in giro: Mr. Evidence con Bonelli, Carnivalia che è il terzo volume del mio progetto con Panini e il libro game di Ride, edito da Need Games!. Devo confessare che mi emoziona viverla in questo modo, partecipare a delle cene, viverla con professionisti straordinari da cui mi trovo ad apprendere continuamente.

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A proposito di cose fatte, si inizia con Mr. Evidence. Si tratta di fumetto che appare quasi in continuità con Simulacri e Eternity. Tutti e tre parlano di fragilità e solitudini. In Mr. Evidence al centro del racconto abbiamo patologie della mente, come nasce?
Mr. Evidence è un progetto nato dalla volontà di creare un procedural atipico nel quale a differenza dei procedural classici, non abbiamo investigatori che hanno a che fare con degli assassini e che ricorrono allo studio del DNA, a balistica e a tutti quelli strumenti a cui siamo abituati, fino ai profiler. Partendo da uno spunto di Fabio Resinaro, abbiamo immaginato un percorso investigativo condotto da persone con sindromi mentali particolari come se in virtù di questo loro ‘potere’ potessero capire quello che avviene dentro alla mente di un serial killer e condurre quindi un’indagine partendo da un modo diverso di percepire il mondo che li circonda.
I quattro di Mr. Evidence, ad esempio, possono entrare in un centro commerciale e capire solo in base ai comportamenti delle persone chi è borderline, chi è ossessivo compulsivo cogliere tutti quei segnali che potrebbero portare a devianze gravi, fino all’omicidio.
Partendo da questo ci siamo andati oltre e abbiamo iniziato ad indagare quale sia la linea che demarca la separazione tra la massa e un assassino, come si definisce e si riconosce il Male?
I protagonisti di Mr. Evidence si trovano a indagare su assassini che gli assomigliano sul piano clinico, interrogandosi anche su come una personalità disturbata possa diventare un omicida e se l’omicidio fosse quasi una conseguenza del loro stato o se ci sia altro.
Il loro non è solo un punto di vista, ma è anche la consapevolezza della propria fragilità a quel tipo di deriva.
Nel tratteggiare i protagonisti abbiamo voluto costruire quindi personaggi iconici, ai quali un lettore non solo possa volere bene o vedere in azione, ma anche possa empatizzare, riconoscendo nelle loro esasperazioni cliniche qualche fragilità propria. L’imperativo è che i soggetti scelti avessero disturbi reali, non semplicemente funzionali al racconto.

I quattro protagonisti sono chiamati a mettere in comune le loro criticità, non i loro superpoteri. Cosa puoi raccontare di questi Fantastici Quattro sui generis?
I quattro protagonisti sono Mr. Truth, Verità, un soggetto ossessivo compulsivo assolutamente convinto che la verità stia nell’ordine. Si tratta di una persona ossessionata dai dettagli, dai tic delle persone che incontra, ma che cerca sicurezza anche ricercando ordine nei sogni o nelle emozioni che prova. L’estrema razionalizzazione è un tentativo di dissociarsi dalla componente emotiva, compresa la paura.
Miss Nerve, che potremmo tradurre in Miss Sangue Freddo, è invece una ragazza con una sindrome particolare a causa della quale le sue terminazioni nervose non comunicano più col cervello, quindi non sente niente, non sente dolore né dal punto di vista fisico – e infatti rischia (e prova spesso) di farsi male – ma è insensibile pure emotivamente. La sua è un’apatia cronica compensata dal sarcasmo che è esso stesso parte del suo quadro clinico.
Poi c’è Mr. None, Mister Nessuno, che è affetto da una mimesi iper-empatica: tende a replicare i comportamenti e i modi di pensare di tutte le persone che con cui interagisce per un meccanismo di compiacimento. Si tratta di un camaleonte psicologico talmente capace di interiorizzare le personalità altrui da perdere la propria, letteralmente.
Con loro c’è infine Mr. Pain, Mister Dolore, che partendo da una malattia fisica che causa la desquamazione della sua pelle e dalla reazione provocata in cui lo guarda, ha sviluppato una sindrome per cui dice di poter sentire il dolore e di poterlo leggere come fosse un codice. In pratica, come in Matrix, lui legge il linguaggio del corpo decifrandolo istantaneamente.
Queste quattro condizioni comportano disagi, ma anche punti di vista così borderline da renderli eccellenti profiler.

In questo conteggio manca Mr. Evidence.
Sarà spiegato nel secondo volume, Mr. Evidence non è una persona, ma un concetto.

