Jekyll e Hyde a fumetti: il lato oscuro dell’essere umano

Jekyll e Hyde a fumetti: il lato oscuro dell’essere umano

Stefano Marsiglia sceneggia la riduzione a fumetti del romanzo di Louis Stevenson con i disegni di Francesco Francini e Riccardo Frezza.

Il libro

Jekyll e Hyde_coverLetto in un’ottica contemporanea, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde è quel che si può definire un libro di denuncia sociale. Scritto nel 1886, nel cuore dell’età vittoriana, il racconto della duplice e tormentata esistenza di Henry Jekyll è volto a far emergere le manifeste contraddizioni della rigida morale dell’epoca. Al di là della semplicistica antitesi tra Bene e Male, a Robert Louis Stevenson premeva dimostrare come la dura repressione dei più fondamentali istinti dell’uomo porti inevitabilmente a comportamenti che vanno ben al di là della deprecabilità secondo i termini dell’etica comune.
Allo stesso tempo, e restando sul piano della collocazione storica del romanzo, la faustiana sfida alla Natura e alle sue leggi di Jekyll – conseguenza di un esperimento scientifico – è strettamente collegata al mito del progresso proprio del Positivismo della seconda metà dell’Ottocento. L’ambizione di poter controllare la propria mutazione, però, accomuna il protagonista al dottor Frankenstein del romanzo di Mary Shelley (di settant’anni precedente), il quale si illude di poter vincere la morte grazie alla scienza e creare così la vita in modo artificiale.

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Per creare l’ambientazione adatta alla sua storia, Stevenson riprende le atmosfere gotiche e fantastiche e i temi già presenti in E.T.A. Hoffmann e in Edgar Allan Poe, senza tralasciare l’influsso di Fëdor  Dostoevskij con il suo Delitto e castigo.

Hyde e Jekyll

Jekyll e Hyde_pg 12La trama è nota: l’intrinseco e primordiale dualismo presente in Jekyll è portato alle estreme conseguenze quando lo stimatissimo dottore mette a punto una droga che gli consente la scissione della sua componente malvagia da quella rispettabile e nota a tutti. A questa sua parte malvagia dà il nome di Edward Hyde, in evidente assonanza con l’inglese “hide” che significa “nascosto”. Mr. Hyde si aggira nottetempo per la Londra del diciannovesimo secolo (l’anno non viene mai precisato), macchiandosi di efferati delitti, e suscitando ripugnanza in chiunque lo incontri. Questo fino a quando Jekyll perde il controllo del proprio esperimento ed è costretto a togliersi la vita per porre fine alla scia di sangue che il suo alter ego si porta dietro. Il disvelamento della verità è affidato a una confessione scritta lasciata all’incredulo avvocato John Utterson, il quale aveva fino a quel momento indagato sui delitti di Hyde ritenendolo il ricattatore del suo amico.

L’intera narrazione gioca sull’inconsapevolezza del lettore che Jekyll e Hyde siano la stessa persona, elemento sorpresa che – una volta entrato nel sentore comune, fino a valicare i confini dell’utilizzo metaforico dei nomi dei personaggi – oggi non riesce a fare più breccia nel pubblico, e porta il romanzo a risentire del tempo intercorso dalla sua prima pubblicazione. Perso il potenziale shockante della rivelazione finale, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde ha tuttavia ancora molto da dire e si apre a diversi tipi di analisi che prescindono dalla trama piuttosto lineare.

Il fumetto

È probabilmente partendo dalla considerazione di un così ampio potenziale che Jekyll e Hyde è stato inserito da Roberto Recchioni all’interno della collana I maestri dell’Orrore di Star Comics.

Il compito di scrivere la sceneggiatura, pur nel rispetto del romanzo originale, è stato affidato a Stefano Marsiglia, che estrapola dal libro i passaggi salienti, tralasciando ciò che in Stevenson risulta più ostico, ossia le lunghe disamine di tipo legale, e conferendo a Utterson una personalità più carismatica e coinvolgente.
L’aderenza alle fonti che accomuna i quattro volumi della collana ha il chiaro scopo di ricondurre alla lettura del testo originale, che per romanzi proposti nella collana curata da Recchioni si è persa in favore di versioni spurie e edulcorate, e di manipolazioni dei personaggi per meri scopi commerciali.

