
Un ultimo incarico, un’ultima avventura, un ultimo incredibile viaggio: dalle rovine della Kor di Ayesha all’isola di Nemo, dall’easy London di James Bond alle città-cupola di un trentesimo secolo devastato, dalle vedute distorte in 3D di un mistico Mondo Fiammeggiante a un sole artificiale nella Nube di Oort. Queste sono le tappe della missione finale degli Straordinari Gentlemen, che sancisce la conclusione della saga ventennale di Alan Moore e Kevin O’Neill che ha attraversato generi, temi e personaggi della letteratura d’evasione, appartenente o ispirata all’epoca vittoriana.
Con un formato più grande rispetto ai precedenti volumi, La Tempesta porta a compimento la pubblicazione italiana di una serie non solo celebrativa dell’immensa cultura letteraria anglosassone ottocentesca e novecentesca, ma anche il frutto di un esercizio di stile narrativo ben congegnato che ci restituisce un immaginario classico e potente i cui protagonisti ed elementi temporali (in un arco di 160 anni) sono stati riuniti in un unico universo narrativo coerente.
Ispirandosi, fin dal titolo, all’omonimo dramma romanzesco in cinque atti scritto da William Shakespeare, Alan Moore riprende i fili narrativi di tutte le precedenti storie della Lega, la cui eredità è sostenuta dal suo ultimo membro originale, Mina Murray, costretta a una corsa contro il tempo insieme a pochi alleati per affrontare lo spietato e corrotto M, capo dei servizi segreti inglesi. Seguendo il filo conduttore dell’opera Shakespeariana, lo sceneggiatore britannico sviluppa il tema della morte e della rinascita tramite una dimensione semidivina e surreale che attraversa magia, avventura esotica, fantascienza e narrativa Pulp, mescolando abilmente generi diversi collocati tra letture classiche e fumetti della Golden e Silver Age.
La trama svela fin da subito la sua natura corale, mettendo in gioco numerosi personaggi e muovendosi su più livelli, frammentando il racconto in molteplici ambientazioni e piani temporali, tra passato, presente e futuro. Un vero e proprio mosaico le cui singole tessere costituiscono punti di vista e prospettive di verità (a volte parziali, a volte ambigue) che vanno a comporre una storia dove non sono immediatamente comprensibili i collegamenti con i vari snodi e personaggi.
Questa complessa organizzazione narrativa, densa e sovrapposta, costituisce tanto un elemento di forza e originalità quanto una sfida per il lettore, il quale deve fare un discreto sforzo intellettuale per seguire i fili del racconto con personaggi, indizi ed eventi che si susseguono in maniera caleidoscopica, cambiando di volta in volta non solo lo scenario narrativo ma persino il formato, il colore e il prospetto di lettura delle tavole.
Un carico di contenuti che, insieme a citazioni e reminiscenze letterarie / fumettistiche (in ogni singola tavola c’è un imprecisato numero di riferimenti), potrebbe risultare frutto di un manierismo eccessivo che rischia di allontanare l’attenzione del lettore dal focus della storia.
Il compianto Kevin O’Neill (scomparso il 3 novembre 2022) firma l’ultimo lavoro della sua carriera e, con il suo tratto originale e distintivo, sublima i testi di Moore con tavole dettagliate e vivaci, strutturate in maniera tanto evocativa quanto pop. Coniugando modernità e tradizione, quest’opera finale di O’Neill costituisce un vero e proprio lascito per tutti i lettori, presenti e posteri.
Abbiamo parlato di:
La Lega degli Straordinari Gentlemen: La Tempesta
Alan Moore, Kevin O’Neill
Traduzione di Michele Foschini e Leonardo Favia
Bao Publishing, 2022
256 pagine, cartonato, colori – 23.000 €
ISBN: 9788832733341