Nathan Never e le ossessioni per l’arte

Nathan Never e le ossessioni per l’arte

Nathan torna nello spazio ne "L'essenza dell'infinito", di Rigamonti e Jannì, per vigilare su una pittrice in crisi creativa.

Nn394 CopDianne Lancette è una pittrice ricca e famosa in cerca di ispirazione e Nathan Never l’accompagna in un tour spaziale. La giovane artista è convinta che proprio fra le stelle incontrerà una nuova musa e potrà realizzare l’opera d’arte definitiva.
Con L’essenza dell’infinito lo sceneggiatore Davide Rigamonti si addentra nella filosofia dell’atto creativo e sfrutta la focosa, irascibile e viziata Dianne – personaggio ben caratterizzato, che sa tener testa al direttore dell’Alfa – come portavoce dei dubbi e dei desideri che albergano nell’animo dei creativi. Qual è dunque la differenza fra un imbrattatele e un artista? Il compito dell’arte è suscitare domande o offrire risposte?

La trama si muove fra la ricerca di Dianne, le sue ossessioni e una linea narrativa più avventurosa, che propone all’inizio una fantascienza spaziale classica con tanto di cast di comprimari alla Star Trek e mistero spaziale da risolvere, per poi virare verso un mood onirico nel quale sono ben mescolati diversi piani di realtà.
In un albo in cui la tensione è in crescendo ed è necessario ricorrere ad alcuni passaggi verbosi per spiegare certi snodi narrativi, Rigamonti alleggerisce i toni con dialoghi a volte ironici o scherzosi spesso associati al drone Stan, il petulante assistente di Dianne che si ritaglia un ruolo significativo e ha un nome, un design e a volte una personalità che ricordano Stanley Kubrick e l’HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio.
I disegni di Mario Jannì sono dinamici e dettagliati, con qualche posa di Nathan forse un po’ rigida ma delle notevoli vignette a tutta pagina, come l’evocativa tavola 57 che somiglia a un dipinto surrealista. Il disegnatore si concentra sulla visualizzazione delle molte opere d’arte e sulle sequenze maggiormente oniriche, basate su sfondi contorti e ipnotici. Alcune tavole presentano un montaggio più moderno rispetto alla classica griglia bonelliana e vanno menzionate anche una splash a pagina 21 e alcune vignette come la doppia verticale che chiude tavola 54, dove frammenti di vetro racchiudono minuscoli tasselli di storia. Alcuni flashback propongono un segno più stilizzato, quasi cartoonesco, utile ai fini narrativi e per il contrasto che crea con il realismo del tempo presente.

Nonostante sia slegato dalla continuity della testata, L’essenza dell’infinito risulta infine un albo godibile, che sviluppa tematiche degne d’interesse.
Va segnalato che la consueta rubrica Alfacom è stata sostituita dai brevi ma intensi ricordi dedicati ad Alfredo Castelli dei tre papà di Nathan Never Michele MeddaAntonio Serra e Bepi Vigna

Abbiamo parlato di:

Nathan Never #394 – L’essenza dell’infinito
Davide Rigamonti, Mario Jannì
Sergio Bonelli Editore, febbraio 2024
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,90€
ISSN: 977112157300130393

Nn394 Tav

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