Girl from the other side: la dolceamara vita di un’innocente

Girl from the other side: la dolceamara vita di un’innocente

Una piccola bambina, tanto tenera quanto curiosa e indifesa, è protetta al di là dei confini della civiltà umana da una mostruosa creatura che le fa da maestro, tutore e amico. Un nuovo mango edito da J-Pop.

Girl from the other side è un tipo di opera particolare che attrae il lettore già sin dalla sua copertina, dalla quale risultano chiari alcuni elementi dell’opera grazie allo spezzato immediato fra bianco e nero, l’ambientazione boschiva che dà l’idea di un mondo non ancora completamente industrializzato e il tratto di disegno particolare e interessante. Elementi che lasciano presupporre un mondo medievale europeo fantastico dove il bianco e il nero – intesi come il bene e il male, senza grande spazio per sfumature di colore – si scontrano sin dai tempi della sua formazione.

Ancor prima di parlare della trama e della narrazione dell’opera, c’è da fermarsi a ragionare sulla qualità del disegno, del tratto e dell’uso fra bianchi e neri. Nagabe, pur essendo un disegnatore giovane e con poca esperienza (ha infatti solo 25 anni e il suo stile può quindi ancora migliorare e raffinarsi tantissimo nel corso del tempo), ci mostra disegni convincenti nella propria semplicità e soprattutto molto caratterizzanti, dettagliando minuziosamente tanto gli ambienti quanto i vestiari trasporta lettore nel mondo che ha creato, facendogli sentire viva e densa la foresta in cui i due protagonisti vivono. Il sapiente uso dei bianchi e dei neri e la costruzione visiva della tavola permette al disegnatore di smuovere la narrazione, velocizzando o rallentando a seconda dell’occasione le situazioni di azione, pericolo e suspense.

Il disegno dell’autore si distanzia da uno stile facilmente omologabile e mostra delle chiare influenze da illustratore (campo nel quale Nagabe potrebbe avere una certa esperienza), tant’è vero che la protagonista sembra uscita direttamente da un libro di fiabe europeo, quasi estraniandosi rispetto agli altri esseri umani presenti nel volume, particolarizzati da uno stile maggiormente realistico.
Da parte loro, gli Estranei sono creature antropomorfe che sembrano provenienti direttamente dai bestiari europei medievali, quindi perfettamente inquadrabili nel mondo fiabesco in cui la protagonista dell’opera vive. In sostanza, lo stile di Nagabe non è particolarmente elaborato (per quanto possano essere dettagliati gli ambienti e i vestiari i personaggi lo sono molto poco, soprattutto la protagonista, in uno stile a metà fra un libro illustrato e un fumetto vero e proprio) ma la vera raffinatezza risiede nel suo sapiente uso dei bianchi e dei neri che contribuiscono a fornire una resa visiva di gran livello, soprattutto per gli appassionati del genere dark.

La storia si apre direttamente nel pieno della narrazione: Shiva, la nostra protagonista, una bambina dal candore innocente della fanciullezza, vive nei meandri di un tetro bosco del cosiddetto Mondo Esterno (contrapposto al Mondo Interno, dove vivono gli esseri umani) insieme al Maestro, una creatura antropomorfa – un Estraneo – addirittura priva di bocca (ma non della capacità di parlare) che si comporta da suo tutore, maestro e amico. Alla base del rapporto fra i due vi è tuttavia una regola di base che deve essere sempre rispettata: Shiva non deve entrare direttamente in contatto con il Maestro, altrimenti verrà maledetta e condannata a diventare anch’essa un’Estranea.

Shiva è bianchissima, gentile e affettuosa, e vive nella costante attesa del ritorno della cara nonna di cui la bambina ha un caro e placido ricordo. In contrapposizione, il Maestro, come tutti i membri della sua razza è nero: tuttavia, presenta una bontà d’animo e una gentilezza di spirito non comune neanche agli esseri umani e che, forse, rappresentano la sua unica vera mostruosità. I vestiti del Maestro e i suoi modi di fare lasciano quasi immaginare che sia un nobile: magari non di nascita e non di sangue ma, indubbiamente, di spirito, e questa sua rappresentazione fisica potrebbe dunque essere semplicemente la giusta rappresentazione della sua personalità.

Il Maestro è ben conscio della possibilità che la nonna di Shiva non possa mai più far ritorno: proprio per questo, quindi, ha preso a cuore la ragazza, curandola e istruendola al massimo delle sue possibilità, e le scene di vita quotidiana fra i due – esseri tanto diversi sotto molti punti di vista seppur accomunati, oltre che dal destino, anche da un animo splendente e candido – esaltano pienamente tutte le possibili differenze fra le due razze.

La chiave del successo di Girl from the other side è la sua capacità di unire, in questa fiaba disegnata e raccontata in modo semplice ma raffinato, amore e paura, bellezza e orrore, tenerezza e terrore, morte e vita in un solo racconto. L’autore lascia costanti interrogativi già nel corso del primo volume, presupponendo quindi di dover fornire risposte anche di una certa qualità nel corso dell’opera.

Tratta, inoltre, con incredibile empatia, uno dei temi più cari e antichi della letteratura: la paura del diverso. Shiva e il Maestro vivono infatti insieme pacificamente, nonostante le loro differenze, ma il resto del mondo è schematizzato in due regni contrapposti, quello del bianco e quello del nero a seconda della divinità di riferimento. Questi due regni sono in scontro costante fra di loro e anche i rappresentanti dei bianchi, gli umani abitanti del Mondo Interno, non sono portatori di grandi virtù e non sono disposti ad alcuno sforzo di comprensione nei confronti della razza avversa, prediligendo l’eliminazione del pericolo ancor prima di poterlo identificare come tale.

Com’è normale che sia, quindi, non è tutto bianco o nero: il Maestro, membro dei neri, è comunque una persona di assoluto buon cuore, ma non è detto che anche il resto della sua razza sia come lui: esistono differenze sostanziali fra i membri della stessa razza, e le categorizzazioni fra bene e male, probabilmente, esistono solo come meccanismo di difesa proteggendo così ciò che è simile e ciò che si conosce giustificando le azioni anche violente ed esagerate che si è costretti o disposti a compiere in nome della difesa (fosse anche solo dalla contaminazione) della propria specie.

Il primo volume dell’opera è stato assolutamente convincente: e sicuramente tanto basta per leggere con buone aspettative il secondo volume, uscito nel nostro paese alla fine di marzo 2019.

Abbiamo parlato di:
Girl from the other side #1
Nagabe
Traduzione di Christine Minutoli
J-POP, 2019
190 pagine, brossurato, bianco e nero – 6,50 €
ISBN: 978-8832755268

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *