Secondo appuntamento per Lupo Solitario ed il suo cucciolo, la storia di un ronin, samurai senza padrone, che nel Giappone del XVII secolo vaga apparentemente senza una meta, offrendo i suoi servigi per denaro, ma sempre tenendo fede al suo onore. Ogami Itto è un personaggio velato di dura malinconia, un uomo segnato dal suo passato, che sembra vagare senza un futuro né per sé, né per il suo bambino di tre anni, che seguendo il padre ha già conosciuto la violenza e ne è già rimasto temprato, nonostante la sua fanciullezza.
Il ronin è un uomo tutto d’un pezzo, invincibile nella spada e saldo nelle proprie azioni, duro come chi percorra, come lui, una strada lastricata di sofferenza e di sangue. Come in questo albo, dove Itto dovrà subire l’umiliazione dell’arresto pur di scoprire chi si nasconda dietro una ribellione costata la vita al precedente direttore carcerario, oppure infiltrarsi sotto mentite spoglie fin dentro il palazzo di un vecchio signore feudale per ucciderlo. O ancora, nel racconto più lungo ed evocativo, abilmente costruito su più piani temporali, uccidere un monaco zen, e con lui la stessa figura del Buddha, abbracciando consapevolmente e con grande determinazione la via dell’assassino.
La serie finora è impostata in brevi storie autoconclusive, dure e taglienti come la spada e lo sguardo del protagonista, ma più avanti gli episodi singoli lasceranno il posto ad una storia di più ampio respiro, che seguirà il percorso di vendetta del ronin.
Particolarmente rilevante lo sfondo storico, minuziosamente riprodotto, del Giappone feudale, un affresco affascinante e coinvolgente di un periodo interessante e complesso, quanto lontano dalla storia occidentale e per questo più misterioso.
Proprio per la natura fortemente storica, durante la lettura si rende spesso necessario l’uso del glossario riportato in fondo al volume, per comprendere il significato delle molte parole giapponesi, riferite in particolare alle carica di potere ed alle divisioni territoriali del periodo. Cio’ interrompe spesso la lettura, quindi il mio consiglio è di non cercare costantemente il significato di queste parole, ma di soffermarvicisi solo in un secondo momento, cercando di comprenderne il contesto e lasciandosi trasportare dalla storia e dalla sceneggiatura.
Lone Wolf & Cub è un’opera storica del panorama nipponico, che pure non ha subito l’ingiuria del tempo; amato tanto in patria quanto all’estero, dove ha ispirato scrittori e disegnatori con il tratto sporco ma efficacissimo di Kojima, con il magistrale uso delle inquadrature e dei ritmi della lettura. Non a caso, le copertine di questa edizione sono opera di Frank Miller, uno dei più grandi autori americani. Basta leggere il suo Ronin per comprendere quando l’opera di Kazuo Koike ed il pennino di Goseki Kojima lo abbiano a suo tempo influenzato.