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Tu hai un’esperienza di regista che si è trovato a realizzare un’opera in un linguaggio attiguo ma diverso. Come ti aiutato l’esperienza da regista nel realizzare questo lavoro e come siete arrivati alla sua veste grafica?
Sicuramente, a parte tutta la fase iniziale di character design dei personaggi, Mr. Evidence ha sentito l’influenza della serialità televisiva. Per quanto abbiamo cercato di fare un fumetto per amore del fumetto, siamo comunque rimasti legati alla grammatica delle serie tv.
In Mr. Evidence l’approfondimento dei personaggi passa da dialoghi e dalle loro relazioni prima che dalle azioni, il tutto in spazi statici come una quinta teatrale. Avendo ambientato tutto il primo numero in una clinica, abbiamo avvertito l’esigenza di variare la colorazione, giocando con prospettive e cambi di luce.
In tal senso l’attenzione alla recitazione dei personaggi è stata resa dal nostro disegnatore, Fabrizio Des Dorides, che è partito dalla sceneggiatura, l’ha interiorizzata e ha restituito una visione dinamica dei dialoghi: è soprattutto suo lo studio per differenziare la postura dei personaggi e per creare quella corrispondenza tra i dialoghi e il linguaggio del corpo , elemento questo decisivo per la resa grafica.
Per la cura che abbiamo messo in dialoghi e interazioni, Adriano Barone, il nostro cosceneggiatore, partendo dall’assunto che un fumetto è soprattutto immagine, ha definito Mr. Evidence un fumetto anti-fumettistico: definizione affascinate ma che non mi trova completamente d’accordo perché non sempre è così.
Mi spiego meglio: nel realizzare questo fumetto sono stato molto influenzato da autori come Warren Ellis o Grant Morrison. È vero che alle volte fanno esplodere la tavola nell’immagine, ma è altrettanto vero che spesso la tavola esplode soprattutto per quello che mettono nei balloon.
L’intenzione era di creare un fumetto super denso, che invogliasse anche alla ricerca di indizi che sono ovunque con lo scopo di fare in modo che quando il lettore arriva alla fine e un grosso mistero viene svelato, possa dire: “Ma porca miseria! ci potevo arrivare!”

Quanti saranno volumi che costituiranno Mr. Evidence?
Otto e stiamo cercando organizzare uscite trimestrali.

WhatsApp Image 2023-02-01 at 08.24.53Se è vero che con Mr. Evidence sei arrivato a Lucca con un progetto al suo esordio, con Panini invece sei al terzo volume di un progetto iniziato con Quarantine Prophets e continuato prima con Carisma e che adesso con Carnivalia.
Vero, Carnivalia è il terzo volume di questa che mi piace definire non trilogia, ma triade.
In Quarantine Prophets, fumetto thriller, scifi, raccontiamo che cosa succede in una prigione in cui ci sono dei super tizi che hanno dei poteri che hanno a che fare col concetto di visione, usandoli come metafora del rapporto che spesso abbiamo con il ‘genio’.
Carisma è per me un X-File dell’anima. Si tratta di procedural investigativo sovrannaturale, su eventi come possessioni demoniache e simili. I protagonisti in questo caso sono un esorcista e una neurobiologa, sospesi tra esoterismo e approccio empirico.
Carnivalia, infine, è un’avventura di young-adult fantasy che si basa su un concetto semplice, ossia che esiste una maschera che ogni duecento anni è in grado di trasformare alla fine di un rito le persone in quello in cui sono travestiti.
Se all’inizio ci troviamo in un rito tribale, durante il quale tutti hanno addosso pelli di animali e alla fine di quel rito sono tutti trasformati in rinoceronti, tigri o zebre, immaginiamo e raccontiamo cosa accadrebbe due secoli dopo se quella stessa maschera finisse a una festa di oggi in cui tutti, eccetto il protagonista, avessero un travestimento.
Immagina cosa accadrebbe se succedesse a Lucca durante il Comics, per esempio.
L’incipit di Carnivalia è in realtà lo spunto per esplorare il concetto di maschera. Spesso si pensa alla maschera come qualcosa che si indossa per fingersi qualcun altro. Io penso invece che al giorno d’oggi una maschera è una cosa che si indossa quasi più per essere sé stessi: può essere un make-up, può essere un cosplay come quelli che incontriamo a Lucca o persino un atteggiamento che indossiamo per proteggerci o, alle volte, per essere come vorremmo essere. Nel fumetto raccontiamo cosa succede se la maschera fosse permanente.

