di Magnus & Bunker
I classici del fumetto serie oro #32 – 6,90euro
Sebbene siano storie risalenti a quasi quarant’anni fa i neri di Magnus&Bunker hanno lasciato un segno indelebile nella storia del fumetto italiano, sia per la loro bellezza intrinseca sia per l’apporto alla maturazione e all’evoluzione di questo medium. Quindi è con piacere che abbiamo accolto la pubblicazione del volume di Kriminal, che in questo modo può essere conosciuto anche dai lettori più giovani. Nato sulla scia di Diabolik, la creatura di Secchi e Raviola si era subito distinto per la maggior crudezza e realismo confronto al personaggio delle sorelle Giussani. Il mondo di Kriminal è sicuramente più reale e meno fittizio di quello di Diabolik e inoltre egli è un cattivo vero, che ammazza a destra a manca senza ritegno e nessun ombra di rimorso. Sadismo, violenza e sesso esplicitato (si veda l’episodio “Omicidio in collegio”, che oggi turberebbe un po’ meno, ma che allora fu un vero schiaffo ai benpensanti) mai visti fino ad allora nei fumetti italiani. Almeno fu così per i primi anni, perché, dopo numerose cause penali, peraltro vinte in appello, che portarono Luciano Secchi in tribunale accusato di pubblicazioni contro la morale pubblica, la crudeltà del personaggio e le situazioni efferate subirono irrimediabilmente delle trasformazioni. E così Anthony Logan, alias Kriminal, maturo’ una personalità più sfaccettata confronto a quella assolutamente sadica dei primi episodi, che lo porto’ a volte anche a trovarsi in antagonismo con altri criminali, senza pero’ poterlo considerare l’eroe buono della situazione, perché comunque criminale era e tale rimaneva. Solo con qualche scrupolo in più, una famiglia, una voglia di avere una vita un po’ più ordinata. Una normalizzazione del personaggio, quindi? Forse, oppure Secchi si accorse che i tempi erano cambiati e la furia iconoclasta degli inizi poteva diventare un po’ noiosa e fuori tempo massimo. Altre idee e venti di cambiamento alla fine dei sessanta ponevano nuove problematiche e nuove frontiere da affrontare, al di là e oltre la destabilizzazione dei costumi e del comune senso del pudore. Come nei tre episodi qui presentati, nei quali i veri cattivi sono tre speculatori finanziari, disposti a tutto, pure di mettersi contro il “Re del delitto”, per accumulare soldi e potere. È come se i creatori della serie si fossero accorti, molto in anticipo coi tempi, che il vero male non era solo quello descritto nelle pagine di cronaca nera, ma si annidava tra quelle di finanza, dove altri delitti e misfatti, meno evidenti e più devastanti per la società, venivano perpetrati a danno dei cittadini ignari ed inermi. Insomma da un Kriminal ci si poteva difendere con poliziotti tutti d’un pezzo come Milton, il suo acerrimo nemico, ma dagli agenti di borsa chi ci avrebbe difeso? Non a caso proprio il capo di Scotland Yard si ritrova a dire a Kriminal stesso, per esortarlo in una alleanza contro il Triangolo isoscele (il trio di speculatori e criminali al quale il volume è dedicato): “Guarda che gente come quella è terribilmente pericolosa perché non troverai mai la maniera legale di incastrarla”. E ancora: “Correndo sul filo del rasoio su un piano strettamente legale, si possono commettere crimini che rimarranno per sempre impuniti”. Concetti e idee molto attuali e moderni, che pero’ non andavano ad intaccare l’elemento giallo, noir e l’azione tout-court di queste avventure. Gli episodi presentati in questo volume (il 199, 200 e 201 della serie originale risalenti al 1969) mostrano un Luciano Secchi nel pieno della forma e un Magnus molto vicino allo stile che da lì a qualche mese adopererà per rendere grande l’allora nascente Alan Ford. Incredibile e insuperata dimostrazione di abilità registica nell’utilizzare primi piani e campiture nere per rendere più veloce la composizione della tavola, visto che allora la produzione dell’autore bolognese faceva a gara con la verve e la velocità dello scrittore milanese nello sfornare una storia dietro l’altra, tra Kriminal, Satanik, Alan Ford, Dennis Cobb, Gesebel, MaxMagnus: una mole di lavoro impressionante e impensabile per qualunque fumettista odierno, vera palestra per il grande autore che ormai si intravedeva. Insomma, una lettura ancora avvincente e piena di spunti interessanti, anche per chi pensa che nero italiano faccia rima solo con Diabolik. Con queste poche pagine spero possano ricredersi. Peccato pero’ dover tirare le orecchie ai curatori di questo volume, che nella premura di rendere tutto più scorrevole, leggibile e comprensibile abbiano pensato di tagliuzzare qua e la i tre episodi. E se nell’introduzione si fa capire, tra le righe, che ciò poteva essere un peccato pressoché veniale, visto che si trattavano solo di poche pagine di raccordo tra le singole storie, un lettore un po’ scafato (e in possesso degli originali) si accorge pero’ che non si tratta solo di questo, ma bensì si sono tagliate deliberatamente, e senza molto senso, alcune scene particolari e, sebbene abbastanza autonome, sicuramente significative ed importanti. Come ad esempio l’accenno della fresca scomparsa del figlio di Logan e Lola (sua moglie), episodio che mi sembra tutt’altro che marginale. Scartato forse per non dover spiegare troppo ai lettori? Se così fosse denoterebbe poca stima verso gli stessi. Ovvio considerare che questi libri si rivolgono ad un pubblico ben più ampio di quello dei semplici appassionati, e che a questo famoso pubblico da fidelizzare probabilmente di questo discorso niente gli importa, ma è altrettanto onesto e legittimo sostenere la poca limpidezza e la scarsa utilità di tali pratiche, che riconducono, ahimé, il ragionamento al solito perdurare di un atteggiamento poco rispettoso per la nostra amata arte. Probabilmente ciò era al di là dell’intenzione dei curatori, ma a nostro parere è difficile trovare una giustificazione soddisfacente per una simile discutibile scelta. (Alberto Casiraghi)

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