Sono passati quasi 180 anni da quando sul giornale francese Le Siècle apparvero a puntate, per la prima volta, le gesta di D’Artagnan, impulsivo e coraggioso giovane di Guascogna, non ancora moschettiere del re, ma già abilissimo spadaccino nella Francia di Luigi XIII.
Lo scrittore Alexandre Dumas, all’epoca (1844), profuse tutta la sua verve creativa per rendere indelebile il racconto avventuroso del giovane eroe e dei tre nobili moschettieri, Athos, Porthos e Aramis, formidabili compagni d’arme del cadetto di Guascogna nella lotta contro le subdole macchinazioni del cardinale Richelieu e dei suoi accoliti (guardie e spie).
La versione a fumetti, adattata con rispettosa misura letteraria da Russell Punter e animato piglio cartoonesco da Matteo Pincelli, si confronta con una materia narrativa radicata nell’immaginario collettivo anche a livello iconico. Le riedizioni illustrate del romanzo superano le centinaia, sono almeno venti le traduzioni cinematografiche e molte di più quelle fumettistiche. Basti ricordare che, prima di Matteo Pincelli, si sono misurati con l’universo dumasiano i cartoonist e le scuole fumettistiche più diverse, da Lina Buffolente ad Alarico Gattia, da Michel Lacroix a Rubén, da Hugo Petrus a Kotaro Yamada…
Un’analisi comparata delle differenze versioni potrebbe essere interessante ma è lontana dagli obiettivi di questa breve disamina. In tutti casi, possiamo far nostro l’assunto proposto da Simone Cilli, sempre qui su “Lo Spazio Bianco”, commentando l’adattamento de I tre moschettieri di Roy Thomas e Hugo Petrus:
“La trasposizione di un’opera può raggiungere due risultati positivi: ricreare le atmosfere e lo spirito dell’opera omaggiata senza tradirne l’essenza, oppure andare oltre, aggiungendo qualcosa di originale e interessante, restando però entro quel gioco di regole che l’opera di base aveva dettato.”
Punter e Pincelli – seguendo l’impostazione editoriale comune a tutte le “graphic novel per ragazzi” della Usborne – hanno un vantaggio espressivo rispetto ai loro predecessori. Si rivolgono programmaticamente a un lettore “giovane” che non conosce ancora il romanzo e men che meno – si suppone – le precedenti versioni grafiche.
Punter lo fa aderendo agli snodi sincopati dell’originale letterario, pur nella necessaria semplificazione di alcuni passaggi (e colpi) di scena. D’altronde, la scrittura di Dumas, fondata su figure quasi archetipiche e ritmata con la poetica d’appendice dell’a suivre (“continua”) per avvincere il lettore da una puntata all’altra, ben si presta ad abitare le vignette del fumetto.
Pincelli rafforza l’immediatezza del racconto con uno stile sintetico di messinscena, dove le influenze manga si fondono a un tratto pulito, maturato nell’ambito dell’animazione. L’autore affida alla linea contorno e alla linea oggetto la restituzione di un universo figurativo semplice e fluido. La scansione dei layout si limita a organizzare le figure all’interno dal continuum, e, quand’anche splash page e tagli verticali ne movimentano l’andamento, la leggibilità resta il primo obiettivo della messa in scena visiva. Se proprio volessimo trovare un limite a questo approccio espressivo, proprio perché “al passo coi tempi”, starebbe nel riconoscere che quello che oggi funziona benissimo, potrebbe risultare un poco datato domani in termini stilistici. Forse è un prezzo da pagare per approcciarsi in modo efficace a un pubblico di primi lettori o addirittura di “non ancora” lettori.
In fondo, i veri nemici del D’Artagnan a fumetti, prima ancora che il perfido Richelieu e Milady, sono oggi piattaforme digitali e social, capaci di contendere ai comics il primato del sense of wonder avventuroso, con inediti ritmi di narrazione e fruizione. I nuovi adattamenti dei classici non possono non tener conto di questo cambio di paradigma: agli affilati fendenti e alle energiche scazzottate di questi Moschettieri 3.0 anche l’onere espressivo di legittimare il fumetto, oltre che salvaguardare l’onore della Regina di Francia.
Abbiamo parlato di:
I tre moschettieri
Russel Punter, Matteo Pincelli
Traduzione di Marco Bogliolo
Usborne Edizioni, 16 marzo 2021
104 pagine, brossurato, a colori – 11,90€
ISBN-13: 978-1474989398