Alexandre Arlene, Gyom e Mista Blatte firmano per NPE una irriverente rivisitazione a fumetti dei personaggi e delle fiabe cartoon Disney.
Mary Poppins resta fulminata in aria con il classico ombrello, incastrato in un traliccio della luce… Alice, invece, non entrerà mai nel Paese delle meraviglie: minuscola, la ritroviamo schiacciata sul pavimento dell’enorme ampolla, di cui ha appena trangugiato il magico contenuto. E poi c’è il cacciatore, che pur di salvare il cuore Biancaneve da portare alla strega, lo strappa a un daino simil-Bambi, sotto gli occhi del suo cucciolo… In Freaky Mouse la sfrontata penna di Alexandre Arlene non risparmia nessuno, appena ammorbidita nei toni figurativi dalle matite “manga derivate” e “superdeformed” di Gyom e dalle tinte piatte di Mista Blatte che conferiscono un aspetto comunque giocoso all’operazione di demolizione organizzata delle fiabe Disney.
Il “topo strambo” del titolo è certamente identificabile – a partire dalla copertina del volume – con il personaggio di Mickey Mouse, ma ancor di più va inteso come marchio dell’intero universo Disney, scelto come corpus narrativo da dissacrare. In effetti, delle tantissime storie/gag che compongono la raccolta, solo un paio coinvolgono in prima persona Topolino e gli altri personaggi dei fumetti Disney. Da Aladin a Pocahontas, da Cenerentola a Mowgli, ad essere prese di mira sono per lo più le fiabe cine-cartoonesche. I toni oscillano dalla presa in giro bonaria all’ironia più greve, passando per un cinico sarcasmo. Con buona pace di animalisti & co, la parodia poi si trasforma in sistematica mattanza splatter ogni qualvolta l’obiettivo diventano i caratteristici animali antropomorfi del mondo Disney.
Ogni micro-storia presente nel volume si articola in una/due pagine al massimo. Il layout della tavola disegnata può oscillare da una splash page a due vignette, fino ai casi più frequenti e costituiti da 4 vignette in cui l’ultima funge da chiosa comica della situazione. Difficilmente il corto respiro di molte di queste scenette potrebbe sostenere trattamenti più estesi.
D’altro canto, la parodia dei cartoon trova nell’articolazione esplosiva delle quattro vignette una compiuta espressività. Non c’è bisogno di sviluppare caratteri o atmosfere nuove, anzi l’obiettivo è proprio quello di rimasticare in modo repentino e parassitario i ritmi e le figure delle storie originarie fino a stravolgerle. La rapidità del racconto si sostiene su scelte grafiche di immediata efficacia visiva. Le figure di Gyom sono pulite, morbide e tonde, valorizzate dalla colorazione con tinte e tonalità vivaci senza sfumature realizzata da Mista Blatte. L’assenza di sfondo (altra caratteristica tutta tipica del fumetto umoristico) dona ulteriore immediatezza alla messa in scena: l’occhio del lettore non ha distrazioni e viene catturato, in media res, dalle azioni e dalle battute.
Il processo non è dissimile da quello che attua Sio in Scottecs Megazine. Ed esattamente come le vignette di Sio, anche quelle di Freaky Mouse sembrano predisposte per un formato “instagram” ed essere assorbite nei flussi di lettura di un tablet o di uno smartphone. Qui si rintraccia anche il limite espressivo dell’operazione compiuta dagli autori. Le gag sono talmente rapide che sembrano fatte apposta per rimpiazzarsi l’un l’altra, nel giro di pochi secondi. Quasi che la pretesa di leggerezza narrativa non possa che esprimersi nella durata effimera di un sorriso increspato.
Ad una lettura più profonda è questo a lasciare perplessi di un fumetto come Freaky Mouse. C’è un enorme sforzo degli autori di apparire iconoclasti e politicamente scorretti verso nipoti e pronipoti animati dello zio Walt. In definitiva, la critica all’universo Disney si risolve nell’imbrattarne le icone di plasma e toni splatter e nello “squartare” le caratterizzazioni esteriori di eroi e comprimari delle fiabe, senza davvero metterne in discussione le psicologie e i valori. Tant’è che, forse, le gag più efficaci sono quelle che invece di tentare di “disossare” lo scheletro buonista delle fiabe Disney, ne mettono in parodia situazioni e stilemi. In questi casi più riusciti alla berlina finiscono i meccanismi stessi del racconto disegnato.
Freaky Mouse resta nel complesso un racconto di superficie a uso e consumo di tutti noi orfani dei Disney Store o dei soggiorni a Disneyland in epoca post pandemica, disposti a sorridere di fronte alla cattiveria “spuntata” di questo volume.
Abbiamo parlato di
Freaky Mouse
Alexandre Arlene, Gyom, Mista Blatte
Traduzione di Stefano Andrea Cresti
Edizioni NPE, 2021
128 pagine, brossurato, colori – 16,90 €
ISBN: 978-8836270057