Fondata da Alberto Galloni, Luca Ippoliti e Andrea Borgetti, la Ishi Publishing è una nuova casa editrice specializzata in manga che si è affacciata sul mercato italiano un anno fa e che ha già accumulato un catalogo di tutto rispetto tra pubblicazioni seinen e seijin manga, includendo sottogeneri come shonen battle e boys love.
Tra i titoli che hanno maggiormente attirato l’attenzione del pubblico (oltre alla pubblicazione di un grande classico come Georgie) c’è la miniserie in tre volumi La figlia del boss e il suo babysitter del giovane mangaka Tsukiya.
The Yakuza’s Guide to Babysitting (titolo sinceramente più evocativo e di effetto rispetto all’adattamento in italiano) racconta le vicende di Tōru Kirishima, un giovane criminale rampante la cui vita prende una piega inaspettata grazie a una bambina. Braccio destro della famiglia criminale Sakuragi, per Tōru il lavoro è un ottimo modo di usare i suoi istinti violenti, guadagnandosi il soprannome di “il Demone di Sakuragi”. La sua vita è semplice e lineare, senza legami familiari e sentimentali, ma tutto cambia improvvisamente quando un giorno riceve un incarico particolare dal suo capo: fare da babysitter alla figlia.
Pubblicato in Giappone nel 2018, questo seinen manga cerca di mescolare commedia e crime story coniugando tra loro due elementi a prima vista inconciliabili come yakuza e babysitting, rappresentati dai due protagonisti principali, Tōru e la piccola Yaeka. Il modello concettuale sembra essere parallelo a quello dell’esilarante La via del grembiule – Lo yakuza casalingo di Kōsuke Ōno, uscito nello stesso periodo, anche se il manga di Tsukiya si differenzia per non essere parodistico né avere un carattere demenziale a favore invece di una narrazione introspettiva.
Alternando momenti di riflessione ad altri più brillanti, l’autore delinea un percorso di crescita dei protagonisti: un viaggio intimo nei sentimenti e nel rapportarsi agli altri che coinvolge anche altri personaggi come il freddo (ma in realtà trincerato nella sua posizione autoritaria e nel dolore di un lutto) boss di Tōru.
Non tutto va per il verso giusto, perché la costruzione della storia e la gestione degli aspetti psicologici ed interiori rivelano una certa inesperienza dell’autore, data probabilmente dalla sua giovane età: la caratterizzazione dei personaggi e le dinamiche relazionali sono frutto di buone intuizioni iniziali che però non trovano un completo ed efficace compimento. Tutto risulta impostato in maniera leggera e narrativamente convenzionale (anche riguardo al mondo Yakuza, che resta sospeso sullo sfondo), tra frasi motivazionali e momenti confidenziali che non appaiono naturali, ma un po’ artificiosi e di poco peso introspettivo, unicamente funzionali all’evoluzione narrativa.
Nel complesso La figlia del boss e il suo babysitter rivela un certo equilibrio tra pregi e difetti, presentandosi come una lettura di intrattenimento agile e frizzante nonostante uno stile abbastanza neutro di disegno, con un’impostazione narrativa e grafica pensata soprattutto per un pubblico di giovani lettori. Interessante, però, la riflessione sul concetto di “famiglia” all’interno della serie; una definizione libera dove il legame di sangue non è reputato l’unico requisito di appartenenza a un nucleo familiare, bensì qualcuno o un posto nella vita a cui sentirsi legato nonché reciproca parte di un insieme.
Abbiamo parlato di:
La figlia del boss e il suo babysitter #1
Tsukiya
Traduzione di Davide Campari
Ishi Publishing, 2023
150 pagine, brossurato, bianco e nero – 6.90 €
ISBN: 9791281316188