Nel mondo dell’arte la mediocrità è inutile. Questa la considerazione che apre il quarto numero di Gokusai, seinen di Tetsuya Saruwatari che narra le vicende di un gruppo di giovani artisti desiderosi di trasformare la loro passione per il disegno in una professione. Karaba Jo, il più talentuoso tra i protagonisti, vive un rapporto amore/odio con la madre, ma proprio la sua malattia lo porta a voler creare il capolavoro definitivo, un’opera così bella da riuscire a guarirla. Questa ricerca ha il merito di suscitare interesse nel lettore, curioso di vedere dove la creatività dell’autore possa spingersi. Le diverse soluzioni grafiche donano una marcia in più all’opera, altrimenti ridimensionata dalla realizzazione senza particolari qualità di personaggi e ambientazioni. L’arte può donare un senso alla propria vita, una vera ragione per vivere, nello stesso modo in cui può portare alla pazzia e all’odio per se stessi: questo dimostrano rispettivamente la maestra e la madre di Jo, due donne che hanno affrontato in modo opposto la sofferenza.
Il resto del “cast” non gode purtroppo della stessa caratterizzazione e molti personaggi risultano anonimi o troppo stereotipati. Meno banali sono i numerosi spunti di riflessione che emergono avanzando nella lettura: dall’esaltazione della libertà che si prova nel fare arte, senza nessun limite nell’esprimersi, al sacrificio richiesto per raggiungere il proprio scopo, passando per la ricerca dell’equilibrio mentale tra creazione e distruzione creativa. E ancora: la vera arte deve essere apprezzata dai critici e venduta a caro prezzo o deve soprattutto saper emozionare? Saruwatari ci propone la sua tesi, a conclusione di un manga interessante per lo sguardo differente che lancia sulla realtà artistica.
Abbiamo parlato di:
Gokusai #4
Tetsuya Saruwatari
Traduzione di Manuela Capriati
Panini Comics, maggio 2015
208 pagine, brossurato, bianco e nero – € 4,50
ISBN: 977203740090050030