Massimo Giacon presenta Mr. Sottsass Jr

Massimo Giacon presenta Mr. Sottsass Jr

Massimo Giacon ci parla della biografia a fumetti di Ettore Sottsass, di prossima uscita per la nuova collana del Sole 24 Ore Cultura.

GiaconMassimo Giacon (1961) è un artista eclettico: illustratore, designer, musicista, disegnatore di fumetti, fresco vincitore del Premio XL al Comicon di Napoli 2015 con Il mondo così com’è, realizzato assieme a Tiziano Scarpa. A settembre è destinato a inaugurare una nuova collana da libreria creata dal Sole 24 Ore Cultura e dedicata alle biografie di grandi architetti e designer con Ettore – Mr. Sottsass Jr e il mistero degli oggetti, omaggio alla vita del suo maestro, nel campo del design, Ettore Sottsass.
Noi lo abbiamo incontrato per farci raccontare qualcosa in anteprima di questa sua ultima fatica a fumetti.

Ciao Massimo e ben ritornato su Lo Spazio Bianco!
Era da molto tempo che avevi in mente un’opera sul tuo maestro Ettore Sottsass o ci hai pensato nel momento in cui il Sole 24 Ore Cultura ti ha proposto di partecipare alla sua collana?
Veramente era un progetto che macinavo in testa da un po’, da quando Francesca Bazzurro mi aveva proposto di farlo per un piccolo editore d’oltralpe. Poi non se ne era fatto nulla, finché il progetto non è finito in mano del Sole 24 Ore Cultura, per cui si tratta di un progetto per le librerie, non di un allegato al quotidiano.
Sul fatto che Sottsass poi fosse mio maestro… Non so, non avevamo all’inizio quel tipo di rapporto, anzi era lui che quando mi vedeva mi salutava con un «buongiorno maestro», ma credo fosse più che altro perché si divertiva a vedermi arrossire… È stato solo molto tempo dopo che, in realtà, ho capito quante cose mi avesse insegnato, probabilmente senza volerlo, soltanto standogli vicino per un po’.

ETTORE coverCome hai deciso di affrontare la biografia di Sottsass: concentrandoti sul tuo periodo di lavoro all’interno del suo studio, quindi su fatti da te vissuti in prima persona, o narrando anche altri momenti della vita del maestro?
Ci sono tutte e due le cose, anche se ho deciso di concentrarmi sugli anni in cui io e lui ci siamo frequentati di più, cioè tra il 1984 e il 1989, anni davvero formativi per me. Sono anche gli anni di maggiore sviluppo dello stile Memphis, e anche gli anni in cui, a un certo punto, Ettore dichiara che proprio l’esperienza Memphis era finita, almeno per quanto lo riguardava.

DuomoEttore Sottsass è stato un maestro dell’architettura e del design industriale italiani, basta ricordare i vari progetti per la Olivetti, alcuni vincitrici del Compasso d’oro, ma per te chi è stato e, soprattutto, com’è stato lavorare insieme a lui?
Per me è stato un amico, uno che mi ha sostenuto, anche in momenti difficili, con il suo rispetto e la sua maniera ironica di considerare il design e l’architettura. L’ambiente e gli oggetti, prima di incontrare lui, per me erano qualcosa di noioso ma necessario, un elemento quasi di contorno, mentre lui mi ha insegnato quanto le cose apparentemente inanimate potevano raccontare.

Hai deciso di adottare uno stile particolare per raccontare i fatti di questa biografia o ti sei affidato alla tua cifra grafica oramai inconfondibile?
È stato un modo per immergermi nello stile dell’epoca, ma anche per congelarlo. In certi momenti mi sono trovato a dover esplorare vecchi disegni fatti negli anni 80, e la mia scelta non è stata quella di scansionarli e rimontarli, ma di ridisegnarli, cambiando giusto quelle cose che non erano funzionali alla storia e quelle che proprio non riuscivo più a digerire. E’ stata un’immersione che ho trovato necessaria, dovevo entrare in contatto con il Massimo dell’epoca, e l’unica maniera per ritrovarlo era disegnare di nuovo quelle cose lì, una specie di macchina del tempo di carta e inchiostro.

