“La crepa”: quando la realtà si trasforma in un’avventura senza confini

“La crepa”: quando la realtà si trasforma in un’avventura senza confini

Luca Ralli racconta con invenzione visiva un viaggio che sfida realtà e narrazione; tra universi alternativi, creature bizzarre e situazioni surreali.
La Crepa Cover

Nel tentativo di appendere un quadro alla parete del salotto, un omino senza nome né voce provoca involontariamente l’apertura di una crepa dalla quale filtra una misteriosa luce azzurra. Spinto dalla curiosità, allarga il foro fino a passarci attraverso, ritrovandosi in un universo parallelo apparentemente identico al suo se non per un diverso colore dominante, nel quale viene attaccato da una copia mostruosa di sé stesso. È l’inizio di un’avventura senza dialoghi ma incredibilmente vivace e ricca di inventiva, un susseguirsi frenetico di eventi che vedono il protagonista (anche se sarebbe meglio dire “i protagonisti”) muoversi tra infiniti mondi dalle caratteristiche ogni volta diverse, talvolta di sua volontà oppure spinto da circostanze incontrollabili. In questo percorso labirintico, apparentemente privo di uscita ma colmo di pericoli, l’uomo affronta sfide surreali e imprevedibili, altre versioni di sé, ragni giganti, meduse volanti, piante senzienti, draghi, balene, ladri collezionisti e squali, in una corsa contro il caos che non termina neppure quando si arriva all’ultima pagina, ma prosegue grazie a una accattivante copertina fustellata che apre dei fantastici squarci sull’interno del volume.

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È un lavoro veramente divertente e intelligente questo La crepa, scritto e disegnato da Luca Ralli. Un fumetto nel quale il ruolo delle immagini diviene dominante e la trama quasi non esiste, è solo un pretesto (riuscito, tra l’altro) per sfruttare il medium fumetto al massimo delle sue possibilità, nelle maniere più creative e originali possibili. Una storia all’insegna della sperimentazione, dell’invenzione, classica e moderna nello stesso tempo, orgogliosamente citazionista in certe invenzioni ovviamente già visitate in passato da autori importanti (uno per tutti? Winsor McKay), e nella quale la vignetta smette di avere un singolo, univoco senso di lettura ma viene concepita come un microverso dalle infinite direzioni, che i personaggi possono attraversare in quasi tutte le maniere.

E il racconto si adegua, salendo e scendendo come una giostra, catapultando il lettore in intriganti montagne russe narrative. Altrettanto interessante è il fatto che per quanto l’autore arrivi spesso al limite della metanarrazione, allo sfondamento della quarta parete, questo incontro non avviene mai: anche se il suo protagonista flirta con la vignetta e con le sue pareti, con muri da abbattere e nuove vie da intraprendere, con un “dentro” e un “fuori”, un “alto” e un “basso” declinati in moltissimi modi, e con splash page e gabbie spezzate in continuazione da illustrazioni debordanti, una vera e propria rottura dell’inconsapevolezza non appare mai: il fumetto rimane tale, veicolo narrativo puro e semplice, fino alla penultima pagina… Ma forse anche oltre; sebbene all’apparenza non sembrerebbe affatto.

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In ogni caso, a prescindere dalle questioni filosofiche e dai dialoghi sui massimi sistemi, La crepa rimane prima di tutto un fumetto altamente godibile, adatto a ogni tipo di pubblico, e capace di raccontare una grande avventura in infiniti universi paralleli (come va tanto di moda in questo periodo) con largo uso di ironia e sense of wonder. È un piacere seguire le peregrinazioni dell’uomo senza nome e dei suoi… doppi? Cloni? Copie? Originali?… a spasso per le pagine in stile Bianconiglio di Alice; e anche la violenza, quando appare, è così astratta e lieve da passare quasi inosservata.

In questo è sicuramente complice il segno cartoonesco, formato da una linea chiara quasi underground, stilizzata ma completa nella raffigurazione, capace di adattarsi senza difficoltà alle esigenze del racconto, ottima nella descrizione di personaggi e ambienti, e allo stesso tempo capace di aprirsi in immagini ariose, che stupiscono, che affascinano e conquistano (da citare, tra tutti, il passaggio dell’immensa balena tra tavole così silenziose da far credere al lettore, per un istante, di trovarsi davvero in fondo all’oceano a cospetto di una creatura mitica).  Ottima anche la gestione delle tavole e delle vignette, punto forte dell’intera opera; nonché i colori a tinte piatte, brillanti, luminosi, che trasformano il percorso dell’eroe in una visione iridescente, cangiante, psichedelica, a tratti quasi lisergica.

La crepa, nonostante il numero elevato di pagine, si legge molto velocemente, ma la storia che racconta non lo fa rimpiangere. Anzi, permette al lettore di ricominciare subito dall’inizio per godere di nuovo delle tante situazioni accattivanti che ne riempiono le tavole. Impreziosito da un’idea vincente, da una realizzazione brillante, da un adattissimo segno in linea chiara, da colori caleidoscopici e non ultimo da una cura grafica e una cartotecnica che rendono onore alle storia, La crepa risulta un prodotto davvero ben riuscito, adatto a grandi e piccoli, lieve e nello stesso tempo acutamente intelligente; un volume che è un piacere avere in libreria, per poterlo sfogliare e risfogliare. In questo e negli altri universi.

Abbiamo parlato di:
La crepa
Luca Ralli
Barta, 2024
160 pagine, brossurato, a colori – 15,00 €
ISBN 9788898462902

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