Carnivalia si inserisce in questa triade che annuncia un quarto volume destinato a mettere in sincronia i primi tre.
Il quarto volume non sarà semplicemente un modo per collocare tutto nello stesso universo, ma sarà una cosa decisamente più audace. Da principio con Panini ci siamo preposti di creare storie che tra loro fossero completamente autonome, storie con toni diversi e registri diversi, racconti compiuti, ma allo stesso tempo collegate da una chiave che sarà svelata col quarto volume.

Un progetto quadri-dimensionale?
Mi sembra una bella parola. Quando scoprirai come sono collegati vedrai che è una descrizione molto pertinente.

Immagino che il titolo del quarto volume non si possa ancora dire, ma puoi dire quando lo vedremo?
Sul titolo manteniamo il riserbo per ancora un po’, ma uscirà nel 2023, spero nel primo semestre.

Per concludere il nostro viaggio nel GuaglioneVerse lucchese, la tua terza uscita è il libro game che parte da Ride che nasceva già come un progetto pluridimensionale, declinato inizialmente al cinema, e poi come fumetto, come gioco di carte, romanzo e adesso come libro game. Si tratta di un progetto con cui ti diverti parecchio
Si, io spero che si diverta anche chi mi segue in questo mondo.
Fin dal film, la componente dell’interattività era stata chiara. Il film raccontava di un reality show a punti in cui i personaggi erano chiamati a scegliere in che direzione andare rispetto a dei bivi, quanti punti accumulare, che bonus avere; per me è stato sempre chiaro che doveva diventare un universo giocabile.
L’interattività di un libro game riprende quelle nostalgie anni 80/90 che avevamo iniziato già a esplorare al cinema. Con Ride avevamo realizzato un B-Movie Punk citazionista.
Nel libro abbiamo messo lo stesso spirito di quando eravamo bambini, impossibile quindi non pensare al libro game. Io e Luca Mazzocco, l’altro autore, abbiamo cercato di creare anche qui una storia che fosse legata e allo stesso tempo indipendente dal film.
Il libro amplia e arricchisce quello visto al cinema, ma più Ride 2, è Ride 1.5, ma vive anche di vita propria.


Dal libro game di Ride è facile tornare al cinema. È ufficiale il fatto che tu abbia in piedi una collaborazione con Roberto Recchioni.
Si tratta di un progetto che sto seguendo con lui e sul quale lascio che sia lui a parlarne; quello che posso dire è che i nostri ruoli saranno diversi rispetto a quello che ci si può attendere. Lo stiamo scrivendo assieme, ma lo dirigerà lui.
Si parte da una sua idea che quando mi ha raccontato gli ho detto: “Io non posso non esserci in questo progetto” e lui mi ha tirato dentro.
Negli anni avevamo già provato a farlo senza riuscirci. Quando abbiamo iniziato abbiamo pensato che forse ci saremmo accoltellati, e invece quando io ho capito bene che cosa volesse fare e sono entrato nel mood del film che mi aveva spiegato ci siamo trovati sulla stessa onda. Vedremo cosa verrà fuori, e voi con noi.

Grazie mille Fabio per la tua disponibilità!
Grazie a voi.

Intervista realizzata a Lucca Comics and Games 2022 il 30/10/2022

Fabio Guaglione

Fabio Guaglione - LuccaFabio Guaglione è nato a Milano nel 1981. Insieme a Fabio Resinaro, conosciuto tra i banchi di scuola, ha dato vita a un lungo e fortunato sodalizio artistico, Fabio&Fabio, dirigendo, sceneggiando e producendo progetti multimediali per cinema, televisione e web dal taglio internazionale, come Mine nel 2016, distribuito in tutto il mondo da Universal Pictures, che gli è valso la candidatura a due David di Donatello.
Il successo di Mine è servito da apripista a Ride, il primo thriller sportivo interamente girato in GoPro, che ha dato vita a un inedito caso di franchise in Italia con una serie di fumetti pubblicati in collaborazione con La Gazzetta dello Sport, il card game Gioca o muori e il romanzo Ride – Il gioco del custode, edito da Mondadori.
Nello stesso anno pubblica il suo primo romanzo, IF – La Fondazione Immaginaria (Mondadori), scritto a quattro mani con Maurizio Temporin, e L’accordo perfetto.
Nel 2021 esce con panini Quarantine prophets/Epifania, nel 2022 sempre con panini Carisma e Carnivalia. Sempre nel 2022 inizia la pubblicazione della miniserie Mr. Evidence, scritta con Adriano Barone con l’etichetta Audace di Sergio Bonelli Editore.

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