Zerocalcare, Macerie Prime e il tempo dei cambiamenti

Zerocalcare, Macerie Prime e il tempo dei cambiamenti

Reportage di una lunga chiacchierata tra Zerocalcare, Michele Foschini e il pubblico del Circolo dei Lettori di Torino in una delle tappe del tour di presentazione della sua ultima opera, "Macerie Prime".

Zerocalcare, reduce dal recente tour di presentazione dell’opera Macerie Prime, nella sera di giovedì 30 novembre 2017 ha presentato presso il Circolo dei Lettori di Torino la sua ultima fatica.
Un grandissimo numero di persone si è mobilitato per assistere all’evento, confermando ancora una volta la capacità dell’autore di riuscire a coinvolgere e appassionare un’enorme fetta di pubblico.

Michele Foschini, direttore editoriale di BAO Publishing, ha moderato l’evento facendo numerose domande al fumettista.
Da subito si è instaurato un clima di ilarità generale, che ha portato Zerocalcare (insieme allo stesso Foschini) a ironizzare sugli argomenti più disparati.
Di seguito un riassunto del botta e risposta tra l’autore e il direttore editoriale di BAO, che prima di iniziare hanno ringraziato il pubblico per la calorosa accoglienza.

Michele Foschini: Dopo Kobane Calling si è creata una grande aspettativa per il tuo ultimo lavoro, Macerie Prime. Da dove è nata la necessità di raccontare questa nuova storia?
Zerocalcare: Anche se ho fatto molte presentazioni, stasera ho un po’ d’ansia. Non riesco neanche a capire perché… forse sono i soffitti alti!
Per quanto riguarda la storia, posso dire di non aver mai avuto il sacro fuoco della scrittura. Mi piace raccontare quello che succede attorno a me, ma negli ultimi anni non riuscivo a ritrovarmi con gli strumenti narrativi che mi ero prefissato di usare. Nei miei fumetti ho fotografato determinati aspetti di alcune persone a me vicine.
Con il passare del tempo però sono cambiate molte cose e, proprio per questo, ho sentito la necessità di svecchiare i personaggi per renderli più simili alle loro controparti reali (per forza di cose cambiate/cresciute).
Adesso comunque la mia vita in realtà risulta incredibilmente rarefatta rispetto a prima, dato che passo moltissimo tempo a disegnare e/o a fare presentazioni. Sono ovviamente molto grato per questo, anche perché non molto tempo fa con quello che facevo, cioè ripetizioni e altri lavoretti simili, a un certo punto mi sono accorto di non riuscire a pagare l’affitto.
In questi anni ho avuto vari problemi, ma scrivere solo di me poteva diventare una cosa tremendamente autoreferenziale ed è per questo che ho deciso di far ‘crescere caratterialmente’ tutti i miei personaggi all’interno di Macerie Prime.

M.F.: Ok, credo che questa sia stata la tua risposta più lunga di sempre! Comunque, parlando sempre dei personaggi, secondo te qual è quello che è cambiato di meno nel corso degli anni?
Z.: Ci sono dei personaggi che non sono cambiati tanto, come ad esempio quello di Sara. Ma in realtà potrei anche dire che il personaggio che è cambiato di meno sono io. Mi sono sentito come cristallizzato mentre disegnavo il fumetto.
È ovvio però che la crescita fa parte di un percorso comune a tutti e, quando arrivi a 34-35 anni e capisci di non avere certezze, puoi iniziare a soffrire parecchio. Per questo secondo me è molto importante riuscire a raggiungere a quest’età una sorta di stabilità nella vita.

M.F.: Dato che siamo a Torino, volevo poi far presente che tutti i libri di Zerocalcare sono stati stampati a Chivasso. Tu Michele, dall’inizio della carriera, hai venduto una cosa come 800.000 copie, una cifra davvero alta!
Z.: Eh… sono state STAMPATE 800.000 copie, quelle vendute saranno sicuramente meno! Magari un sacco di copie le hanno rimandate indietro! [Michele Foschini, ridendo insieme al pubblico, ha prontamente ribadito i dati di vendita cercando di convincere ironicamente anche l’autore di quanto appena affermato]

M.F.: Mentre del personaggio di Secco che ci dici?
Z.: Il Secco dei fumetti è molto più profondo di quello reale. Comunque lui è partito dal nulla, per davvero. Lui campava con il poker online, non aveva una casa. Adesso fa un lavoro socialmente accettato, cioè l’insegnante. Ma in realtà il suo castello di carte potrebbe crollare molto presto dato che non sa cosa sia un avverbio!

M.F.: Secondo te lui rischia di imborghesirsi? Vedi la sua vita senza le bombe carta?
Z.: No secondo me al momento non pensa di costruirsi una famiglia. Anche se sicuramente rispetto a prima è riuscito a sistemarsi.

