Il rapporto fra fumetto e web è stato il tema centrale della diciannovesima edizione del Napoli Comicon. L’incontro “Giorni di un futuro presente”, tenutosi lunedì 1 maggio in Sala Fumetto 2.0, ha approfondito l’argomento, declinandolo rispetto alle esperienze passate ma anche cercando di raccontare l’oggi. Condotto da Roberto Recchioni, l’evento ha visto la presenza di Sio, Zerocalcare, Lucio Staiano, Ratigher e Giacomo Bevilacqua.
Sin dall’inizio Roberto Recchioni ha impostato un percorso cronologico partendo da Eriadan, una delle prime esperienze fumettistiche sul web, ad opera di Paolo Aldighieri. Lucio Staiano, fondatore di Shockdom, ha rievocato a sua volta alcune esperienze, sempre a partire dal grande successo di Eriadan, da lui descritto come una vera novità nel mondo del fumetto, apripista di un movimento che almeno fino al 2010 si limitava principalmente ai blog. Recchioni ha aggiunto che Aldighieri aveva avuto alcune importanti intuizioni nel linguaggio tali da consentirgli realizzare fumetti in maniera diversa: a lui si devono sia l’idea dello scorrimento verticale che la possibilità di interazioni tra le vignette. Secondo l’autore romano, col tempo queste peculiarità dei webcomic sono andate un po’ perdendosi, in quanto gli autori hanno cercato sempre il passaggio dal web alla carta stampata, trascurando dunque alcune delle caratteristiche che avrebbero avuto difficile trasposizione.
Proseguendo cronologicamente, di poco successivo è stato il debutto di Giacomo Bevilaqua con A Panda piace, nato su strip che avevano un meccanismo narrativo estremamente semplice. Bevilacqua ha raccontato come queste vignette siano nate per caso nel maggio 2008, pubblicate all’inizio sul blog di Recchioni per poi trasferirsi su un proprio spazio. La realizzazione delle strip aveva scadenze molto serrate e con il tempo è stato uno dei primi brand nati “dal basso”.
Recchioni ha poi introdotto Sio, autore partito dal fumetto nel 2006 con un blog ma che deve gran parte della popolarità al suo canale Youtube, animato con filmati, animazioni e canzoni. Sio ha ricordato di aver pubblicato per 6 anni sul suo blog, senza avere grosso riscontro e di aver poi provato con Youtube, ottenendo un enorme favore da parte del pubblico e scoprendo il piacere di giocare su più livelli tramite la comunicazione visiva. L’autore ha aggiunto che sin da piccolo aveva sempre desiderato pubblicare fumetti in edicola, “dove si poteva trovare anche Topolino” (testata per la quale Sio ha negli ultimi anni iniziato a pubblicare storie).
Recchioni è passato quindi a raccontare gli esordi di Zerocalcare: anche la sua esperienza è nata da un blog, passando poi all’autoproduzione. Zerocalcare ha confessato che in realtà non era sua intenzione aprire un blog: il collega e amico Makkox gli aveva comprato un dominio e aveva iniziato a pubblicare online le storie al posto suo. Anche la prima edizione autoprodotta de La profezia dell’armadillo viene definita da Zerocalcare una “autoproduzione assistita”, perché il fumetto era prodotto dallo stesso Makkox, che aveva seguito tutti i passaggi iniziali di stampa della prima tiratura di 500 copie.
Recchioni si è soffermato brevemente anche su Makkox, definito come uno dei primi a diventare virale sui social nonché a realizzare fumetti a scorrimento verticale.
Si è passati poi a parlare del metodo di autoproduzione Primaomai ideato da Ratigher, legato al web principalmente perché l’idea dell’“ora o mai più” risiedeva su una pagina online. Ratigher ha contestualizzato affermando che a suo parere esistevano (ed esistono tutt’ora) diverse possibilità per veicolare fumetti, libri, film ecc., ma i metodi a disposizione nel momento in cui decise di lanciare Primaomai non consentivano di valorizzarne le potenzialità. Dopo aver impiegato diverso tempo a osservare altri metodi di produzione, Ratigher ha ideato nel 2014 un preorder online di un mese per le vendite de Le ragazzine, stampando solo le copie che aveva venduto e annunciando che l’opera non sarebbe mai stata ristampata in formato cartaceo. Una copia digitale è stata in seguito resa disponibile, perché l’autore desiderava che la storia venisse ancora letta. Ratigher ha aggiunto di non essere affatto pentito per la vita editoriale de Le ragazzine: a suo parere, l’interesse attuale verso le sue opere deve molto a quelle idee di autoproduzione e alla loro realizzazione.
Recchioni in seguito ha coinvolto Lucio Staiano ponendogli il quesito: “Come si diventa un autore Shockdom?”. Staiano ha risposto che all’inizio c’era un nucleo chiuso di autori, che in seguito è diventato sempre più aperto. Attualmente l’editor di Shockdom ha affermato di continuare costantemente a fare scouting sul web. Riguardo i criteri di scelta degli autori, Staiano ha aggiunto che quando guarda il profilo facebook di un giovane autore non si basa su una soglia di like, ma preferisce seguire le interazioni dei post, le condivisioni, l’interesse degli argomenti trattati e, più in generale, la bravura dell’autore. Staiano ha inoltre confermato che non è semplice capire se si tratta di un autore “vero” o meno, anche se dopo aver frequentato le community online per anni è riuscito in qualche modo a “farsi gli anticorpi”; a parte questo, è giusto sempre provare e dare fiducia a nuovi autori.
