BAO Publishing pubblica la versione integrale de La Vergine del bordello, la prima collaborazione tra lo sceneggiatore Hubert (scomparso nel 2020) e Kerascoët (pseudonimo della coppia di illustratori francesi Marie Pommepuy e Sébastien Cosset), autori anche della graphic novel La Bellezza e della serie Gli Orchi-Dei, tutti pubblicati in precedenza dall’editore milanese.
La protagonista della storia – divisa in due lunghi capitoli – è Bianca, ragazza ingenua ma risoluta che, nella Parigi del 1930, lavora come domestica. La sua vita subisce una svolta a causa di eventi così drammatici da costringerla a trovare riparo al Pompadour, una casa di piacere per gente altolocata. Rifiutando di prostituirsi, la giovane donna – grazie a un suo preciso elemento caratteriale – finisce per diventare una vera e propria attrazione del luogo, che le permette di indagare su una sinistra catena di omicidi che la coinvolge in prima persona.
Per approccio narrativo, stile di disegno e carachter design, gli autori compongono con creatività ed equilibrio una storia nella quale vengono mescolati abilmente incipit drammatici e di crime story con un tocco grottesco/macchiettistico. Hubert racconta le vicende di Bianca e l’ambigua ambientazione del bordello con incredibile grazia e disinvoltura, costruendo una trama dalla struttura solida e variegata, a metà strada tra la comedy britannica e il dramma in costume francese. L’autore racconta una storia di formazione mantenendo sempre un filo di suspense sulle indagini della protagonista e, al tempo stesso, ne racconta l’inedita evoluzione condendola con un black humor costante, ma non invasivo.
Bianca è un personaggio che il lettore non può fare a meno di amare: ha una caratterizzazione sfaccettata e in progressiva crescita, risultando fragile, candida, ma anche incredibilmente determinata nell’affrontare pericoli, scelte difficili e persone di varia umanità – tra clienti e professioniste del bordello – con le quali interagisce scoprendo molto di sé.
Il finale del primo capitolo è imprevedibile nonché ammirevole per il livello di climax raggiunto, sfiorando anche tinte horror. Il secondo capitolo è invece improntato sul romanzo esistenziale, tra la descrizione dell’alta società francese e la vita nel bordello, con lo strano rapporto tra Bianca e un suo giovane cliente; gli elementi caricaturali sono sempre presenti, ma il tono drammatico è più intenso nonché nota predominante della storia, con un finale aperto e beffardo che lascia stupiti i lettori e con un po’ di amaro in bocca sapendo che Hubert non potrà scrivere più le gesta di Bianca (e chissà cosa avrebbe potuto riservarci).
Le tavole di Pommepuy e Cosset sono un’esplosione di energia narrativa, con una composizione di vignette molto variegata per dimensioni e unite tra loro da un ottimo storytelling, vigoroso e dettagliato. Il loro stile di disegno è un mix di sintesi grafica e toni caricaturali che ricorda tantissimo quelli di Jean-Jacques Sempé (Il Piccolo Nicolas) e anche Raymond Peynet, autore dei celebri “Fidanzatini”. Da sottolineare, però, anche l’incredibile cura dei dettagli nella riproduzione di costumi e ambienti, frutto di una certosina ricerca che dona ricchezza visiva al racconto.
La Vergine del bordello è una storia intelligente e originale per costruzione ed idee, con una riflessione esplicita su temi sociali come l’abuso di potere, l’aristocrazia decadente, i moralismi ipocriti e le storture della società, sia di ieri che di oggi.
Abbiamo parlato di:
La Vergine del bordello
Hubert, Kerascoët
Traduzione di Francesco Savino
Bao Publishing, 2022
122 pagine, cartonato, colori – 22,00€
ISBN: 978-88-3273-706-6