I disegni

I disegni di Francesco Francini e Riccardo Frezza, impegnati rispettivamente nella prima e nella seconda parte del fumetto, mettono da parte l’accanimento sulla figura di Hyde – la cui identità fisica è poi il fulcro della vicenda – che molte precedenti interpretazioni hanno condotto, dal cinema all’illustrazione al fumetto, e cercano quanto più possibile di attenersi alla descrizione di Stevenson.

Jekyll e Hyde_pg 48Perse le sembianze di un gigante nerboruto e dotato di zanne – come lo ha disegnato Kevin O’Neill in La Lega degli Straordinari Gentlemen –, Hyde rientra nei canoni di quella sfuggente descrizione fisica che ne fa l’autore scozzese: l’alter ego di Jekyll provoca ripugnanza in chiunque lo incontri, ed è dotato di una non meglio definita deformità fisica, sebbene il personaggio non sia effettivamente storpio. Stevenson lo descrive anche come piccolo di statura, particolarmente agile e notevolmente villoso.

E la bassa statura, che nelle prime apparizioni del criminale è paragonabile quasi a una forma di nanismo (la creatura aumenta di dimensioni man mano che Jekyll perde il controllo degli effetti della pozione su di sé), viene mostrata da Francini nella tavola a pagina 26, in cui Hyde si confronta con Utterson e subito dopo gli mostra il suo volto fino a quel momento abilmente rimasto in ombra. La massa muscolare del personaggio risulta tuttavia ancora troppo marcata rispetto alle indicazioni date da Stevenson.

Svelando i tratti somatici di Edward Hyde, Francini ci presente un uomo dall’aspetto lombrosianamente malvagio, con un ghigno perenne,  gli occhi iniettati di sangue, spaventoso ma di fatto non mostruoso. Un’ambiguità che si fissa con efficacia nella mente del lettore.Jekyll e Hyde_pg 25

Francesco Francini non si risparmia nella resa dell’ambientazione ansiogena del romanzo: offre della Londra vittoriana una visione tra le più classiche e misteriose, avvolgendo le strade da una fitta cortina di nebbia, che accentua nei protagonisti e nel lettore la difficoltà ad avere immediatamente chiare le dinamiche del racconto. I tagli diagonali di molte vignette e le riprese dall’alto conferiscono poi grande dinamicità alle scene di fuga e ai momenti di più forte impatto emotivo che coincidono con i delitti di Hyde. In particolare la scena del brutale omicidio di Sir Carew, con il suo ritmo serrato, scandito dai colpi inferti dal mostro alla sua vittima, appare quasi disturbante nella sua notevole componente pulp.

Le estese e decise campiture nere di Francini – attraverso le quali in più tavole sottoespone i personaggi in un suggestivo gioco di ombre cinesi – non trovano purtroppo eco nella seconda parte del volume, dove con un passaggio di testimone i disegni vengono affidati a Riccardo Frezza. Il suo tratto più preciso e pulito, una maggiore staticità delle inquadrature, e qualche indecisione sul piano anatomico arrestano il ritmo della narrazione proprio al momento del suo scioglimento. Frezza non riesce a essere convincente quanto il suo collega e i disegni non si conciliano con il sapore profondamente dark di una storia alla quale i suoi giochi di luce e i suoi chiaro scuri non danno piena giustizia.

L’edizione

Di un certo interesse sono la prefazione e l’approfondimento, corredati dai consueti studi dei personaggi, firmati da Roberto Recchioni.
Qui il concetto di “battaglia tra Bene e Male” viene ribadito e confrontato con un altro celebre romanzo di Stevenson, L’isola del tesoro, nel quale il protagonista Jim Hawkins è “dibattuto tra il seguire i nobili precetti dell’integerrimo Dottor Livesey e la simpatia per quella vecchia canaglia di Long John Silver”. Trascurabili e approssimative invece le appendici affidate a Francini, Frezza e Marsiglia.

Abbiamo parlato di:
Roberto Recchioni presenta: I maestri dell’Orrore – Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
Stefano Marsiglia, Francesco Francini, Riccardo Frezza
Star Comics, ottobre 2015
112 pagine, brossurato, bianco e nero – 15,00 €
ISBN: 9788869203848

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