Spin-off di Blackbox, L’Alleggeritore getta una luce nuova e drammatica su una delle figure più iconiche dell’universo di Ecrònia, inventato da Giuseppe Grossi. Restando fedele alle connotazioni ucroniche della saga principale, e inserendo pochi elementi visivi che possano permettere di aggettivarla come “steampunk”, nelle 80 pagine disegnate da Gaetano Longo (la copertina è invece di Luca Maresca) si racconta il dramma umanissimo di Daryl Edwards, del quale identità e sentimenti sono celati sotto una maschera dal perenne e inquietante sorriso, che nel mondo malato di Ecrònia è per i bambini motivo di gioia e di rassicurante presenza.
Pur intenzionato a indagare il doloroso passato di Daryl e la sua crescente insofferenza alle implacabili leggi della tetra città-stato, L’Alleggeritore è di fatto un thriller che non presenta alcuna trovata particolarmente originale, sia per la linearità della trama che per i personaggi che introduce accanto a quello di Daryl: Virginia Moore e Dave Morrison. Il ricorso ai flashback non è inaspettato, ma aiuta a empatizzare con i protagonisti e in particolare con Virginia, a cui è completamente affidata la toccante per quanto stucchevole conclusione. Buoni anche il ritmo narrativo e la capacità di dissimulare al punto giusto elementi rivelatori del finale.
Le tavole di Longo, che in seno a Blackbox sta avendo una bella evoluzione dello stile, sono valorizzate da un bianco e nero che fa apprezzare la fattura degli sfondi e del paesaggio urbano, oltre che i dettagli dei volti che in certe tavole si caratterizzano per alcuni primi piani assai cinematografici.
Abbiamo parlato di:
L’Alleggeritore
Giuseppe Grossi, Gaetano Longo, Luca Maresca
Hyppostyle, 2020
80 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,00€