A seguire è stato coinvolto Sio nel tema della presenza su web. L’autore ha affermato che attualmente il suo lavoro consiste nel dividersi tra l’esperienza Disney (“che mi sta insegnando tantissimo”) e i fumetti e i video sul web, dove prova ancora ad essere presente, nonostante sia estremamente difficile. Recchioni si è soffermato poi sulla cosiddetta “schiavitù” verso le scadenze quotidiane sul web: Sio ha ammesso che ci sono state delle volte nelle quali ha scelto di rispettare l’appuntamento con i fan, senza essere pienamente soddisfatto, proprio perché è importante esserci e far avvertire la propria presenza, anche solo per mantenere le promesse fatte ai lettori e per dire loro “io ci sono”.
La domanda successiva di Recchioni era rivolta a Zerocalcare e incentrata sulle conseguenze del suo successo e sull’eventualità di smettere di pubblicare sul blog e dedicarsi esclusivamente a storie e volumi cartacei. Zerocalcare ha ribadito che fare fumetti sul blog rappresenta sostanzialmente un altro tipo di lavoro, più stimolante per certi versi. La carta ha un valore legato a un certo tempo di attenzione nella lettura, per cui si può cercare di far passare messaggi differenti che sedimentano in maniera diversa. Con il web questo non è fattibile. D’altra parte, il lavoro del fumettista è un lavoro da svolgere chiuso in casa da solo e viene letto da persone che sono in casa da sole e difficilmente daranno dei feedback dopo la lettura. Invece sul web l’autore ottiene numerosi feedback che “ti ricordano che c’è un mondo fuori”. Inoltre il blog è anche un modo per aggregare nuovi lettori e oltretutto favorisce le vendite. Infine Zerocalcare ha addotto motivazioni in qualche modo etiche, ovvero continuare a dimostrare di non aver utilizzato il blog solo come “trampolino di lancio”.
Dietro domanda diretta di Recchioni, Bevilacqua ha poi aggiunto alcune considerazioni su A Panda piace, che continua a vivere sulla pagina facebook, ma per il quale al momento l’autore avverte il bisogno di un momento di pausa. Bevilacqua ha aggiunto un suo giudizio sugli autori che si affacciano oggi sul mondo dei webcomics: ci sono delle persone che trattano i loro fumetti come dei meme, ma quando questi autori dimostrano di saper fare anche cose non superficiali, allora vuol dire che hanno realmente altro da raccontare.
Recchioni ha poi chiesto a Ratigher, recentemente nominato direttore editoriale di Coconino Press, alcune delucidazioni circa il rapporto futuro tra la casa editrice, il web e gli esperimenti grafici e produttivi. Ratigher ha affermato che questi strumenti si possono utilizzare in mille modi diversi. Per una casa editrice come Coconino non è pensabile utilizzare una comunicazione giornaliera e costante, ma l’idea è quella di generare maggior condivisione e creazione di contenuti di supporto ai libri e alle storie. Espandere il mondo del libro in promozione, con booktrailer, video e altro materiale che viene molto condiviso serve anche ad allungare di molto la vita di un libro. Ratigher ha portato come esempio il già citato volume Le Ragazzine, che è stato pubblicato nel 2014 ma di cui ancora oggi continua a produrre degli adesivi che citano frasi del libro. Con l’enorme produzione odierna di fumetti, ha aggiunto Ratigher, tantissimi scompaiono subito, per cui si fa molta fatica a dedicare il tempo giusto alle cose. Il web non rappresenta solo un qualcosa di volatile ma permette ad esempio a un libro come Le Ragazzine di continuare a generare interesse (misurabile tramite i download della copia online).
Si è passati in seguito ad alcune domande dal pubblico. Sulle modalità di lavoro dei fumettisti a casa o in una redazione, Bevilacqua ha risposto, scherzando, che la sua giornata passa “dall’avere ancora il pigiama ad avere già il pigiama”. Riguardo il lavorare in una redazione e il sentirsi “come se si avesse un posto fisso”, Ratigher ha suggerito che avere posto fisso non è per forza indice di un maggiore guadagno; inoltre, il motivo per cui autori come lui vengono contattati dalle case editrici è per fornire forze fresche.
Riguardo il futuro, alla domanda “Come vi vedete tra vent’anni su internet?”, Zerocalcare ha affermato di pensare spesso che tutto questo successo a un certo punto finirà, poiché a un certo punto inizierà a dire cose da vecchio e parlare a un pubblico differente da quello odierno. Lo stesso Michele Rech ha aggiunto che anche lui ormai attualmente non legge quasi più fumetti. Per concludere, alla domanda di una bambina riguardo i suoi lavoro attualmente in corso, ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo fumetto lungo circa 300 pagine, previsto per la fine dell’anno, e che a settembre sarà pubblicata una sua storia a colori su Groucho.