Lyonel Feininger – The Kin-Der-Kids e Wee Willie Winkie’s World

Lyonel Feininger – The Kin-Der-Kids e Wee Willie Winkie’s World

Forse con Lyonel Feininger ci troviamo di fronte al primo vero precursore del fumetto? È possibile, nonostante siano in pochi a conoscerne l'arte nell'ambito fumettistico; Feininger fu più attivo nella pittura che nel mondo delle nuvole parlanti, ma quel poco che ha fatto basta a renderlo un precursore e, insieme...
Garzanti, 1974 (USA, The Kin-Der-Kids, Wee Willie Winkiés World, 1906)

“Questa qualità, in assenza di un contesto narrativo, diviene la vera e propria forza motrice della serie. Usando l’immaginazione, Willie riesce ad affiancare alla realtà concreta dalla quale prende spunto, che si può definire oggettiva, quella, propriamente soggettiva, che risulta dalla sua personale rielaborazione della precedente. Il suo essere wee, cioè il suo essere bambino gli permette di trattare alla pari entrambe le realtà, di attribuire loro la stessa valenza ontologica e di unificarle attraverso l’azione. Un gesto compiuto nella realtà oggettiva ha ripercussioni in quella soggettiva (es. il sasso lanciato che fa sorridere la pozzanghera, in alto), e viceversa un movimento osservato nella realtà soggettiva impone una risposta oggettiva (l’inchino di saluto al sole che va a dormire, in basso): è la dinamica del gioco infantile, grazie alla quale Willie evoca una dimensione sospesa, uno spazio potenziale intermedio tra il reale e l’immaginato”.
(Estratto dalla tesi Gioco e realtà di Mara Famularo)

Lyonel Feininger.

Forse con Lyonel Feininger ci troviamo di fronte al primo vero precursore del fumetto? È possibile, nonostante siano in pochi a conoscerne l’arte nell’ambito fumettistico; Feininger fu più attivo nella pittura che nel mondo delle nuvole parlanti, ma quel poco che ha fatto basta a renderlo un precursore e, insieme a Winsor McCay, il primo vero genio della storia dei comics.
Si dedicò al fumetto tra il 1906 e il 1907, anno in cui chiuse i battenti una delle due strip da lui inventate, Wee Willie Winkiés World. La prima fu Kin-der-Kids, storia che vede protagonisti tre fratelli, Daniel Webster, Pie-Mouth e Strenous Teddy, col pallino dell’esplorazione; dentro una vasca da bagno salpano dal porto di Manhattan pronti ad esplorare il mondo. Attorno a loro una serie di personaggi secondari: la zia Jim Jam, una sorta di avversario dei tre fratellini, il cane Shelock Bones e soprattutto Mysterrious Pete, un’ambiguo personaggio che viaggia su una nuvola e porta messaggi ai tre piccoli protagonisti. È subito evidente la creatività di Feininger; secondo il fumettologo Bill Blackbeard con Kin-der-Kids l’artista americano di origine tedesca realizzò il primo esempio di fumetto in cui la storia aveva una forma di continuity. Ma al di là della storia, di per sé divertente e piena di creatività, Feininger riuscì a stupire grazie al suo talento artistico, con tavole pubblicate a piena pagina in cui il suo modernissimo tratto espressionista si sposava perfettamente a un uso dei colori del tutto nuovo e inusuale in linea con le avanguardie pittoriche del periodo.

Due tavole in cui emerge lo straordinario talento visivo e narrativo di Feininger.

E la fantasia di Lyonel Feininger non si fermò a Kin-Der-Kids; in una sua costante ricerca espressiva e narrativa, l’autore creò anche la strip Wee Willie Winkiés World. Qui il protagonista è il piccolo Willie, un bimbo che quanto a fantasia non ha niente da invidiare al Calvin di Calvin e Hobbes. Willie si aggira nella campagna circostante la casa di suo nonno e la sua fervida immaginazione fa sì che oggetti solitamente inanimati (sole, tetti, fontane, mulini a vento, ecc…) assumano sembianze praticamente umane. Ed è innegabile la poetica di questa strip; Willie ha un’immaginazione che gli permette di evadere da una realtà troppo statica per un bambino per ricrearla a suo piacimento (e ad occhi aperti, al contrario del più famoso Little Nemo che invece viveva tutto nel sogno notturno) in una sorta di surrealismo visivo in cui la definizione dello stile di Feininger è davvero sorprendente.
Surrealismo, espressionismo, modernità sono gli ingredienti usati da Lyonel Feininger nella sua brevissima carriera fumettistica. Eppure con due strip dalla breve vita, questo artista dimostrava di essere già all’avanguardia e, forse inconsapevolmente, poneva le basi per un linguaggio e un segno grafico che impreziosiranno il fumetto. Ma non fu apprezzato da un pubblico troppo abituato a una comicità facile e burlesca racchiusa nel classico schema delle vignette, poco aperto verso uno schema più elegante e innovativo, con tavole prive di rigide divisioni.
Ma non ha più importanza. Quello che veramente importa è la completa rivalutazione di un autore geniale; di un uomo che del cartoonist avrebbe voluto fare la sua professione ma che, di fronte all’incomprensione di un pubblico ancora immatura, decise di dedicarsi (con più successo) alla pittura, “colpevole” forse di essersi spinto troppo in là, dove il fumetto non era ancora arrivato.
E le sue due strip sono tutt’oggi lì a testimoniarcelo.

Kin-Der-Kids:l’immenso talento artistico di Lionel Feininger.

Curiosità

Le due strip furono pubblicate sul quotidiano Chicago Sunday Tribune.
Interrotta la carriera fumettistica, Feininger lascia gli USA alla volta dell’Europa; a Parigi lavora con Juan Gris e Félix Vallotton, contemporaneamente studia i lavori di Cézanne e Van Gogh e dipinge i suoi primi lavori. Ma la vera svolta nella sua arte arriva quando conosce il cubismo di Picasso e Braque che fanno nascere nell’artista americano un nuovo modo di concepire la pittura. Ma anche il futurismo gioca un ruolo principale nelle sue opere in cui vengono scomposte nature e architetture in un percorso artistico personale che, nel 1919, attira l’attenzione di Walter Gropius, fondatore della celebre Bauhaus, il quale lo ingaggia in veste d’insegnante d’incisione e per dirigere la stamperia.
Feininger trascorre così un periodo florido per la sua carriera; si sente più europeo che americano, trascorre molte delle sue serate in compagnia di Klee, Kandinsky, Schlemmer. Ma con l’avvento del regime nazista, l’artista abbandona il vecchio continente e ritorna in USA dove trova impieghi occasionali come insegnante di college. Dopo la guerra viene imposto da un mercante, Curt Valentin, come il più grande pittore americano vivente; e Feininger dimostra, in età avanzata, come il suo stile fosse ancora in evoluzione.
Morì nel 1956.

Edizione consigliata

Fino ad un paio d’anni fa questa della Garzanti è stata l’unica edizione italiana che racchiude la breve parabola fumettistica di Feininger. La casa editrice milanese realizzò un volume di grande formato (che valorizzasse le tavole dell’artista) che, ahimè, oggi è piuttosto raro:comunque su internet si trova a prezzi che che vanno dai 25 ai 90 euro.

Altre edizioni

L’edizione Oblomov

Nel 2018 la casa editrice Oblomov di Igort ripubblica in un bel volume i due fumetti di Feininger. Il prezzo è ovviamente più accessibile e pertanto va benissimo anche questo volume nella nostra biblioteca essenziale.

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