di Bartoli & Recchioni e Marco Morandi & Alessandro Giommetti
Eura Editoriale – 96 pag, b/n, bros – 2,00euro
Dopo il dio dei luoghi comuni e il babbo natale guerriero, il dio delle frasi dei cioccolatini era veramente irrinunciabile. In effetti bisogna denotare che gli autori nel lanciare questa serie così particolare non hanno sicuramente puntato né sulle trame, né sui personaggi, ma bensì sulle trovate, come avveniva nella fantascienza della metà del secolo appena trascorso. Anche i personaggi principali non fanno che obbedire a questa regola, con la quale poco alla volta si riesce a creare una struttura portante che, più avanti, contribuirà sicuramente a rendere tutto più solido e sicuro. In questo senso Bartoli e Recchioni hanno giustamente pensato di dividere la serie in cicli narrativi di uno e/o due anni, ponendo un pesante muro tra quello che è stato e quello che sarà. Ancora una storia, quindi, che ha il compito di far comprendere il personaggio e ad avvicinarci senza fretta ad una situazione ben precisa (il controllo dei libri contabili da parte delle alte sfere). La struttura regge alla perfezione; l’unica cosa che parrebbe stonare in questa storia (che ha un titolo che sembra uscire direttamente da Arthur King), è la china: dopo aver visto le stesse tavole a matita sulla rete siamo dell’idea che queste siano molto più incisive. Ma con questo non vogliamo assolutamente condannare i disegnatori: ce ne fossero di così in gamba nel panorama del fumetto popolare italiano! (Fabio Postini).

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