A sei anni dalla conclusione della saga ideata da Antonio Serra e Gianmauro Cozzi, Greystorm torna con un capitolo inedito che si colloca tra il settimo e l’ottavo episodio della miniserie originale, ovvero nell’arco temporale in cui Robert Greystorm sta costruendo la sua base operativa in Cornovaglia ed è in procinto di elaborare un piano per conquistare il mondo.
La scelta di una collocazione cronologica ben precisa nella continuity, sebbene sia importante principalmente per i fan della serie, coincide con l’approfondimento del protagonista, senza modificare il corso della saga (ben descritto nei capitoli già noti), ampliandone le prospettive e sviluppando ulteriori tematiche attinenti.
La storia era nata originariamente all’interno di un progetto autonomo sviluppato da Davide Rigamonti con Stefano Vietti, in seguito ripensata per essere inclusa nell’universo di Greystorm, creando una trama che pur contenendo due linee narrative distinte (temporalmente e per contenuti), le presenta amalgamate in modo organico per dar vita a un racconto scorrevole e avvincente.
L’idea di partenza per l’albo, scritto da Rigamonti su un soggetto elaborato insieme ad Antonio Serra, nasce dalla coincidenza storica tra il nome di Mary Wollstonecraft, considerata la fondatrice del femminismo liberale, e quello di sua figlia Mary Shelley (all’anagrafe Mary Wollstonecraft), autrice di Frankenstein, o il moderno Prometeo. Entrambe le figure sono rievocate durante l’episodio, seppure in modo differente e con diversa enfasi.
I movimenti antesignani del femminismo vengono citati più volte e servono plausibilmente anche a fornire uno sfondo storico-sociale, sebbene una delle lacune principali dell’albo sia proprio quella di lasciare tali elementi in superficie, senza addentrarvisi appieno.
Sono invece messi bene in luce i dilemmi etici legati alla creazione della vita in vitro, alla volontà dell’uomo di dar vita a esperimenti anche macabri e alla tendenza all’onnipotenza, temi che non perdono la loro rilevanza con il passare dei secoli. Oltre alla trama in sé, i richiami all’opera di Mary Shelley sono presenti anche nella struttura della storia, i cui i narratori sono prima Victoria Arrington, la donna incontrata da Greystorm e coinvolta negli esperimenti sulla creazione, poi l’essere creato artificialmente e infine lo stesso Robert Greystorm.
Nella parte finale emerge come il protagonista abbia conservato il proprio oscuro fascino: la progressiva caratterizzazione come malvagio dell’eroe eponimo nella miniserie originaria aveva rappresentato sotto diversi aspetti (e continua a rappresentare) un dato fortemente innovativo nel contesto fumettistico bonelliano, classicamente orientato a far emergere il punto di vista di personaggi dai connotati positivi (un assunto ripreso, ad esempio, anche in Orfani).
Il lato artistico sostiene bene i vari aspetti della sceneggiatura. I disegni di Lucia Arduini restituiscono infatti sia i connotati horror della vicenda che i suoi toni puramente romantici.
L’autrice piacentina, in passato al lavoro su Martin Mystère, Brendon e Agenzia Alfa, si dimostra particolarmente a proprio agio nel rappresentare le pose statiche e i momenti di maggior carica emotiva, commettendo invece alcune inesattezze nelle scene più dinamiche.
L’atmosfera è generata anche dal lavoro di retinatura realizzato da Gianmauro Cozzi sulle tavole, in grado di richiamare efficacemente lo stile delle xolografie presenti nei romanzi del XIX secolo, ulteriore tassello di una cura grafica che, a partire dalle copertine e dai frontespizi, ha da sempre contraddistinto la serie.
In conclusione, questo volume inedito, sostanzialmente leggibile e godibile anche in maniera autonoma, rinverdisce i fasti di una delle miniserie più originali pubblicate da SBE nell’ultimo decennio.
Abbiamo parlato di:
Greystorm: Ex vitro vita (Romanzi a fumetti #31)
Antonio Serra, Davide Rigamonti, Lucia Arduini, Gianmauro Cozzi
Sergio Bonelli Editore, novembre 2016
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 7,00 €
ISBN: 977197112700360031