M.F.: In questi anni sei arrivato al cuore di moltissima gente. Come ti spieghi di essere riuscito a coinvolgere anche persone che non ti somigliano minimamente dal punto di vista ideologico?
Z.: Secondo me ci sono un sacco di elementi che ogni giorno dividono tutti noi. Magari ci accomunano molte cose, come ad esempio aver visto gli stessi cartoni animati o le stesse serie tv… ma in realtà ci sono un sacco di altri particolari che ci differenziano, magari molto più importanti.
Io per esempio arrivo dai centri sociali e fin dall’inizio, con le mie opere, ho sempre pensato di rivolgermi a una nicchia, una vera e propria piccola riserva indiana di persone.
Ci sono però alcune insicurezze e alcune fragilità che possono colpire tutti allo stesso modo.

M.F.: Adesso ti faccio una domanda scomoda. Come reagisci a quelli che dicono “Ma Zerocalcare racconta sempre le stesse cose?”
Z.: Beh… MA STICAZZI! [Il pubblico in sala subito dopo è scoppiato in un fragoroso applauso] Z.: Ora vorrei fare un piccolo ragionamento. Non conduco una vita in cui mi succedono sempre robe nuove, quindi per forza di cose alcuni particolari possono risultare simili. La forma però è sempre cambiata nel corso della mia maturazione artistica. Un polpo alla gola sviluppava alcuni temi, Dodici ha raccontato un altro tipo di storia in cui non ero io il protagonista, Dimentica il mio nome si è focalizzato sulla vita di mia nonna mentre in Kobane Calling ho parlato d’attualità focalizzandomi su temi di più ampio respiro.
Con Macerie Prime ho fatto una cosa ancora diversa, cercando il più possibile di caratterizzare al meglio dei personaggi autonomi da me.
Dato che non ho una grande immaginazione, scrivere dei dialoghi che pronuncia qualcun altro (sia riguardo persone che esistono veramente sia per quelle che non esistono) mi mette leggermente a disagio. Mi sembra quasi di fare un’operazione forzata e sbagliata.
Ho quindi deciso di fare un sacco di domande (anche parecchio scomode) a varie persone che conoscevo, prendendo così un sacco di appunti da usare per i dialoghi del fumetto. Non avevo mai fatto qualcosa di simile prima d’ora.
M.F.: Forse non sapete che Zero mi ha detto di aver fatto scoppiare in lacrime alcuni suoi amici dopo le interviste, dato che alcune domande riguardavano anche fallimenti e altri argomenti non allegri. Zero, una volta conclusa la visita, è andato via dicendo semplicemente ‘Ciao e grazie’.
[Zerocalcare ha iniziato a ridere sotto i baffi].

M.F.: Dato che Macerie Prime è solo il primo step di un’opera composta da due volumi e molte vicende raccontate prendono spunto da personaggi reali, come farai fisicamente a inserire nella seconda parte quello che sta succedendo magari in questo momento a uno dei tuoi amici?
Z.: Se alcune cose si sviluppano in determinati modi, magari posso anche decidere di non raccontarle, perché alla fine devo anche salvaguardare le persone che conosco. Alcuni personaggi sono poi un’unione di più persone, quindi il confine su cui posso lavorare è abbastanza ampio.
Verso la fine del botta e risposta, varie persone del pubblico hanno fatto numerose domande all’autore, chiedendogli anche cosa si prova a mettere su carta la propria vita.
Zerocalcare ha risposto dicendo che non ha messo in realtà tutta la sua vita sotto i riflettori, scegliendo di usare dei paletti per capire esattamente dove fermarsi nel raccontare i suoi spaccati di vita quotidiana.

Sempre dal pubblico è stato chiesto da che volume è meglio iniziare per avvicinarsi alle sue opere. Zerocalcare ha consigliato di seguire l’ordine cronologico standard, così da apprezzare al meglio i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo. Dato il grandissimo numero di persone presenti, Zerocalcare e Michele Foschini hanno poi spiegato brevemente al pubblico come comportarsi riguardo disegni e dediche.

M.F.: Ora vi dico una cosa pratica. Non chiedete ritratti. Non dovete ridere! È una cosa seria!
Z.: No perché se chiedete i ritratti e poi mettete la foto su Facebook e magari avete qualche tratto distintivo particolare, può anche succedere che la gente dice “non ti somiglia per niente” e altre cose del genere! Poi partono gli accolli quindi meglio di no!
M.F.: Dato il gran numero di persone, cercheremo comunque di accontentare tutti. Riusciremo solo ad andare via prima del sorgere del Sole?

Foto a cura di Giorgia Tomatis

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