C’erano una volta un ragazzo che posava per un dipinto, due agenti spazio-temporali in missione e il giardiniere di un cimitero. Alla fine, vivranno tutti felici? È quello che il lettore può scoprire leggendo le storie contenute in Happy Endings di Lucie Byron, intitolate rispettivamente Buon anno, Ocean e Canzone di un giorno d’estate. Ognuna si distingue per l’impronta personale dell’autrice, che ci regala narrazioni che oscillano tra il surreale e il quotidiano. In ognuna di esse, una coppia di giovani si trova a vivere situazioni ordinarie ma straordinarie allo stesso tempo, portando i protagonisti a scoprire il loro lieto fine insieme.
Nel primo racconto, l’autrice ci trasporta in un’aula d’arte, dove una studentessa sta realizzando il ritratto di un giovane ragazzo che posa nudo per lei. Peccato che sia la sera di Capodanno e che il giovane si aspettasse un appuntamento più romantico. Nonostante le aspettative deluse, alla fine del racconto, i due protagonisti troveranno il loro lieto fine.
In Ocean viene raccontata la fantascientifica avventura di due agenti della polizia temporale (Tood e Boots) che, bloccati nel passato, si reinventano parrucchieri in una tranquilla località francese.
Infine, nel terzo e ultimo racconto, Lucie Bryon descrive l’estate di Arthur che accetta di lavorare come giardiniere in un cimitero e finisce per legarsi a Vincent, un “piangitore di tombe” che viene pagato per piangere davanti alle tombe di chi non ha più nessuno a cui importi dei defunti.
La particolarità di Happy Endings risiede non solo nell’uso di tre colori distintivi per ciascuna delle tre storie (rosa per la prima, blu per la seconda e arancio per la terza), ma anche nell’evoluzione dello stile di disegno che caratterizza ogni racconto.
Nel primo capitolo, le figure appaiono disegnate a mano, con contorni morbidi, e gli sfondi cosi come gli abiti dei protagonisti sembrano essere stati “sfregati” con la matita, creando un effetto ruvido e naturale. Nel secondo racconto, pur mantenendo linee morbide, i contorni diventano più definiti e le ombre, di un blu intenso, si presentano piatte e nette. Un aspetto interessante di questa sezione è l’introduzione di tocchi di rosa nella seconda parte, quando i due agenti segreti si adattando alla loro nuova vita. La campitura del colore, che prima era più precisa, diventa meno uniforme, suggerendo una maggiore fluidità e un senso di cambiamento, cambiamento che rispecchia anche quello dei protagonisti. Un’altra particolarità di questo capitolo è l’uso di una pagina di diario per raccontare i flashback, dove le immagini sono esclusivamente disegnate, senza l’uso del colore. Le ultime pagine, infine, mostrano un passaggio dalla semplicità iniziale dello sfondo omogeneo a uno sfumato e più articolato.
Nella terza e ultima storia si nota un’ulteriore evoluzione: la cura dei dettagli aumenta significativamente, e gli sfondi vengono riccamente illustrati, conferendo un senso di maggiore profondità e complessità.
In Happy Endings, quindi, si assiste a una progressiva evoluzione dello stile grafico dell’autrice, che passa da una semplicità iniziale a un disegno sempre più complesso e ricco di dettagli, accompagnando con maestria l’evoluzione delle storie narrate.
Evoluzione grafica che si rispecchia anche nella trama, la quale cresce in complessità insieme al disegno. Il primo racconto è più semplice, incentrato su un primo appuntamento, mentre il terzo si spinge su tematiche più profonde, come la scoperta della propria omosessualità e l’introduzione di elementi paranormali ed onirici.
Happy Endings, oltre a raccogliere tre storie molto ben realizzate, dimostra la poliedricità di Lucy Bryon, giovane autrice nel pieno della sua ricerca e sperimentazione artistica.
Abbiamo parlato di:
Happy Endings
Lucie Bryon
Traduzione di Francesco Savino
Bao Publishing, 2025
168 pagine, brossurato, colore – 20,00 €
ISBN: 979-12-5621-128-9