Gli scarabocchi di Maicol & Mirco: “Pfui”

Gli scarabocchi di Maicol & Mirco: “Pfui”

Il nuovo breviario di Maicol & Mirco si conferma un concentrato di humor nero e cinismo, satira in pillole che costringe a guardare la realtà in modo diverso.

Pfiu copertinaQuando a scuola si insegnano a usare i pastelli a cera, si apprende come dal modo in cui il foglio viene graffiato possono essere fatti emergere i colori e da lì giocare con le forme.
Con gli scarabocchi, arrivati con PFUI al sesto volume dell’Opera Omnia iniziata nel 2018 con ARGH (a cui sono seguiti SOB, BAH, CRACK, NO!) Maicol & Mirco fa un’operazione analoga, ma con la realtà che ci circonda al posto della patina offerta dai pastelli a cera.

Le quasi 190 pagine di cui è composto il libro sono un concentrato di cinismo e satira, di iconoclastia religiosa che non evita neppure il ricorso alla bestemmia, e umorismo nero nel quale persino la morte viene sbeffeggiata.
Il tratto con cui si graffia il foglio è, letteralmente, lo scarabocchio.
Le figure antropomorfe hanno i tratti caratteristici delineati da dettagli: un paio di occhiali, un accenno di baffi, un abito, assieme a trasfigurazioni che definiscono l’età. Si tratta di semplificazioni che ricordano un tratto infantile, ma che nascondono un contenuto ben strutturato, una semplificazione che non è banalizzazione.

Così come quando abbiamo l’urgenza di prendere un appunto per fissare un concetto e nel farlo inconsciamente asciughiamo grafia e grammatica, allo stesso modo la necessità di comunicare in modo rapido, graffiante, il contenuto delle vignette ha spinto l’autore a trovare una sintesi estrema dei tratti che, assieme al font nel quale domina il maiuscolo – che nel linguaggio social corrisponde all’urlo, non badano a velleità estetiche ma soprattutto alla funzionalità che il messaggio pretende.

Colapesce, autore della prefazione, si sofferma sull’essenzialità del tratto, difendendone l’intento fanciullesco, per esplorarne il valore assoluto. In un mondo in cui tutte le nostre interazioni sociali prevedono dei compromessi, una forma di adattamento al mondo, gli scarabocchi restano un manifesto di libertà e che prevede un patto forte tra scrittore e lettore.
Lo scarabocchio, infatti, come il disegno osceno su un muro, prevede il rispetto di un codice comune per cui il significante ha il medesimo significato tanto per chi lo tratteggia quanto per chi lo legge.

Fissate le premesse e scelta la forma, leggendo gli scarabocchi non si resta impassibili al contenuto.
Alcune strisce hanno genitori importanti, su tutti Quino e la sua Mafalda, la ragazzina dalla folta chioma che costringeva a guardare al suo mondo, ai suoi drammi e frustrazioni sorridendo per il racconto, ma anche a solidarizzare con lei facendo nostri i suoi disagi, suoi i nostri, ma possiedono anche un’originalità propria, un linguaggio che rende il suo autore riconoscibile non solo per lo stile del tratto, ma soprattutto per il messaggio veicolato.

LA GENTE NON CAMBIA, SI ARRENDE.

Una volta stretto un patto rosso di sangue (come le pagine del volume) con il lettore, Maicol & Mirko si permette di farlo ridere, scandalizzarlo e infine a costringerlo ad accettare semi sparsi da chi graffia i fogli come fosse un aratro sulla terra, semi che come quelli che trovano terreno pronto, vanno in profondità.

pfiu2I temi toccati dall’autore sono delicati e trattati con un finto cinismo che nasconde una reale sensibilità. Viene messo in scena il rapporto genitoriale, la vita e i suoi momenti di sconforto, e persino la morte, il rapporto con Dio e con le armi, il tutto senza fare alcuno sconto: cinico, amaro, persino blasfemo, ma mentre il messaggio viene urlato, viene sussurrata la voglia di mettere in comune dubbi, disagi e ricavare la forza per affrontarli assieme al coraggio per riderci sopra.
Se esiste un tratto comune è nel fatto che nessuna delle strisce graffiate lascia indifferente, anche a costo di scandalizzare
Diceva Katharine Hepburn: “la vita può essere selvaggiamente tragica delle volte, e ne ho avuto la mia parte. Ma qualunque cosa ti accada, devi mantenere una leggera attitudine ironica. In ultima analisi, non devi dimenticare di ridere. Mai!”

Come per tutti i volumi che lo hanno preceduto, anche Pfui si conferma un’opera per lettori che decidono di partecipare al linguaggio che chi scrive impone.Prima di approcciarli e leggerli occorre concedere al loro autore la stessa fiducia che concediamo all’amico a cui permettiamo di dire tutto, di cui accettiamo il cinismo, la apparente crudeltà e il distacco; atteggiamenti che diventano un contenitore in cui è racchiusa la volontà di aiutare ad affrontare un vissuto fatto di drammi, una ricetta che permette di non affrontarli da soli.

INSOMMA, SE QUALCUNO CI HA CREATI, SI PRENDESSE LE SUE RESPONSABILITÀ, CAZZO.

Pfui. Gli scarabocchi di Maicol & Mirco
Maicol & Mirco
Bao publishing, 2022
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 14,00 €
ISBN: 97888327374431

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