Ettore-esordi

Hai disegnato in passato su testi di Mimì Colucci, Tiziano Scarpa e Daniele Luttazzi. In questa biografia su Sottsass ti cimenti da solo, anche se non per la prima volta, sia sulla sceneggiatura che sul disegno: tecnicamente, come hai lavorato? Hai prima scritto la sceneggiatura o sei partito direttamente con uno storyboard delle tavole?
Inizialmente ho scritto e disegnato lo storyboard delle prime dieci pagine, poi sono andato avanti a due a due. Avevo la storia in testa in maniera abbastanza precisa, ma mi riservavo di modificare delle cose al volo sul campo, mano a mano che avanzavo con il lavoro.

studio-sottsassTu sei un fumettista e un designer: ci sono più analogie o differenze tra “progettare” una tavola a fumetti e un oggetto di design? Con quanta difficoltà o facilità riesci a passare da un ruolo professionale all’altro?
Per questo non esiste nessuna schizofrenia. Sono tutte e due esperienze che fanno parte del mio mondo di segni. E sono tutte due forme differenti di progetto. In ambedue i campi hai a che fare con un editor, che determina poi la forma finale del prodotto, e un pubblico, che determina se farai altri oggetti e altri fumetti, a seconda del numero di pezzi o di copie vendute.
Si tratta sempre di prodotti industriali, il cui valore aggiunto viene dato da un’estetica corrispondente alla poetica dell’autore, ma il committente non può permettersi di farti fare esattamente quello che vuoi, o per lo meno, dopo un paio di tentativi fallimentari ti lascia a casa, oppure, se continua a credere nel tuo valore, ti dice «e adesso si fa come dico io».
Sempre che non ti autoproduci, e allora è un altro paio di maniche.

Ettore-strips

Tutti i tuoi oggetti di design, molti dei quali prodotti da Alessi, sono altamente “fumettosi”: le nuvole parlanti sono dunque elemento imprescindibile anche nella tua professione di designer?
Non credo che siano le nuvole parlanti l’elemento imprescindibile, ma in realtà si tratta dell’“universo Giacon”.
Senza studiarlo a tavolino ho creato uno stile personale, qualcosa che a volta ritrovo in altri autori. A mia volta ho avuto le mie fonti di ispirazione, ma a un certo punto si sono talmente stratificate che pure per me era difficile capire quale elemento proveniva da dove e da chi. È uno di quei momenti magici in cui ti accorgi che a forza di scopiazzare da tizio e caio alla fine ti è venuto fuori lo “stile”, magari non è originalissimo, ma è proprio il tuo.

Ettore-16La tua precedente opera, Il mondo così com’è, realizzata su testi di Tiziano Scarpa, ha vinto il premio Repubblica XL al Napoli Comicon 2015: c’è soddisfazione a ricevere un premio assegnato da una giuria di lettori?
Uno può rispondere in maniera snob, dicendo che i fumetti non si fanno per ricevere premi, ma per i lettori e per il numero di vendite, ma la realtà è che mi ha fatto molto piacere. Non ci sono soldi, è una targa di plexiglass e basta. Ma è un premio per me con un valore sentimentale enorme.
XL è stata la rivista che mi ha fatto avvicinare a un pubblico nuovo, giovane, che non conosceva Alter e Frigidaire, e mi ha fatto tornare a disegnare fumetti con una costanza che negli ultimi anni avevo perso. XL e il suo pubblico mi hanno fatto capire che il fumetto forse mi aveva dimenticato, ma che io non avevo dimenticato come farlo. Non so, è un premio che danno i lettori, forse come apprezzamento corrisponde di più a un gradimento popolare. Un numero di persone (che non conosco, dato che la quantità di voti ricevuti dai singoli autori non viene resa pubblica), ha deciso di comprare il nostro libro, lo ha amato, e ha deciso di spendere un po’ del suo tempo per votarlo. È un gesto a cui hanno dato valore, e di conseguenza a cui non posso non dare valore anch’io.

Intervista realizzata via email e conclusa il 19/05/2015

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