
Il disegno dell’autore, in puro bianco e nero, in qualche modo ricorda l’opera di Moebius: il fitto uso di china, gli ampi spazi vuoti, gli sguardi persi nella solitudine e nell’angoscia. E per questa storia crea un’aspetto claustrofobico in cui la gabbia della vita quotidiana viene travolta da visioni lisergiche folli e disturbanti. Non bisogna badare molto all’insieme di fatti che compaiono nelle tavole, né avere pretese di plausibilità degli stessi. La ricerca di Ignacio nella comprensione della natura di suo fratello procede per una linea discontinua senza apparente senso, da una scatola cinese all’altra, in una corsa senza fine verso una (incerta) conclusione. È una storia che lascia in sospeso parecchie domande, con un filo di inquietudine che di fatto è la vera essenza del racconto.
Quell’inquietudine positiva che nasce solo quando si comincia veramente a discernere ciò che è reale.
Abbiamo parlato di:
Hermano
Dario Fantacci, Pedro Mancini
Traduzione di Simone Angelini
Bel – Ami Edizioni, luglio 2014
82 pagine, brossurato, bianco e nero – € 10,00
ISBN: 9788896289457

